Call for ideas: Quale progetto (pilota) per lo sviluppo delle imprese creative a Modena? (prime proposte per il workshop di aprile)

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  • Call for ideas: Quale progetto (pilota) per lo sviluppo delle imprese creative a Modena? (prime proposte per il workshop di aprile)
  • Iniziato da Marco Colarossi Avatar di Marco

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    • L’1 e il 2 aprile si terrà a Modena il workshop su “Creative industries policy making, fundraising and partnership”, all’interno del quale realizzeremo una specie di gioco a squadre per arrivare a strutturare – assemblando proposte competenze e discussioni avvenute prima e durante il workshop – alcuni progetti di sviluppo per le imprese creative a Modena, e premiare simbolicamente il migliore fra questi.

      Il fine è quello di raccogliere proposte su quelli che secondo voi sarebbero progetti utili alla città, innanzitutto per iniziare a immaginarsi quella che sarà l’esperienza pilota del progetto Cities.

      In allegato trovate un documento che presenta in breve il progetto e il ruolo del LSG in Cities (LSG = Local Support Group/Gruppo di Supporto Locale = i creativi modenesi che partecipano e sostengono il progetto). In particolare a pagina 3, oltre che nelle altre discussioni di questo forum, trovate alcuni esempi di direzioni di lavoro possibili.

      Le idee migliori saranno presentate al workshop, e ogni squadra ne sceglierà una da strutturare in un vero e proprio progetto, che – secondo lo schema di Kublai – si dovrà comporre di 3 parti principali: (I) cuore dell’idea, (II) persone e alleanze che lo sostengono (il tema delle partnership), e (III) prospetto economico-finanziario (qui è centrale il fundraising). Di questo però vi diremo meglio a breve.

      Per ora spazio alle idee e ai progetti (da illustrare per il momento brevemente in poche righe/un paragrafo): voi quali pensate sarebbero utili, importanti e realizzabili per lo sviluppo delle imprese creative a Modena (già a partire dal pilota di Cities)?
      .

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    • Avatar di stefano
      stefano consiglio
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      Carissimi
      vi segnalo che in Emilia Romagna esiste un Consorzio che si chiama Spinner Questo consorzio finanzia borse di studio e servizi reali (consulenze, trasferte, formazione ad-hoc) per chi avesse un’idea di impresa creativa.
      Il sito dove raccogliere maggiori informazione è http://www.spinner.it , la scandenza del prossimo bando 30 aprile!

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Io sarei curioso di capire se è possibile ipotizzare una trasformazione di uno spazio fisico, anche piccolo. Occupandomi di spazi per la creatività in passato (vedi per esempio queste slides) mi sono fatto l’idea che, se uno spazio creativo viene progettato dalla gente che poi lo userà, diventa più bello e costa meno. Questo suggerisce una metodologia per progettare in modo partecipato una ristrutturazione. Credo che Stex stia facendo un’esperienza in merito con l’Hub creativo di Milano (ne parla qui). Quindi, chiedo a Ludovica e ai comunali: è ipotizzabile che l’esperienza pilota consista in un intervento fisico anche piccolo?

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      Ho guardato il bando (molto rapidamente), è rivolto alle imprese “innovative” ma non mi pare che sia particolarmente indirizzato alle imprese culturali… Temo che come quasi sempre succede, Spinner e gli altri Consorzi finanzino più che altro l’innovazione tecnologica. Il concetto di innovazione qui in Emilia Romagna è inteso soprattutto come brevetti, nuove tecnolgie produttive, nuovi prodotti….
      Insomma non vorrei scoraggiare nessuno ma temo che non sia esattamente quello che fa al caso nostro

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    • Avatar di stefano
      stefano consiglio
      Partecipante

      Non è così! Sono un membro del nucleo di valutazione e quando abbiamo avuto proposte interessanti in ambito culturale siamo stati ben lieti di approvare tali progetti. Comunque è tutto on line ed è possibile verificare che ci sono iniziative supportate e successivamente anche costituite.
      Rimango a disposizione per chiarimenti, ma se contattate lo Spinner Point di Modena credo che potranno intervenire alle vostre giornate per illustrarvi sinteticamente il progetto.

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    • Ciao a tutti! Ovviamente è interessante capire cosa sia definibile come “innovativo”:) Però a suo tempo ho provato a partecipare a Spinner e lo trovo molto ben strutturato. Credo che l’idea di avere un esperto dello Spinner Point negli incontri possa essere molto interessante! Io sono a favore!

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    • Ciao a tutti! rispondo volentieri a Marco e mi collego brevemente a quanto scritto da MrVolare:)

      Penso che un’idea fattibile per il progetto abbia proprio a che vedere con uno spazio fisico. Mi piacerebbe che un contenitore culturale o una di quelle strutture che saranno riqualificate per essere destinate a tale uso possano avere un doppio utilizzo: contenitore per eventi e incubatore per imprese culturali. A Modena alcuni esempi potrebbero essere: il complesso Sant’Agostino, lo spazio DAST delle ex fonderie (http://www.comune.modena.it/exfonderie), o l’Ex Amcm. Forse di questi il più fattibile in termini di tempo è il primo. Come scrive Alberto Cottica uno spazio pensato da creativi, gestito da creativi e per i creativi risulta sempre più interessante e innovativo. Pensavo quindi ad uno spazio che potesse essere usato sì come contenitore, ma che desse vita al contenitore stesso. Un contenitore culturale per eventi, mostre, spettacoli che abbia anche una sezione con spazi “prefabbricati” in cui chi abbia un’idea per un’impresa creativa possa trovare un ufficio con telefono, collegamento internet veloce, arredamento e possa usare in condivisione altre attrezzature come fotocopiatrici, sale riunioni, cucina e segreteria. Immagino ad esempio 4 di questi uffici disponibili ad un canone concordato per due anni (prima che il breve periodo si trasformi in medio periodo) per agevolare chi ha l’idea d’impresa nelle prime spese iniziali.
      In più gli inquilini di questi spazi potrebbero collaborare all’organizzazione delle attività del contenitore aperto al pubblico. Immagino ad esempio uno studio di design che collabori con la ragazza che realizza cappelli su misura e con il creatore di musica elettronica per una sfilata di moda o un’installazione che si svolga nello spazio aperto a tutti.

      All’incontro del 13 febbraio mi ricordo che molti interventi (quello della Regione Basilicata e della Puglia) vertevano sulla questione degli spazi. Ma molto spesso gli spazi esistenti hanno dei costi di gestione molto elevati o sono totalmente messi nelle mani delle istituzioni pubbliche che solo con le loro forze non riescono a sfruttarne appieno le potenzialità. Penso quindi che un eventuale progetto per Modena possa avere sia una parte rivolta a chi ha un’idea di impresa, ma anche una parte rivolta ai cittadini. Una specie di restituzione di quanto il pubblico investe sull’idea di impresa, non solo in termini di finanziamento, ma anche di strutture altrimenti sottoutilizzate.

      Michela

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      Stefano tu conosci qualcuno dello Spinner Point modenese che potremmo invitare e contattare?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Michela, gli spazi che segnali sono molto, molto grandi, e ho il dubbio che non siano neanche del Comune (forse Ludovica può risponderci su questo). Io pensavo a una roba molto più modesta. Però sono d’accordo sul merito: progettare insieme uno spazio non solo risulta in uno spazio che – stando alle esperienze viste ai tempi di Visioni Urbane – tende a essere molto affascinante e funzionale, ma crea anche un gruppo unito da un sentire comune. Attenzione: il sentire comune è il risultato della progettazione, non il suo presupposto.

      Forse non sarebbe male se Ludo e i comunali facessero una lista di spazi proponibili, che dite?

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    • Avatar di stefano
      stefano consiglio
      Partecipante

      Chiamate l’ufficio di Spinner di Bologna Villa Gandolfi Pallavicini e chiedete di Oriano, di Vito o di Cristina (tre persone squisite) e vi daranno informazioni sullo SPinner Point di Modena e anche di più.
      Se potessi ci verrei io a parlare di Spinner a Modena, ma non credo che posso.

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    • Ottimo, Michela. A parte la scelta del luogo fisico – su cui probabilmente Ludovica ci può aiutare segnalando gli spazi disponibili – mi sembra che la tua proposta possa essere un primo scenario su cui lavorare nel seminario di Aprile.

      Tra l’altro uno spazio simile a quello che descrivi ha da poco aperto a Milano: http://the-hub.net/

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      Ho trovato nella pagine di presentazione di Cities questo commento di Marco, che secondo me starebbe molto bene in questa discussione… mi permetto quindi di copiare e incollare qui.
      Marco:
      ecco alcuni punti per una possibile discussione sul tema
      imprese creative e programmazione

      1. tavolo istituzionale
      giovedì sera si è pouta vedere una grande partecipazione da parte di tutti.
      c’è interesse, fermento, insomma: potenzialità.
      ma oltre le potenzialità ci sono anche professionalità, in diversi settori.
      secondo me la programmazione culturale e economica del comune di modena (ma io a questo punto penserai più a
      un grande comune “sassuolo-modena-carpi”) diventa essenziale per gli anni a venire, soprattutto quando bisogna intervenire in modo strutturale.
      poi secondo me la programmazione dovrà riguardare anche le manifestazioni e le iniziative che vengono realizzate (p.es.: oltre i giardini, serate estensi).
      manifestazioni che dispongono di budget elevati, ma che forse non rispondono in pieno ai bisogni di una città.

      2. tempistiche
      tante volte sentiamo dire che i tempi dell’amministrazione sono lunghi: tavoli, consigli, riunioni, etc…
      penso invece che ci dovrebbe essere una maggiore velocità nell’interpretare subito i bisogni dei creativi e delle imprese creative.

      3. condivisione
      tantissimi video, opere, foto, performance, una volte che hanno esaurito la loro funzione vengono messe dentro a un “cassetto”, e rimangono li.
      con internet e lo streaming le cose sono un pochino cambiate e oggi si riescono a reperire video di alcuni anni fa (vedi il lavoro che sta facendo monet con i filmati dell’ufficio
      cinema), ma resta ancora molto da fare.
      io penso soprattutto ad una struttura, ad una specie di archivio-vetrina multimediale, dove poter trovare tutte le opere prodotte dalla pubblica amministrazione locale: progetti,
      mostre, video, interviste…
      questa struttura poi si potrebbe occupare della promozione di queste “opere”: organizzare convegni, pubblicazioni, studi.
      una cosa simile succede già per il settore promozione del territorio, e unire queste due attività potrebbe generare qualcosa di interessante.

      secondo me questi sobno alcuni punti per la costruzione di un possibile dibattito.

      a presto
      marco

      C’è un commento di Augusto a questa risposta, lo riporto qui sotto:
      Marco, i primi due punti mi sembrano degli ottimi spunti di riflessione, forse in un’ottica anche più ampia del progetto CITIES.

      Il terzo invece (quello della condivisione) penso potrebbe diventare una proposta di lavoro per il seminario di aprile, che dici?

      Saresti disponibile a presentarlo (bastano 3 minuti e 1 o 2 slide) mercoledì 1 aprile all’apertura del seminario?

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    • Ciao Alberto:) Io conosco molto bene il progetto Ex Fonderie perchè vi ho partecipato come rappresentante delle Associazioni culturali modenesi e vi posso dire che lo spazio è progettato per ospitare anche iniziative di questo tipo, soprattutto nella parte che rimarrà a disposizione del Comune di Modena. L’unica perplessità sono i tempi, che sarebbero molto lunghi.

      In ogni caso, visto che lo spazio è una questione fondamentale, penso che un gruppo di lavoro potrebbe ragionare su un’ipotesi di metri quadri, giusto per avere un’idea. Che ne dite?

      Michela

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    • cari, dopo un trasferimento infinito, sono riuscita a leggere quasi tutto. vedo che la discussione è andata molto avanti, ed è piena di contributi. provo a partecipare. Mi senmbra molto importante il link di stefano, che questa cosa possa interessare anche a operatori diversi che possono contribuire ognuno per la sua parte mi sembra ottima.
      Forse, per ciò che dicono Michela e Alberto, al workshop si potrebbe portare una “banca delle opportunità” ossia un elenco descrittivo delle disponibilità degli edifici comunali liberi su cui lavorare con il gioco descritto nel documento,
      Questo anche perchè le possbilità sono molte e altre usciranno dal confronto, … qui forse qualche problema troverà una soluzione, e qualche soluzione troverà un problema a cui rispondere. Da quello che ho capito del resto si tratta di costruire collettivamente un progetto da sottoporre all’amministrazione che abbia già il “chi fa cosa e come” e (con il contributo di spinner) anche con “quali e quanti soldi”
      Inoltre, alla ipotesi descritta da michela si potrebbe anche aggiungere l’idea di un urban center della creatività (se interpreto bene l’idea di ludovica) o anche possibilità di un’ospitalità per i creativi che vengono a lavorare a Modena per qualche tempo (affiancandogli una serie di servizi.. laboratori, strumenti, etc.) questo anche in modo che l’edificio viva 24ore/24..

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    • Ilaria, bella l’idea della banca delle opportunità! E’ un elemento su cui stavamo ragionando anche noi per quanto riguarda il gioco. Ci piacerebbe infatti fornire ad ogni squadra una sorta di “cassetta degli attrezzi” durante i due giorni di gioco.

      Però come dice il nome (“opportunità”) mi domando se oltre ad un elenco degli edifici disponibili non si possa pensare di mettere a disposizione anche altri “dossier” relativi ad altri tipi di risorse disponibili. Ad esempio sul lato finanziario bandi aperti sul tema, e sul lato delle Partnership un elenco di enti pubblici e privati che come Spinner lavorano su questi temi, ecc..

      Non so quanto sia effettivamente realizzabile (questo ce lo può dire Ludovica) però mi piacerebbe sentire il vostro parere: quali strumenti e quali informazioni potrebbero essere utili alle squadre per agevolare una stesura veloce dei progetti?

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      Rispondo parzialmente sul tema dei contenitori. Per quello che so io (e ne ho parlato brevemente anche con il mio capo stamattina) attualmente il Comune non dispone di uno spazio del genere, e neanche di uno molto più piccolo. Posso provare anche a verificare con i miei colleghi dell’Urbanistica, però se ci orientiamo verso questa idea (che sicuramente interessa molto anche ai partner europei) dobbiamo essere consapevoli che difficilmente si potrà tradurre nel progetto pilota da realizzare nel 2011. Questo perchè: i nuovi spazi (tipo le Ex fonderie riunite o l’Ex AMCM) non saranno pronti per quella data; l’Ex Ospedale Sant’Agostino meno che mai. Su quest’ultimo però – e forse anche sulle ex fonderie, che però conosco meno – sono in fase di progettazione e quindi lavorare ad una proposta potrebbe non essere comunque insensato, anzi, tutt’altro.
      C’è poi un secondo punto che rende difficile pensare ad un riuso di contenitori dismessi come progetto pilota: il budget. Cities come sappiamo è un progetto povero. Sicuramente non è in grado di finanziare, per esempio, la sistemazione di uno spazio dismesso – ad esempio in termini di sicurezza – o l’acquisto di attrezzature come arredi, ecc. per la funzione di incubatore; tra l’altro questi costi non sono ammessi tra quelli rendicontabili.
      Quindi: possiamo lavorare insieme a questa idea, perchè credo che un contributo fattivo di proposte potrebbe essere utile, soprattutto per chi ha in carico gli spazi su cui si sta ancora progettando: però dobbiamo anche sapere che difficilmente questo potrà tradursi nel progetto pilota da realizzare nel triennio di CITIES. Comunque raccolgo informazioni.

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    • come dici tu proviamo a pensare a tutte le “opportunità” per cui non solo i luoghi dove fare qualcosa ma anche le risorse, e a questo punto non solo finanziarie, .. la banca delle ricorse cognitive e delle competenze (chi sa fare cosa) questo si potrebbe chiedere a chi si iscrive, di compilare una scheda da distribuire agli incontri oppure farlo durante gli incontri… capita spesso che .. due o più “soluzioni” si incontrino … così poi si agevola anche la costruzione di “alleanze” (parte II – credo – dello schema di documento di progetto Kublai) insomma una specie di “banca del tempo”

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      Vi prego, vi prego! Sondiamo anche altre strade…. ripeto, possiamo esplorare il tema dei luoghi, e in proposito possiamo produrre documentazione sulle opportunità come dice Ilaria (ma non sono mica tanto certa di conoscerle tutte …..) però proviamo anche a fare un po’ di brainstorming in altre direzioni….
      Per esempio, che ne pensate di una fiera delle imprese culturali da fare a Modena Esposizioni che è l’ente Fiera di Modena?
      E di un evento sulla cultura d’impresa, in cui “l’intraprendere” della persona che si applica anima e corpo alla realizzazione di un progetto d’impresa viene assimilato all’azione creativa dell’artista e raccontato, interpretato, documentato dalle imprese culturali nelle loro diverse modalità? E poi raccontato ai ragazzi delle scuole superiori per incoraggiarli all’imprenditoria, alla realizzazione dei propri sogni, alla valorizzazione dei loro saperi…..
      Modena era una città con un’elevatissimo spirito imprenditoriale (circa 1 impresa ogni tre abitanti!!!) ma le nuove generazioni hanno perso molto questo smalto…

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      C’è parecchia carne al fuoco! L’urban center non capisco bene cosa voglia dire, forse Ilaria o Ludovica possono spiegarmelo meglio. Bella, decisamente bella, l’idea dell’ospitalità di creativi “di fuori”, che è sempre sprovincializzante e ha il vantaggio che si può combinare con molte altre idee.

      La fiera di Ludovica è affascinante, ma forse un po’ complicata, almeno per un progetto pilota. Gli eventi fieristici sono bestiacce grosse e cattive, per quel poco che ne so. Invece un più modesto evento sulla cultura d’impresa (e sulla cultura nelle imprese, da Olivetti a Mattei) lo vedrei molto, molto bene: forse la combinazione perfetta di realizzabilità e potenziale trasformativo. Mi viene in mente un kublaiano che di cultura di impresa si occupa molto (e in effetti era il preside della ENI Corporate University, già Scuola Mattei, fino a dicembre): Marco potrebbe darci consigli davvero preziosi. Sul versante modenese, una persona di grande valore che ragiona su queste cose da un punto di partenza diverso è Margherita Russo con Officina Emilia.

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      Aggiungo un terzo post di Andrea Zanni realtivo alla proposta di Marco (riporto dalla pagina di presentazione di CITIES).

      Andrea:
      Riguardo al terzo punto, mi permetto di ricordare che è molto importante anche il “come” si condivide, anche da un punto di vista strettamente legale. Rilasciare il materiale in Creative Commons, per esempio, permetterebbe a chiunque il riutilizzo a la ridistribuzione (per la modificabilità e lo sfruttamento commerciale se ne può parlare). Due anni fa ebbi un incontro informale con un membro del comune (purtroppo ho perso nominativo e mail) in cui discutemmo della possibilità di una collaborazione nel portare foto e filmati dagli archivi comunali in rete. Non se ne è fatto poi niente, a quanto ne so, ma il comune di Modena è da sempre interessato alla questione Creative Commons (vedi Net point, finanziamenti a Simone Aliprandi, CC day organizzato da Martinelli). Quindi si potrebbe provare con qualche speranza di successo. Ricordo che con le adeguate licenze, i file possono essere poi copiati su Flickr e soprattutto su Wikimedia Commons, entrando potenzialmente nel “giro informativo” di WIkipedia (in tutte le lingue), e affini. In termini di visibilità, La Mecca ;-).

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    • Ciao ciao!

      Sono d’accordo su Ludovica, la questione degli spazi è importante, ma non dobbiamo focalizzarci solo su quella. Appurato che è importante possiamo dedicarci a capire cosa metterci dentro o proporre altri progetti.

      Per quanto riguarda l’Urban Center, credo che sia il riferimento a quelle strutture che a Bologna, Torino e Milano presentano ai cittadini le proposte di modifica del tessuto urbano. Ad esempio a Bologna è in Piazza Maggiore e vi si possono trovare i 7 modellini dei progetti di “Come cambia Bologna”.Si tratta di progetti architettonici che coivolgono alcune zone della città e su cui i cittadini possono chiedere informazioni o esprimere il proprio parere.

      Per quanto riguarda la Banca delle competenze, la trovo un’ottima idea. Anche se mi pare che ci sia anche l’archivio del GAI per questo. Non sarebbe male prevedere nel nostro progetto pilota anche una fase di “ricerca” per capire come integrare eventuali iniziative simili con la nostra per evitare sprechi di risorse.

      Le idee emerse a questo punto mi pare che siano:

      - l’incubatore per imprese creative con uno spazio aperto ai cittadini
      - La banca delle competenze
      - La fiera sulla cultura d’impresa e le imprese della cultura

      Non so se ho dimenticato qualcosa e vi invito ad aggiungere quello che ho scordato. Che ne dite di aprire dei thread specifici di discussione su ogni idea? Altrimenti corriamo il rischio di confonderci.

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    • Aggiungo un’idea.
      Io indirizzerei lo sforzo progettuale dei creativi nell’immaginare anche modelli di attività innovativa che potrebbero insediarsi in una determinata area urbana, con lo scopo di rivitalizzarla aumentandone la frequentazione, e che il Comune potrebbe poi sostenere attraverso criteri premianti nei bandi per il rilascio di autorizzazioni o contributi a fondo perduto per l’apertura di nuove attività.
      Come Assessorato alle politiche economiche stiamo agendo attraverso vari bandi sull’area Tempio, sull’asse Sant’Eufemia-Carteria (di prossima uscita l’area Cittadella) e ancora aperti sono i cantieri Pomposa e Saragozza.
      Io pensavo che nei prossimi bandi, oltre a questi criteri premianti l’innovazione del servizio, si potrebbe inserire una sorta di appendice per suggerire agli aspiranti imprenditori idee e format nuovi che siano davvero al passo con le tendenze e che possano offrire anche un “intrattenimento” oltre che alla residenza, a un più vasto pubblico esterno (penso per esempio a un salone di parrucchieri che alle 19.00 appoggia pettine e forbice per un aperitivo con dj-set in vetrina, oppure allo studio di grafica che nella pausa pranzo chiama in loco i parrucchieri per un servizio taglia e ingella; a questo sito alcuni spunti: http://www.kikilab.it/index.htm).
      Il tutto perché lo spirito creativo possa essere travasato più in profondità nel tessuto economico commerciale della città.

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    • Ci sono molti “modelli” di Urban center (in italia le iniziative sono spesso “semplicistiche”) quello a cui mi riferivo io era un centro capace di convogliare risorse, comunicare e mettere in connessione le esperienze, aprire laboratori di progettazione partecipata, lavorare come sportello informativo, promuovere iniziative negli spazi pubblici, …tutto legato alla creatività piuttosto che alle diverse iniziative di trasformazione della città (come fanno gli Urban center anglosassoni e usa).
      poi sulla banca delle competenze l’idea era qui rivolta in particolare a cities, a quello che vorrebbe fare, come e con chi, cercando di mettere in rete capacità, e qui l’idea della Fiera può contribuire molto, mentre credo che gli archivi servono a poco.Forse si potrebbe pensare di cotruire la banca in forte connessione con la fiera e durante la fiera aprire spazi di discussione e lavoro.

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
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      A Modena ha da poco inaugurato una roba che secondo me è proprio un Urban Center (mi pare che si chiami Laboratorio della Città ed è gestito dall’Urbanistica; sta in Palazzina Pucci dove ha recentemente aperto anche la nuova Biblioteca Crocetta). Tra parentesi, ho visto che il 16 aprile c’è un’iniziativa che riguarda proprio il “progetto di città futura”. Magari partecipaimo e gli vendiamo le idee che abbiamo sviluppato al workshop!!!!
      Volevo dire che a me sembra una bella roba quella della banca delle opportunità – che mi sembra nome più calzante rispetto a banca delle competenze. La immagino come un sito o un portale, gestito e aggiornato da una redazione aperta sullo stile Wikipedia, dove si possono trovare contatti, contenuti tencici, opportunità di finanziamento, concorsi, materiale di formazione, …… tutto per chi vuole fare attività d’impresa in ambito culturale

    • Autore
      Articolo
    • Confermo! Il laboratorio della città è un abbozzo di Urban Center a Modena:)
      Banca delle opportunità piace molto di più anche a me, ma avevo capito che Ilaria la identificasse più come legata agli spazi disponibili. Ma come nome è molto più azzeccato.

      Mi sembra che tutte le idee che abbiamo lanciato stiano prendendo forma. Mi sembra che tutto ruoti intorno all’idea di creare un gruppo riconosciuto e riconoscibile in città che abbia un ritrovo sia fisico che virtuale. Questo gruppo si occupa di sostenere e promuovere lo sviluppo di progetti di impresa culturale e di comunicarlo alla città e creare attorno ad essi una rete di relazioni.

      Un’idea potrebbe essere anche quella di creare in questa “Banca delle opportunità” anche un Toolkit di base per chi voglia mettere fare impresa. Immagino un agile quaderno colorato o ipertesto su web in cui trovo contatti, schema di business plan, case studies, approfondimenti su possibilità di finanziamento e strutture offerte dal Comune di Modena. Interessante sarebbe anche organizzare un ciclo di conferenze con esperti aperto a chi ha un’idea di impresa.

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    • Avatar di Matteo
      Matteo
      Partecipante

      La banca delle Opportunità mi piace moltissimo, l’idea di un “luogo” dove trovare consulenze relative a bandi, finanziamenti, progetti d’impresa realizzati ed attivi e soprattutto le competenze già presenti sul territorio.
      Spesso si collabora con studi di altre regioni, senza sapere che si poteva trovare la stessa competenza a poca distanza.

      Io infilerei anche la possibilità per l’impresa creativa di fare formazione professionale, (e mi collego al link di Alberto sull’Officina Emilia), diffondere le conoscenze può anche significare allargare il mercato, e, con percorsi formativi comuni, si potrebbero creare delle sinergie che portino a dinamiche di “distretto creativo” (tipo Sassuolo!).

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    • Avatar di cosetta
      cosetta
      Membro

      Riprendo l’idea già lanciata da Ludovica sulla formazione e l’educazione all’imprenditoria nelle scuole e ai giovani. Se vengono coinvolti gli stessi creativi sarebbe certamente più accattivante . Si potrebbe scegliere qualche imprenditore di successo per organizzare degli incontri con i ragazzi in cui si raccontano e magari si organizzano delle simulazioni o dei workshop.
      Per la mia esperienza è molto importante che gli incontri siano preparati e strutturati (chi racconta può essere aiutato a costruire la storia/il casio di successo da un economista che mette in luce i passaggi significativi) altrimenti rischiano di diventare sterili autopromozioni.

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    • ok, faccio anch’io un paio di proposte, una di merito e una di metodo.

      PROPOSTA DI IDEA PROGETTO: UNO SPAZIO PER IL COWORKING
      A me piacerebbe che a Modena aprisse uno spazio (anche piccolo) per il coworking, cioè un “ufficio condiviso” – equipaggiato con scrivanie, sale riunioni, connessione di rete – che viene affittato a professionisti e freelance per periodi più o meno prolungati, da poche ore a qualche mese; lo spazio si anima così di (nuovi) professionisti dai lavori e formazioni diversificate, che trovano la possibilità di avere una sede lavorativa flessibile ed economicamente sostenibile, nella quale è possibile di scambiarsi idee, esperienze e magari collaborazioni, in un ambiente sociale e creativo (molto diverso quindi dall’alternativa spesso obbligata del lavoro a casa).
      Spazi per il coworking si stanno diffondendo in tutto il mondo ( qui il wiki con un elenco aggiornato delle sedi) come conseguenza delle trasformazioni che stanno avvenendo nei modi di lavorare (dematerializzazione del lavoro, nomadic work, etc.) … Qui si trovano diverse informazioni sul come e sul perché (del coworkingmilano)
      Credo che questa idea
      - potrebbe integrarsi bene con alcune delle altre idee/proposte emerse: creare un hub/spazio-punto d’incontro provinciale, un luogo che richiami anche persone da fuori (magari a Modena di passaggio), dove si possano organizzare laboratori, piccoli incontri/eventi…
      - ha un modello di business: è un attività che punta ad autosostenersi (con i ricavi dati dall’affitto degli spazi e altro), e anche per questo non credo che il costo per l’Amministrazione di lanciare o sostenere in qualche modo una simile iniziativa sarebbe elevatissimo/inaffrontabile (anche perché più che dare soldi direttamente, potrebbe svolgere un ruolo importante nell’aiutare a trovare/fornire uno spazio adatto a condizioni accessibili, ma soprattutto nell’assistenza al fund raising; v. banca delle opportunità). Io infatti vedrei bene una gestione privata dell’attività da parte una (o più) società/cooperativa/associazione.
      Un esempio potrebbe essere La Pillola a Bologna. Qui altre informazioni su come aprire una filiale con il marchio Cowo.
      Qui il video-racconto di un piccolo ufficio di coworking a San Francisco, e qui infine quello di un co-worker di Milano (qui gli spazi milanesi del Cowo).

      Che ne pensate?

      PROPOSTA DI METODO
      Potremmo definire che al workshop si discuta e definisca almeno un progetto per ognuna delle categorie principali emerse finora/che riteniamo importanti:
      -SPAZIO: aperto ai cittadini/hub/incubatore/coworking/…
      -EVENTO: delle imprese/sulla cultura d’impresa culturale-creativa/…
      -SERVIZIO: banca delle oppurtunità/formazione/… (online e/o offline?)
      -??
      Ovviamente le categorie non si autoescludono: un progetto su uno spazio dà necessariamente servizi etc., però si parte in quel caso dall’ipotesi di presenza di uno spazio fisico dedicato (e si deve riflettere su quale potrebbe essere adatto e per fare cosa), mentre nel caso di un progetto che si concentra sull’erogazione di uno o più servizi, l’ipotesi è di non avere uno spazio fisso dedicato. Stessa cosa vale per l’evento: discuterne a parte consentirebbe di approfondire il tema, le problematiche, le esigenze della città, etc.

      Credo possa avere senso approfondire la discussione di ognuno di questi temi/tipologie progettuali, per poi vedere quale filone sembra più promettente/fattibile, e se e come le varie idee possono poi confluire e integrarsi… siete d’accordo? (o si introduce una rigidità inutile?)

      Forse anche i partner esteri potrebbero esprimere preferenze sui temi per loro interessanti (?)

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      Ludovica
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      Ritorno sul tema del fare impresa. Obiettivi: 1) creare un’occasione possibilmente periodica (cioè non una tantum) per valorizzare e far conoscere il talento delle imprese culturali modenesi 2) valorizzare, promuovere e scolpire nella pietra il binomio “Modena -terra di bravi imprenditori e imprese eccellenti”, di idee che si concretizzano, di gente capace di realizzare un progetto, che è anche nella nostra storia dal dopoguerra ad oggi e che potrebbe essere speso un po’ come biglietto da visita, marchio, garanzia; 3) far incontrare imprese tradizionali e imprese culturali.
      Idea: fare un concorso destinato alle imprese culturali di Modena che abbia come tema da sviluppare il binomio che dicevo prima “Modena -terra di bravi imprenditori e imprese eccellenti”. Raccontarlo con video, fotografie, con le arti visive, con l’editoria, col teatro, con tutte le discipline che fanno parte dell’aggregato “economia culturale”. Raccontarlo dall’angolatura che si vuole.
      Poi creare un evento, insieme a Confindustria, Camera di Commercio, associazioni degli imprenditori, ecc. in cui si mostrano i vari prodotti e si premiano i migliori – creando quindi un’occasione di visbilità e di contatti commerciali alle imprese culturali. Inserirsi nella settimana della cultura d’impresa che già annualmente Confindustria nazionale celebra a novembre, con eventi in varie città italiane (attualmente non c’è Modena tra queste). Coinvolgere le scuole, per il noto tema dello scarso interesse delle giovani generazioni nei confronti del fare impresa.
      I materiali prodotti diventano un archivio permanente che si può utilizzare in vari modi.

      Che ne dite vi piace?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      A me sì, molto. Ri-consiglio di sentire Marco per la faccenda della cultura di impresa e delle imprese che fanno cultura, sono 15 anni che ci lavora.

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    • Avatar di Ludovica
      Ludovica
      Membro

      Ciao Marco ho guardato il sito, una bella roba davvero…. adesso ho capito un po’ meglio cosa avevi in mente. grazie!

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    • Per evitare sovrapposizioni e confusione, chiudiamo qui la discussione in questo thread per riaprirla qui (dopo aver fatto una sintesi e il punto della situazione).

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