Descrizione
Officina d’Arte è uno spazio per tuttologi creativi. Con “Stanze d’Arte e del Meraviglioso”, mira ad unire arti maggiori ad arti minori. Realizza corsi sperimentali per bambini con disabilità cognitive, progettati con il sostegno di psicoterapeuti. Fondamentale è il loro apporto per verificare i risultati ottenuti.
Officina d’Arte è un contenitore di progetti creativi, sviluppati da professioniste dinamiche in grado di adattare le proprie lezioni ai gusti, alle esigenze e all’età del proprio pubblico.
Piccolo nucleo di attività nel cuore di Piacenza, profuma di argille, carta, colori e parla la lingua universale dell’arte, in contrapposizione alle immagini commerciali che impongono la standardizzazione delle emozioni.
E’ un sistema aperto ad ospitare i contributi di nuovi professionisti, nell’obiettivo dell’allargarsi delle offerte formative e con l’ambizione di poterle integrare con i corsi per la disabilità.
La realizzazione di prodotti grafici si rivolge invece ad aziende, enti pubblici e imprese che vogliano abbinare il proprio nome ad un’attività di forte impatto etico, sociale e culturale sul territorio.
- Noi vogliamo coordinare tutto quello che facciamo in un unicum definibile semplicemente arte.
- La principale idea della nostra proposta didattica nasce dall’esperienza diretta di una delle due socie, mamma di una bimba autistica, che ha riscontrato negli anni forti lacune e scarse proposte per offrire a questi bambini, in esponenziale aumento, un ventaglio di attività variegato e commisurato alle loro esigenze. Quasi a dire: se non ne parliamo, il fenomeno non sussiste. Non esistono docenti di nessuna materia che vogliano esporsi con alunni così speciali. L’onere formativo grava interamente sulle spalle dei terapisti di psicomotricità e dei neuropsichiatri infantili. Inutile sottolineare che l’Asl territoriale offre un programma insufficiente e obsoleto rispetto agli studi americani in materia di autismo; i genitori che vogliono “qualcosa di più” per i propri bambini si ritrovano ad affrontare parcelle di professionisti privati decisamente stellari. Noi proponiamo la creazione di una figura intermedia, un docente cosciente e preparato alle difficoltà che incontrerà nell’insegnare ad una siffatta classe, che coadiuvi il lavoro dei terapisti offrendo le proprie conoscenze specifiche e lavorando in simbiosi con loro, soprattutto su materie che trattino linguaggi alternativi a quello verbale; infatti, benché i disturbi dello spettro autistico siano composti più da casi eccezionali che da parametri standard, su di una cosa gli studiosi si trovano d’accordo: il cervello del soggetto autistico lavora diversamente, avendo inibita l’area cognitiva – relazionale più diffusamente usata, si appoggia su quell’80% di materia grigia misteriosa e sconosciuta che “non ha voce”, ma che potrebbe esprimersi attraverso la creatività, la musica, il movimento. Il docente è consapevole che le risposte alle sue sollecitazioni arriveranno sempre in differita e con espressioni inconsuete, e sarà preparato alla frustrazione cui questo insegnamento sottopone. Ma siamo assolutamente fiduciose che l’impatto sul tessuto sociale sarà significativo e il nostro coraggio ampiamente premiato nel tempo, fino a riuscire a creare un modello di figure professionali che lavorano in simbiosi, da poter esportare anche in altre città o in altri paesi. Fondamentale è anche l’abbattimento dei prezzi per la gestione della citata disabilità: una lezione collettiva d’arte (sebbene le classi saranno sempre di poche unità) avrà un costo orario procapite grandemente inferiore ad un’ora di terapia specialistica e aiuterà a sveltire i programmi di apprendimento che ora , giocoforza, si devono dilungare in dettagli come “impara a rappresentare un fiore, impara che il sole è giallo”.