CUCINA SOCIALE

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  • Iniziato da Elena Barbara Vannini Avatar di Elena

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    • aggiornamento del 07 01 2010

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      ciao Elena

      provo a commentare questa bozza di progetto.

      Premetto che trovo questa idea molto molto interessante e ci trovo delle potenzialità significative di sviluppo.

      La bozza di progetto, allo stato attuale, è poco più di una premessa. L’avete impostata come idea complessa con diversi risvolti organizzativi ed economici su cui vi invito a fare un approfondimento.

      Sicuramente trovare uno spazio adeguato è un punto cruciale. Perché non provate a fare delle ipotesi nel progetto sulle caratteristiche che questo spazio dovrebbe avere? Vi servirà dopo per fare una ricerca più mirata e non disperdere energie.

      Potreste anche provare a fare un disegno degli spazi. Lo trovo importante perché l’organizzazione degli spazi ha un impatto significativo sull’organizzazione del personale coinvolto nella gestione del centro.

      L’organizzazione del personale è un altro fattore decisivo da includere nella descrizione del progetto. Il costo è molto elevato quindi va ponderato con una certa puntualità. Quante persone credete che servano per tenere aperto e funzionante il centro?
      Non bisogna dimenticare che oltre ai servizi principali (gestione della cucina, della mediateca e coordinamento generale e amministrativo del centro) c’è anche il fattore pulizie.

      Sostenibilità economica
      Questo fattore per noi di Kublai è molto importante. Senza un piano di sostenibilità, un progetto non è mai veramente utile al territorio. Posso capire la difficoltà a buttare giù un business plan, ma per realizzare un progetto è indispensabile. Potreste provare, dopo aver definito tutti gli elementi di cui vi ho parlato precedentemente, a buttare giù una lista dei relativi costi e poi provare ad immaginare tutti i servizi da far pagare per capire se i ricavi coprono i costi.

      Naturalmente sono qui a disposizione per continuare a discutere e aiutarvi

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    • Allego un nuovo documento di progetto un po’ più chiaro e articolato ruguardo alle attività della CUCINA SOCIALE.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
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      Ciao Elena, allega pure questo pdf nello spazio di presentazione del progetto, altrimenti nei commenti andrebbe disperso.

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    • Ciao Elena! Dal documento di progetto si rileva come si articolano le attività di CS ed evinco indicativamente ( non potrebbe essere diversamente in questa fase) l’impegno finanziario anche per la gestione. La domanda è: Poichè ritengo che molto dipende dai locali che potreste trovare disponibili, avete pensato, perchè il progetto inizi a trovare concretezza, a svilupparlo in varie fasi. Es.: 1a fase – BiBLIOTECA/MEDIATECA; consolidata questa fase, iniziare con la 2a e, magari, anche la 3a ovviamente tutto dipendente dalle disponibilità …. Saluti,fc_

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Ciao a tutti, finalmente anch’io ho letto il vostro progetto. Condivido le osservazioni di Nicola: per capire meglio il progetto abbiamo bisogno di capire meglio come potrebbe essere organizzato lo spazio (sicuri che non avete già qualcosa in mente?); quanto personale dovrebbe essere presente, con quali competenze e quali tempi; e abbiamo bisogno che facciate un esercizio – anche rozzo – di business planning. Tra l’altro non dovrebbe essere poi così difficile: nel documento parlate di costi, ma le attività che avete in mente danno origine anche a ricavi. I corsi di cucina, anche amatoriali, a Milano costano dai 450 euro in su.

      In più vorrei suggerirvi un altro paio di modifiche che – a mio personalissimo parere – potrebbero migliorare il vostro documento.

      1. RACCORDATEVI CON LA SCENA MILANESE DEL DO-IT-YOURSELF, che è interessantissima e di cui penso che facciate parte a pieno titolo. La cucina sociale a me ricorda moltissimo la Ciclofficina di via De Castilia (ex Stecca): qui si maneggia il cibo, lì telai e ingranaggi, ma l’attitudine sociale è la stessa. Tra l’altro questo potrebbe darvi delle idee sul come gestire uno spazio di cucina sociale: Ciclofficina, per dire, è un misto di volontariato, attività di restauro e vendita all’asta e acquisto solidale di pezzi di ricambio per biciclette.

      2. VALORIZZATE DI PIU’ L’ASSOCIAZIONE. Il vostro sito è interessante e ben fatto, e si capisce che non vi state improvvisando, ma avete davvero delle competenze sul tema. Dal documento… si capisce meno. Dedicate un box o un paio di paragrafi a spiegare cosa fa Fooda, da dove viene il progetto.

      3. Ve la dico piatta, e spero di non offendere nessuno: STATE ATTENTI ALL’ARCHITETTESE. Io ho due lauree, ma se voi iniziate il progetto scrivendomi:

      “L’assunto riguarda il fatto che gli Atti Alimentari sono strutturati come un linguaggio e sono il “luogo” in cui si
      inverano le ansie e le aspirazioni dell’uomo. L’affermazione di Gaston Bechelard per cui “il reale è dapprima un alimento” è ben spiegato da Gilbert Durand, antropologo dell’immaginario, quando scrive che “ogni
      alimentazione è transustanziazione…”

      io proprio non capisco. E se sono un investitore con poco tempo e la fila davanti alla porta mi viene da dire “vabbe’, avanti il prossimo”. Perché non scrivere semplicemente una roba tipo:

      “Il modo in cui scegliamo di mangiare ha profonde conseguenze per la società e l’economia. Nello scegliere un menu o nel preparare un piatto influiamo sull’ambiente; sulla salute; sull’accoglienza, se scegliamo la cucina etnica; possiamo perfino pensarlo come atto artistico…”

      Insomma, cercherei di avvicinarmi un po’ alla cultura hacker, come immaginario e modo di esprimersi. Nel vostro caso viene proprio da dire “parlate come mangiate”!

      Infine complimenti, il vostro progetto mi pare carico di futuro – anche perché questa roba a Milano sta succedendo su tantissimi fronti, dalle biciclette al tango ballato per strada di notte, agli hackers.

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    • Grazie,
      apprezzo molto i vostri commenti e questo in particolare è piuttosto indicativo sul da farsi.
      Proveremo a fare quello che riusciamo in questo poco tempo.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Non ti preoccupare troppo dei tempi, Elena. Il Kublai Award è solo una tappa simbolica, in cui premiamo un progetto per onorare tutti i creativi di Kublai: l’importante è che voi costruiate un documento a prova di proiettile, che poi possiate usare per comunicare il vostro progetto a eventuali alleati e finanziatori.

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