Qualche riflessione sull’accesso ad Internet in Italia ed in Liguria

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  • Qualche riflessione sull’accesso ad Internet in Italia ed in Liguria
  • Iniziato da Enrico Alletto Avatar di Enrico

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    • In questi giorni stò riflettendo sul perchè quasi nessuno interviene sul Social Network Reti Glocali (a parte pubblicare il SUO post sul blog e non tornare sino al prossimo giro)

      Oltre a sicure carenze dal punto di vista dell’impostazione (non è ben chiaro l’uso di alcuni strumenti, scarso coinvolgimento di aziende innovative, poca usabilità del sito, ecc. a cui stò cercando di ovviare), mi è capitato di riflettere su quello che mi viene riferito in alcune riunioni del DEStati Imperia (nostro partner sostenitore) o da altre testimonianze in cui emerge che RG è spesso conosciuto e visto con favore … è visitato, letto, seguito, ma poi ci si ferma lì …

      Ho provato a cercare qualche spiegazione in più provando a leggere qualche statistica sull’accesso ad internet in Italia

      Ho scoperto per esempio che l’accesso a internet è disponibile per il 68,2% degli uomini e il 61,2% delle donne, in particolare tra i giovani di 11-17 anni (82,7%), 18-34 anni (78,9%) e tra i 35 e i 54 anni (71,9%) e che gran parte degli Italiani con accesso alla Rete risponde a un profilo medioalto:

      1. imprenditori e liberi professionisti (93,7%)
      2. dirigenti, quadri e docenti universitari (92,1%)
      3. impiegati e insegnanti (91%), laureati (93,2%)
      4. studenti universitari (98,5% dei casi)

      Con le seguenti motivazioni:

      Ci si collega alla Rete perché è possibile trovare qualsiasi tipo di informazione (47,2%), accedere velocemente ai servizi pubblici e privati a distanza (29,5%), trovare cose disponibili solo sul Web
      (26,2%), essere informati in tempo reale su notizie di cronaca (20,8%), mettersi in contatto con molte persone in qualsiasi parte del mondo (20,2%). Per i navigatori occasionali (coloro che non hanno navigato negli ultimi 7 giorni), l’accesso a internet sarebbe più frequente soprattutto se costasse meno (29,1%), se fosse più veloce (18,4%) o se fosse possibile collegarsi dal telefonino senza spendere troppo (10,6%).

      Qui il link al rapporto

      Ora, se consideriamo le caratteristiche del territorio Ligure in cui la difficile comunicazione tra le vallate è sempre stata un forte ostacolo ad ogni tipo di comunicazioni, questo impedisce in una certa misura anche la diffusione della banda larga nella nostra regione. Questo può essere un’ostacolo per RG?

      Poi, alcuni comuni della mia regione hanno oggi meno di 100 abitanti, sono divisi in varie frazioni, con un’età media di oltre 60 anni. Fin dall’800 la regione era ai più bassi indici di fertilità in Italia. Da questo ne consegue che la Liguria è innanzi tutto una regione di anziani. Questo è SICURAMENTE un’ostacolo per RG !


      Cercando un pò in rete ho trovato queste info che riporto paro paro :

      Al 1 gennaio 2003 la Liguria aveva una popolazione di 1.572.197 abitanti. In forte evidenza è l’incidenza della popolazione anziana: il numero delle donne ultraottantenni supera quello delle venti-ventiquattrenni.

      L’invecchiamento della popolazione e la sua distribuzione sul territorio

      La Liguria conta 235 comuni di cui solo 9 con più di 20.000 abitanti e ben 48 sotto i 500 abitanti. Nelle città con più di 20.000 abitanti, che si trovano tutte sulla costa, vive circa il 60% dell’intera popolazione ligure. La distribuzione degli abitanti risulta quindi polverizzata, considerando anche che i comuni sono abitualmente composti da più frazioni.

      A livello nazionale l’indice di dipendenza medio è del 49,76%, quello di vecchiaia è del 19%. Nella nostra regione l’indice di dipendenza è del 58,23% mentre quello di vecchiaia è del 26,02.

      Ben 114 comuni hanno un indice di dipendenza superiore al 60% e 36 superiore a 80%.

      Un giro per l’entroterra ligure mette subito in evidenza le antiche caratteristiche dell’antropizzazione del territorio: piccoli centri con chiesa, scuola, bar e piazza e una quantità di case sparse. Il sistema economico era basato prevalentemente sull’autoconsumo, ogni casa, concepita per una famiglia allargata, aveva a disposizione lo spazio per l’orto, il pascolo e una porzione di bosco per la raccolta della legna e delle castagne, con le quali si produceva la farina. Il patrimonio boschivo è stato un’egregia fonte di sostentamento: con i boschi dell’entroterra savonese si sono costruite per secoli le navi. Il pascolo, nel profondo entroterra, è stato a lungo l’attività predominante. L’avvento di nuovi materiali, la concorrenza di prodotti agricoli provenienti da zone pianeggianti, e quindi a più elevato sfruttamento, l’industrializzazione, che in Liguria è stata particolarmente precoce, e l’avvento del terziario avanzato, hanno provocato in modo irreversibile e in tempi rapidissimi lo spopolamento dell’entroterra. Ovviamente a tutto questo è necessario aggiungere la mancanza di servizi.

      Oggi i comuni liguri che fanno registrare indici di dipendenza favorevoli si trovano tutti non sulla costa bensì nell’entroterra immediato. In questi comuni i prezzi degli affitto sono inferiori e la discreta vicinanza, o comunque la buona raggiungibilità, con le città della costa, dove sono concentrati i posti di lavoro, le scuole superiori e i servizi in genere, rende possibile una qualità della vita eccellente. E’ facile supporre quindi come le famiglie possano decidere di trasferirsi a vivere in questi comuni. In essi inoltre è immaginabile un più elevato capitale sociale sul quale poter contare.

      Quindi:

      1. Invecchiamento della popolazione
      2. Naturale “chiusura” al cambiamento per predisposizione territoriale
      3. Scarsa e poco incisiva presenza di nuove generazioni
      4. Mancanza di lavoro (molto diffusi i servizi per la terza età)

      Mi fanno domandare se provare ad introdurre elementi d’innovazione sociale o tecnologica passando per il web nella mia regione sia in realtà un’azione fuori contesto, oppure … non tutto è perduto? D’altra parte io … è qui che abito :-(

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Mio caro Enrico, se sostituisci alla parola “Liguria” la parola “Italia” quello che hai scritto vale lo stesso. E’ il problema che abbiamo tutti: o sopportiamo e cerchiamo di fare qualcosa qui o ce ne andiamo.

      Scrivo questo da Stoccolma, quindi puoi capire come io per primo sia ancora in questo dilemma.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Enrico i dati che riporti sono dati generalizzabili a tutta l’Italia, una Nazione che sta invecchiando, se non fosse per il coraggio di coppie di precari che a metà tra inconscienza e speranza generano figli, oltre a immigrati stanziali che sembrano essere più prolifici e con età media più bassa.

      Ma al di la di questi dati, resta di fatto la realtà oggettiva di processi in atto volti a creare ecosistemi relazionali di economia solidale, forti anche in Liguria come dimostrano Balla coi Cinghiali, Porto qui e Gas Genova.

      Il punto secondo me non è rompersi la testa su come rendere più partecipativo e vivo Reti Glocali, perchè non è una redazione strutturata che debba dare informazioni, ma un collettore di iniziative territoriali che testimoniano il loro incontrarsi e relazionarsi e provare e sperimentare percorsi assieme.

      In questo senso Reti Glocali, fa un grandissimo lavoro, che non si può misurare in termini di accessi, lettori unici, pagine visitate, o altro ma in termini di relazioni che vanno a buon fine, collaborazioni, processi spontanei verso sperimentazioni di sostenibilità economica.

      Anche in rete x taranto c’è una bassa discussione, la comunicazione non è propriamente circolare, i post di blog sono scritti da nemmeno il 10% degli iscritti, che sembrano stazionarsi, ma è altrettanto vero, che dietro a Rete x Taranto ci sono una serie di relazioni, processi, collaborazioni, che esistono sono reali, magari ancora e non sempre vengono documentati e descritti.

      Per cui Reti Glocali forse non farà un grandissimo lavoro come editoria online, come blog del “social gossip”, forse perchè chi ci sta dietro è più impegnato a fare che a descrivere quel che fa; forse perchè chi opera in processi reali è poco abituato o anche propenso a raccontare e narrare, ma questo arriverà più avanti, in Reti Glocali o in altre modalità espressive e circolari che ora magari sfuggono.
      La cosa importante è focalizzare sulle 2-3 esperienze aggreganti e significative che si stanno creando in RG, a partire dai progetti in Kublai, fino ad arrivare a un micro-evento come consigliato che possa dare e trasmettere il senso di appartenza a un’ecosistema, non organizzato solo tramite un menù orizzontale (bacheca, blog, forum, gruppi, ecc) ma di relazioni sociali ed economiche che si fanno e sperimentano quotidianamente.

      Considerazioni aggiuntive: l’esperienza della web radio può essere uno di questi collettori?
      - Oltre a descrivere le attività di alcuni progetti, perchè non spingere a maggiori interazioni tra gli stessi? ad esempio quanti in RG utilizzano i gruppi di acquisto del Gas di Genova? quanti si rendono disponibili per operare con Balla coi Cinghiali? quanti sono interessati al progetto proposto da Porto qui?

      Mi sembra che quello su cui si debba lavorare molto è soprattutto il sentirsi di ogni iscritto come parte di un’ecosistema e non come un utente che ha un set di servizi, quasi un dover timbrare il cartellino (login, consulta post, eventuale scrittura post, ecc.).

      Per cui ti invito a non soffermarti troppo sui dati statistici e generazionali della Liguria o dell’Italia, non siamo il Brasile dove il 50% della popolazione ha meno di 25 anni, siamo l’Italia e dobbiamo operare in questa realtà.

      La mia risposta finale è non credo sia necessario aggiungere elementi tecnologici ulteriori, quelli in genere sono figli di una domanda, di un uso, che li fa richiedere, altrimenti possono generare ulteriore rumore. Mi concentrerei invece sul cercare di individuare figure che come la tua e magari anche più della tua possano essere degli hub relazionali e connettere le varie realtà tra loro.

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    • La parte tecnica è un aggiornamento (in realtà impegnativo a cui stà lavorando) alla versione 1.2 di buddypress che permetterà per esempio la fondamentale funzione di ricevere mail ad ogni post sui forum (cosa che adesso non c’è e che smorza le discussioni)

      Riguardo ad RGL ci stò provando, ma l’inerzia è molto forte :-(

      Per quanto riguarda questo questi 3 aspetti: Balla coi Cinghiali, Porto qui e Gas Genova, provo ad andare per ordine:

      1) Balla coi Cinghiali: stiamo organizzando la nostra presenza all’interno di “Accorgitene” di quest’anno
      2) Porto qui: non è presente su RG ed Anna è giustamente impegnatissima
      3) GAS Genova: devi sapere che durante la tavola rotonda (buon risultato) al termine del mio intervento sono stato (ferocemente) attaccato da uno dei membri anziani dei GAS che ha sentenziato che RG non è opportuno (stò parafrasando) in quanto chi c’è opera già da 10 anni (frasi curiose se si considera che tra i valori di questi signori ci sono la collaborazione, la condivisione ed il fare rete). In pratica a qualcuno è scocciato molto che questa giovane iniziativa si stia occupando degli stessi temi di chi esiste da anni e che abbia catalizzato un certo tipo di attenzione. Nonostante i pareri positivi del collettivo DOPO la tavola rotonda molti GAS (non tutti) hanno smesso di frequentare RG. Questa è la situazione con i GAS a Genova e provincia

      Ovviamente io non mi arrendo tanto facilmente e stò lavorando ad altre iniziative per “coinvolgere” ed “incentivare”, ma l’aria che si respira è: tu chi sei? Di questa cosa me ne occupo già io da 10 anni !

      Per molte cose, non per tutte, è cosi almeno nella zona di Genova !

      p.s.: Walter, grazie per l’incoraggiamento … non sono qui per questo, ma quando arriva fà piacere :-)

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