Il web 2.0 e gli economisti
Pubblicato da Alberto
25
06
2009
[...] Per effetto dei nuovi media e delle forme di protagonismo diffuso che consentono, sta cambiando qualcosa di molto concreto nelle relazioni fra le persone, nelle decisioni che vengono prese da individui ed organizzazioni, nella distribuzione del potere fra i diversi livelli decisionali pubblici e privati.
Così Tito, in un breve articolo recentemente pubblicato sulla rivista Etica ed Economia in cui si parla molto di Kublai (qui la versione online). E lo capisco benissimo: stiamo facendo un'esperienza forte, che sta influenzando profondamente il nostro modo di pensare e, ciò che più conta, di agire. Probabilmente non cambieremo il mondo, ma è sicuro che stiamo cambiando noi stessi e la nostra cultura. Da Kublai, i cambiamenti del nostro modo di pensare si vanno diffondendo alle persone con cui di giorno in giorno entriamo in contatto. L'articolo di Tito è godibilissimo per chiarezza, profondità e assenza di retorica, come nella tradizione della migliore scienza sociale; ma il suo vero valore sta nel fatto che - per una volta - non predica ai convertiti, non usa i media sociali per esaltare i media sociali e chi li usa. Parla, invece ad altre persone (economisti, funzionari pubblici, professori universitari), che fanno parte di un'altra élite cognitiva, e dice loro: guardate, questa cosa del web 2.0 potrebbe essere una cosa seria. Costruisce, quindi, un ponte tra persone di culture diverse. E queste culture ci servono, portano punti di vista freschi e contributi di idee veri.

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