Ideiamo il gioco!

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  • Iniziato da Laura Duranti Avatar di Laura

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    • Dunque..Eccoci qui nuovamente!! :)

      Viste le difficoltà “didattiche” dovute a problematiche di “potenziale” distrazione e noia legate a moodle, soprattutto per i bambini più piccoli (elementari, ma anche medie), ci siamo chiesti come rendere maggiormente appetibili i contenuti, al fine di renderli più funzionali. Da qui è nata l’idea di utilizzare qualcosa che valorizzasse la cooperazione, ma anche la competizione, che funzionasse come un videogioco, facendo guadagnare punti allo studente e avanzare di livello.

      Dunque, riflettendo, ci siamo detti.. perchè non erogare i corsi con VIDEOGIOCHI EDUCATIVI, tipo serious games? 

      Abbiamo dunque pensato (come c’era in progetto, anche se poco valorizzata come idea, anche in origine) di creare un social network di supporto, che favorisse lo sviluppo di una community protetta ad accesso limitato (come accade attualmente per scuola3d) che servisse a supportare il progetto di prevenzione, ma anche a facilitare socializzazione e cooperazione, ed abbiamo iniziato a lavorare su queste idee. 

      Quel che è emerso nelle prime discussioni è che l’argomento “prevenzione” è troppo vasto per ideare un videogioco, poichè contenitore di mille cose. Dunque, abbiamo deciso di tornare al “primo corso” che avevamo ideato, quello sull’educazione affettiva e sessuale per i bambini nella scuola elementare e provare ad ideare un gioco su quello.

      Si è dunque iniziato a pensare a come dovrebbe essere strutturato il gioco, che modalità dovrebbe avere ecc.

      Citando Davide:

      Lo scopo, è di creare rete, provare a far circolare le informazioni, la cultura, creare condivisione, ridurre le spese della prevenzione nelle scuole, visto che i costi ad oggi sono sempre altri, aumentare la comunicazione interna ed esterna, essere dei referenti sul web.

      Su indicazione di Nicola, ci siamo dunque decisi ad aprire una discussione ad hoc, per riuscire a definire meglio questo “progetto nel progetto”, attraverso lo scambio cooperativo e collaborativo che anima kublai!

      

       

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    • Ok, continuiamo ad essere operativi.

       

      Il primo dubbio che dobbiamo cercare di risolvere è se orientarci verso un gioco fruibile all’interno del social network (come ad es farmville x facebook) o se preferire un gioco che sia fruibile in modo indipendente, con SN di supporto che faciliti la community. Personalmente ritengo che se è interno è meglio, però non è detto, magari creare qualcosa di esterno può andare a vantaggio della usabilità e si può utilizzare in altri contesti.

      Lascio la parola agli esperti…

       

      Altra domanda cui bisognerebbe trovare risposta, per capire in che modo potremmo avere un apprendimento che risulti efficace è:
      Meglio concentrarsi su un gioco che abbia come fine il giocare e come effetto trasversale l’imparare (es. supermario che acquista poteri = se si risponde giusto a “quiz” sulla prevenzione si va avanti) o un gioco tipo edugames puramente informativo tramite un learning by doing (tipo cartone animato “siamo fatti così” o tipo il filmato flash del chirurgo).

      Forse il primo potrebbe essere preferibile perchè lascia più spazio all’interazione.

       

      Voi che dite?

       

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    • Grande Davide! :)

      Well done! Ottimi spunti di riflessione..

       

      Per il primo quesito, io sarei più per un gioco vero e proprio, fruibile anche all’esterno del social network, utilizzando quest’ultimo come una community di supporto. Questo più che altro per l’estrema semplicità che normalmente hanno i giochini interni ai SN. Ma ammettendo la mia ignoranza rispetto alle potenzialità di giochi creabili internamente ad un SN, resto aperta ad un potenziale cambio di opinione!

       

      Sul secondo punto invece, io sarei più sul secondo modo. Per intenderci, il “filmato flash del chirurgo”, che se no gli altri non hanno visto, è questo http://www.edheads.org/activities/brain_stimulation/

      Ovviamente questa è solo un’animazione in flash e non un videogioco, ma rende bene l’idea di cosa voglia dire learning by doing! (e più doing di così si muore :))

      Io credo che l’interazione ci sia in qualsiasi tipo di gioco, se si decide bene “come” farlo, esattamente come l’elemento “sociale” che ci interessa mantenere e implementare. 

       

      A me piacerebbe ci fosse la possibilità di giocare in rete, giocare con gli altri (cooperazione) guadagnando il doppio dei punti e valorizzando così la cooperazione, ma anche contro gli altri, competendo in modo sano.

      Mi piacerebbe che mettesse il bambino di fronte a scene reali di vita e a problematiche reali. L’idea di farlo apprendere in modo collaterale, temo sarebbe forse apparentemente “più giocabile”, ma rischierebbe di limitare l’apprendimento e il passaggio di una serie di messaggi, che non possono essere tradotti in una breve schermata, ma che vanno passati in modo più corposo (sebbene semplice, colorato e divertente).

      Credo che per incentivare il gioco, si potrebbero trovare forme alternative, oltre alla normale spinta alla vittoria. Da riconoscimenti sociali (medaglia sul social network, classifica, guadagno punti come avviene per livemocha ad es) a riconoscimenti “pratici”, come premi mensili (es. ricariche telefoniche, giochi ecc) per i migliori o i più cooperativi. E’ solo un’idea ovviamente…

       

      Voi che ne dite?

       

       

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    • Avatar di Luca
      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Ciao a tutti, la proposta che state facendo e’ davvero interessante, sarebbe bello poter orientare     

      il cartone animato o il gioco verso il gusto di conoscere piu’ che il premio soddisfazione.

      Penso che nel primo caso ci sia qualcosa di un ritorno alla tradizione, “E’ bello imparare”, perche’ trovo

      i premi gia’ troppo sponsorizzati dalla necessita’ del commercio, che e’ indubbiamente utile ed importante.

      Mi piace pensare al campo della conoscenza come un’isola felice dove si fa a gara per imparare di piu’

      per il solo gusto del farlo. Grazie ed a piu’ tardi  LMF

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Brava Laura, con questa discussione si entra davvero nel concreto.

       

      Dunque, vorrei prima rispondere a Davide sul piano metodologico: a mio avviso il dubbio su gioco dentro o fuori è in questo momento prematuro. Occorre capire il tipo di edu-game che viene fuori per capire come e dove è meglio collocarlo.

       

      Invece è importante definire questo gioco. Laura, qui ci vuole un po’ di pratica: ti consiglio di andare sull’app store, guardare le categorie di giochi (credo che ce ne siano alcuni educativi), scaricarli e giocare per capire quale macrotipologia di gioco potrebbe prestarsi allo scopo.

       

      Qui, secondo me, si lavora con logiche didattiche prima di tutto. Il gioco dovrebbe essere uno degli strumenti con cui gestire il percorso di apprendimento. In questo caso, io gioco on line.

       

      Come ho suggerito a Laura, a mio avviso, il modo di procedere è quello di creare una storyboard del gioco in cui sviluppare l’apprendimento delle varie tematiche in un percorso a tappe. Il percorso tra una tappa e l’altra, tra una scena e l’altra, potrebbe essere costituito dalla modalità peculiare di gioco.

       

      Non credo che la scelta di un tipo di gioco debba essere rigida. Ad esempio un gioco arcade sparatutto potrebbe avere dei momenti diversi con quiz oppure strategia.

       

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    • Grazie a tutti per le risposte!!

      E’ veramente bello vedere come si riesce a riflettere e a trovare spunti e punti di vista diversi, dalla discussione aperta :)

       

      Per quanto riguarda Massimo, io sono d’accordo con te nella sostanza. Io sono “anomala”: da piccola preferivo i giochi di matematica o inglese, per imparare, più che per giocare e basta. Mi piaceva l’idea che di imparasse giocando. Ma da quel che ho capito, soprattutto dagli scambi avuti con Salvatore Mica, molto più esperto di me in videogiochi, questa non è la norma, anzi. I bambini giocano per giocare e non per imparare. Dunque “l’imparare”, non può essere lo scopo del gioco, o piacerebbe solo a qualche piccolo nerd come me :D

      Bisogna quindi trovare un modo per stimolare l’uso del gioco e facilitare così l’apprendimento e il passaggio del messaggio che esso sottende. Come fare? ancora non lo so. 

      L’idea di un gioco “normale”, con quiz che ti permettono (se rispondi giusto) di ottenere poteri per il tuo personaggio (es. il famoso supermario) e avanzare nel gioco, ma dove l’obiettivo dichiarato fosse che supermario arriva alla fine di tutti i livelli e salva la principessa, non mi piace particolarmente. Ho l’impressione che l’informazione che potrebbe essere veicolata da “brevi regole” o da “brevissimi quiz” tra una schermata e l’altra del vero gioco, sarebbe troppo limitata per parlare realmente di “prevenzione”. Almeno per come la intendo io. Se si adotta però la seconda opzione e cioè, per intenderci, quella che nell’esempio precedente era del neurochirurgo che ti fa “provare ad operare” coi suoi strumenti e ti insegna dunque le cose tramite un learning by doing, i ragazzi potrebbero essere meno motivati a giocarci. E dunque, bisogna inventarsi qualcosa che li motivi. Cosa vogliono i bambini oltre a vincere ad un giochino sparatutto o dove supermario salticchia qua e la? ricariche telefoniche? giocattoli? Lo so, è brutto dire che se studi ti do una ricompensa. Ma se ripenso a quando mi toccava studiare storia (che detestavo), mi viene in mente che anche a me venivano date “piccole ricompense” se “facevo il mio dovere”. E la cosa funzionava egregiamente. Dunque, un “concorso” che creasse un minimo di competizione tra gli studenti, potrebbe essere utile ad alimentare cooperazione e un minimo di sana competizione, utili ad apprendere.

       

      Per quanto riguarda Nicola, sono d’accordo. In effetti, prima ha senso ideare il gioco e, in base a quello, vedere se ha senso realizzarlo come interno al social network o esterno. Sono d’accordo anche sul fatto che sia utile creare una storyboard che definisca lo svolgimento del gioco, regole e livelli, così come ce lo immaginiamo. Credo che però, per questo, ponendoci come esempio un videogioco sull’educazione sessuale e affettiva, sia utile riflettere su che tipo di videogioco vogliamo fare, poichè lo storyboard cambia radicalmente se intendiamo fare soltanto schermate brevissime e quiz inframmezzati all’interno di un gioco arcade o se vogliamo costruirci sopra una vera e propria storia, come quella del neurochirurgo :)

      A questo scopo pensavo di cogliere il tuo suggerimento sul farmi un giro su appstore (e magari anche online, visto che il gioco sarebbe x pc) e provare a vedere cosa c’è nel panorama dei videogames che sta funzionando di più e provare a giocarci..

      Mi chiedevo però.. visto che, come già plurimamente detto, ho trovato nelle mie ricerche diverse animazioni flash che si occupano di questi temi educativi (tipo quella del chirurgo) fatte da diverse realtà internazionali, credi sarebbe utile che aprissi una discussione specifica su “ciò che c’è già in internet da cui eventualmente poter prendere spunto”? oppure, in alternativa, potrei scrivere un’ulteriore risposta, e magari postarle qui sotto, giusto per farci venire qualche idea in più.. cosa ne dite?

       

      Grazie a tutti!

      Laura

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Laura

      sicuramente va fatta una analisi su quanto esiste a lvello di edugames e di videogames in generale. Quindi va bene anche aprire una discussione sul tema dove potrete di volta in volta aggiornare la lista delle iniziative trovate

       

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    • Grazie Nic!

      Stavo solo riflettendo sul “non disperdere energie” e dunque se valesse la pena aprire un’altra discussione a parte :)

       

      Per ora, quel che ho trovato (prima della decisione di introdurre i videogiochi nel progetto), fa parte del panorama delle animazioni flash, giocabili come edugames. Sono per la maggior parte per bambini delle elementari/medie, ma c’è qualcosa anche per gli adolescenti.

      Tanto per citarne qualcuna, giusto per farci venire qualche idea per un eventuale videogioco, vi faccio una piccola lista (che poi magari trasporteremo in una discussione specifica):

       

      Gioco didattico vincitore di premi UE  http://junior.si/ekopotep/

      - Guardate la sezione “Life skills courses”, tipo quello sul bullismo e quella “health courses”, tipo quella su alcol, tabacco e droghe http://www.e-learningforkids.org/courses_grade.html#grade_K

      - I giochi di educationcity http://www.educationcity.com

      - Il gioco del neurochirurgo che opera http://www.edheads.org/activities/brain_stimulation/

      - Altri giochi educativi come quello del neurochirurgo http://www.edheads.org/

      - Serious games, come quello su educazione alimentare http://www.seriousgames.it/

      - Altri giochi per bambini under 10 http://gcompris.net/-On-one-page,67

      - Bellissimi, per teenager, i giochi educativi in flash come questo http://www.gotateenager.org.uk/games/g03/frameset.html?url=http://w

      - O questi altri, bellissimi, sempre di Gotateenager http://www.gotateenager.org.uk/default.aspx?page=tools

       

      Provate a dargli un’occhiata… magari anche a voi viene in mente qualcosa :)

      A me sembrano bellissime (alcune di più alcune di meno) ed è un po’ come io mi immagino un videogioco.. interattivo, semplice e diretto allo scopo, attraverso scene di vita vera.

      Voi cosa ne pensate?

       

      Laura

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      laura, ma se metti questi contenuti qui, nella discussione su come realizzare il gioco, non sei tu a disperdere energie, almeno in lettura?

      :)))))

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    • Eheheh sì, in effetti può darsi :)

      E’ che rendevano bene cosa avevo in mente quando parlavo di “fare un edugames”.. e magari potevano servire “da spunto” per qualche buona idea anche per gli altri, visto che si stava pensando come ideare il gioco…

      Però ripeto… ora mi farò un giretto su appstore e su internet alla ricerca dei giochini preferiti e più giocati e vedrò magari di creare una discussione a parte coi risultati, che contenga anche le animazioni flash trovate fino ad ora :)))

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    • Salve a tutti, ho dato una prima occhiata ai giochi presenti sull’app, nella categoria giochi>istruzione e mi sono segnato delle cose che potrebbe essere interessante inserire.

      Ho fatto due tipi di riflessioni, una breve di contenuto e una rispetto alle funzionalità.

      Rispetto al contenuto, Nicola, se non ho capito male, suggerisce uno storyboard. Ci ho pensato e mi era venuto in mente un personaggio, in cui il bambino ad esempio, si possa identificare (partiamo dalle medie o dalle elementari).

      Ho pensato che si poteva pensare ad un animale (es. un panda), a scelta tra maschio o femmina, con il nome del bambino, che compie questo viaggio all’interno di diversi scenari che spiegano i contenuti (parte didattica) e fanno sperimentare (parte esperenziale) quelle che sono le differenze tra un prima e un dopo. Mentre avanza, il panda si evolve, come se portasse con se i “segni” della conoscenza. Quindi dovrebbe esserci per ogni scenario un elemento che viene associato all’apprendimento di un determinato contenuto, in modo che il bambino, vedendolo possa fare l’associazione. Si potrebbe pensare ad un cambiamento nel personaggio o a degli oggetti da raccogliere.

      Rispetto alla flessibilità, dovremmo capire se fare un percorso obbligatorio o se lasciare al bambino la possibilità di scegliere. Questo punto secondo me dipende dal tipo di contenuti che andremo ad erogare, se saranno tra loro correlati e quindi è necessario che si verifichi una determinata cosa, prima del verificarsi di un’altra o se sono tra loro indipendenti.

      Vi chiedo se possono avere senso queste riflessioni o se conviene orientarsi su altro.

      Rispetto alle funzionalità, ho visto che vanno molto i quiz a tempo, tipo sulle capitali, città etc.

      Nel caso nostro potremmo pensare a qualcosa del genere, ma lo vedrei più come uno strumento di verifica/valutazione all’interno del gioco. Tipo faccio un percorso tot e poi ad un certo punto del gioco ci inserisco dentro il quiz, con un punteggio per valutare se e quanto è stato appreso. Servirebbe allo studente come feedback e perchè no a noi per valutare a livello di ricerca il grado di apprendimento.

      Un altro strumento valutativo interessante potrebbe essere fare un gioco di gruppo tipo nomi, cose, città, animali adattato ovviamente al tipo di argomento del gioco, che vada ad indagare sulle diverse macro categorie. In questo caso sarebbe una valutazione dell’apprendimento a livello di gruppo.

      Per aumentare la competizione, ho visto sempre in un gioco frasi del tipo: “tiratela sul punteggio”, mi è sembrata molto carina, io metterei una cosa del genere, tipo un su un punteggio, che possa stimolare la partecipazione anche di altri, da condividere o all’interno del nostro social network o anche su altri, come facebook,  che fa ancora di più viral! :)

      Farei una differenziazione tra facile, difficile e medio come c’è un po’ in tutti i giochi, mi viene da pensare anche a quelli della Nintendo DS, con alla fine una scala di avanzamento rispetto alle competenze o nozioni apprese (da decidere).

      La GRAFICA, ritengo debba essere accattivante e attraente in quanto , per mia esperienza, contribuisce oltre a far permanere la persona nel gioco, anche a farla tornare. Se è curata nei dettagli, se piena di cose da scoprire, aumenta la voglia di giocare e tornare, viceversa se povera, rischia di annoiare e risultare scontata e banale. Inoltre ho visto che ci sono giochi in cui svolgi il compito, ma nella stessa schermata puoi fare altre attività, tipo disegnare, spostare oggetti, interagire. Può avere senso curare questi aspetti trasversali?

      AVANZAMENTO di LIVELLO: in questo caso si può pensare a una serie di livelli che si sbloccano via via oppure a dei pacchetti che si possono acquistare con punti guadagnati. Si potrebbero guadagnare punti, ad esempio come in farmville, interagendo con gli altri, non so ad esempio, dando aiuto, fornendo ad un altro un “pezzo” o un qualcosa che l’altro non ha, stimolando quindi la collaborazione (ad esempio: io ho un nome e un altro ha una definizione e devo trovare chi mi da quella definizione associata a quel nome). Sarebbe ancora più interessante una sorta di “gioco intelligente”, che tiene conto della tua evoluzione, ma bisogna pensarlo bene.

      Rispetto ai SERIOUS GAME, non so se sapete come funzionano. Seguono un po’ quello che è il concetto del fare. Un po’ come nelle scuole, come tutti sapete, fanno le simulate nel caso di eventuali incendi o terremoti, al posto della lezioncina sulle buone prassi. Questo perché si è visto che in quei casi, di emergenza, scatta l’istinto e la persona è portata a fare ciò che gli risulta più familiare. Quindi o sai come fare, perché hai fatto un training, oppure prendi e scappi. Un ragazzo cui è stata fatta una lezioncina su come comportarsi in una situazione di quel tipo, tenderà sicuramente a scappare. Il principio del serious game, quindi dovrebbe essere lo stesso, in quanto ti fa sperimentare quella che è la procedura. Non conosco però il grado di efficacia in termini di apprendimento grazie ai serious game.

      ”Ora, nel nostro caso, riflettevo, non so quanto un serious game possa tornarci utile ai fini dell’apprendimento. Io ho un gioco per la Wii, in cui devo operare dei pazienti, è da un po’ che non ci gioco e se me lo rimettessi in mano, sono sicuro che farei danni enormi. Questo per dire che i serious game implicano una sorta di training. E’ quello che vogliamo?

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    • wow, quante riflessioni! :))

      Dunque…

      Rispetto al “cosa” fare, cercando più che altro in rete, ho trovato questo video, che spiega gli esperimenti in ambito europeo che si stanno facendo x creare edugames realmente efficaci e appetibili

      http://www.youtube.com/watch?v=hDttNbCJLwc&feature=player_embedded

      Rispetto a quanto dici rispetto al contenuto, la mia domanda è.. perchè un panda? :) o meglio, perchè scegliere un animale e non un bambino, che si confronti con situazioni di vita vera?

      Al di la di questa domanda, quando dici che immagini che il soggetto dovrebbe “evolversi”, sarà per deformazione professionale data dalle mamme che me ne parlano quotidianamente, ma mi vengono in mente i pokemon :D

      Anni fa c’era un giochino molto basic in 2d dei pokemon su pc e ti assicuro che avevo iniziato a giocarci per prova ed avevo finito per passarci un sacco di tempo. Ed era veramente idiota!! :) Sullo stile farmville x intenderci.

      Quindi, sul fattore “giocabilità”, potrebbe funzionare :)

       

      Rispetto alla “flessibilità”, io tenderei a dare una sorta di percorso obbligato (che poi bene o male c’è sempre), nel senso che anche se il personaggio apparentemente è libero di esplorare, poi come in monkey island ad esempio, fino a che non fa alcune cose non va avanti :)

       

      Concordo con i quiz per valutare l’apprendimento! Esattamente come altri strumeti utili, inseribili come “prove” nel gioco e giocabili sia individualmente che in gruppo, anche perchè se no non abbiamo prove di efficacia e il bambino rischia di andare avanti senza aver effettivamente imparato..

       

      Sui livelli (facile, medio, difficile) non saprei.. in realtà il gioco non è per il pubblico, ma per una popolazione ristretta, differenziata già per età.. ci si può pensare…

       

      Per quanto riguarda la grafica: io penserei ad un gioco 2d, tranquillo e il più semplice possibile, con pochi elementi di distrazione. Bisogna credo pensare ad una storia che sia accattivante e che stimoli a giocare, senza appesantire troppo il tutto…

       

      nb. so che ti piacciono i SN, come a me :) ma facebook (teoricamente) non è accessibile dai minorenni.. quindi sarebbe poco utile e addirittura poco carino, far sì che possano spammare il puntggio li! :) Però possono metterlo sul SN dedicato e protetto, dove ci saranno medaglie, una classifica e presumibilmente anche dei premi (che poi vedremo come gestire e in che termini erogare)

       

      Avanzamento di livello: sono d’accordo con te!! Mi piace l’idea della cooperazione che “paga” :)

       

      Per quel che riguarda infine i serious games… beh.. credo che nessuno si aspetti che un bambino faccia un training x operare pazienti :)

      Ma ci si aspetta che impari nozioni utili a fronteggiare problematiche quotidiane e che gli permettano di mantenere stili di vita sani e relazioni sociali sane.

      Questo non è così difficile da fare, credo :)

      Però bisogna pensarci su… voi cosa ne pensate?

      Torno ad indagare nella rete!! :))

       

       

       

       

       

       

       

       

       

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    • p.s. a proposito di “educazione sessuale” guardate un po’ cos’hanno fatto in canada.. un edugames davvero curioso :)

      http://www.healthunit.com/article.aspx?ID=15160

      Non molto originale, ma sicuramente .. semplice! Che ne pensate?

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Ciao Davide

       

      hai scritto tante cose, è un po’ difficile risponderti ma ci provo.

       

      Riguardo al personaggio, io penso che possa essere una buona idea ma dipende dall’argomento che stiamo affrontando. Se, come proponeva Laura, iniziassimo a ragionare sull’educazione sessuale e affettiva, temo che l’animale non sia utile.

      Al contrario, se parliamo di conflitti o forse di integrazione razziale, ci si potrebbe fare un pensierino.

      Credo occorra pensare in termini di giochi e non di gioco. Ovvero un gioco per ogni materia.

       

      Laura parlava di personaggi famosi. Potrebbe essere utile ma sono protetti da diritti. Naturalmente i proprietari dei Pokemon potrebbero anche essere interessati a sviluppare un gioco didattico per le scuole.

      Certo che non userei i Pokemon per la gestione dei conflitti a scuola perché quelli risolvono tutto con i super poteri, non mi sembra una grande lezione di vita :)

       

      Cmq molto bene questo approfondimento sul gioco. Bisogna proprio individuare il prodotto adatto alla prevenzione.

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    • Grazie Nicola!
      Credo proprio che tu abbia centrato il punto che ci stava credo sfuggendo: anch’io, parlando di giochi, immaginavo un personaggio che di volta in volta vive situazioni diverse e impara materie diverse. 
      Ma potrebbe tranquillamente nn essere così!
      Un gioco (e dunque un personaggio) studiato x ogni materia.
      Partendo dunque dall’educazione affettiva e sessuale, credo che il panda, x quanto carino, non avrebbe effettivamente molto senso.
      Come “protagonista” ipotetico ci metterei dunque un bambino.

      Xó qui torniamo all’inizio della discussione:
      - se facciamo un gioco tipo arcade o supermario con “schermate educative + quiz” x passare di livello, allora possiamo mettere anche come protagonista un panda, xchè tanto il gioco è separato dal contenuto che vorremmo veicolare
      - se facciamo un gioco tipo serious games, il protagonista è forzatamente un bambino.

      Cosa ne pensate su questo punto?! Io ripeto, sarei più per il secondo modo… O magari una sorta di via di mezzo tra le due.
      Nel filmato che ho postato nell’ultimo intervento, si parlava delle sperimentazioni europee: il gioco che si vedeva nel filmato, era una vera e propria storia (come ad es in monkey island) dove erano stati inseriti x passare di livello, istruzioni da imparare e quiz che, se superati, ti facevano andare avanti.
      Le istruzioni ti venivano date da un personaggio parlante (Galileo) che appariva qua e la nel gioco.
      I ricercatori dicevano che qst modalità era utilizzabile x tutte le materie. Ovvio che x la fisica, si può far sperimentare il ragionamento, attraverso leve da tirare, marchingegni ecc
      X l’educazione sessuale, bisognerebbe stidiarsela meglio.

      Quello su cui volevo riflettere poi è l’età target. Il giovo sperimentale di cui sopra era destinato a teeager.
      X le elementari, x quanto bello, sarebbe difficile.
      Vedendo i giochi studiati x i bimbi under 10, quel che ho trovato sono cose davvero immediate e semplici, tipo quelle postate nella discussione sui “competitor”.
      In origine ero personalmente dell’idea di usare i videogiochi solo sui bimbi di elementari e medie. Se così fosse l’idea assomiglierebbe a quelle realizzate da quei competitor.
      Se si estendesse anche alle superiori, si potrebbe pensare ad un’avventura guidata come quella del gioco del video che dicevamo prima.
      Voi che ne dite?

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Laura, stiamo arrivando al limite della capienza di questa discussione… il tema è complesso.

      Se posso darvi un suggerimento, è ora di coinvolgere i protagonisti: i bambini. Attraverso una scuola oppure privatamente, cercherei di lavorare con alcuni bambini in un focus group strutturato in cui la discussione avviene per schede ed immagini, come a voler costruire un puzzle (non puoi ragionare con i bambini in modo astratto)

      Altrimenti il rischio è quello di fare una scelta… per adulti! :)

    • Autore
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    • Credo che questo suggerimento sia fantastico!!

      Ok… vedremo di confrontarci a tre questa settimana, magari coinvolgendo anche Chiara e Davide e decideremo come/quando/cosa fare per attivarci in questo senso.

      Vi terremo aggiornatissimi sugli sviluppi!

       

      Ovvio che, se nel frattempo, qualcuno più esperto di noi nel campo videogames o qualcuno che avesse qualche idea in merito (anche magari solo perchè ha figli che giocano ai videogames ;)) volesse postarci qui le sue riflessioni, ne saremmo davvero felicissimi!!

       

      Grazie :))

      Laura

    • Autore
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    • Perdonatemi se arrivo in ritardo, ho letto i vostri commenti e vorrei solo aggiungere alcune brevi riflessioni a quanto detto.

      Mi sembra molto importante il discorso che fa Laura sul target: ogni età ha un proprio linguaggio, a me ad esempio piacevano tantissimo i giochi manageriali. Fare un gioco in cui è il ragazzo (ma almeno delle medie però, non prima) che deve organizzare una campagna di prevenzione sul tema sessualità mi sembrerebbe un bel modo per resposabilizzarlo sul da farsi.

      Certo prima di capire come ipostare la campagna ( o nel mentre lo fa) deve informarsi sul fenomeno, e da qui possiamo cercare di introdurre alcuni concetti da fargli passare di nostro interesse.

       

      Rispetto a fare un gioco in puro stile “supermario” oppure più sull’edu, io propenderei per la seconda scelta. A meno che non si abbia a che fare con bambini molto piccoli. questo perchè credo sia importante, a un qualche livello, mandare il messaggio che non siamo semplicemente un gioco come gli altri, ma che occorra quindi distinguersi senza mandare messaggi di ambiguità.

       

      E’ poi fondamentale passare anche note puramente infomrative tipo: gli indirizzi dei consultori vicino a dove abita il ragazzo (penso al targhet delle scuole medie e dei licei chiaramente… d’altra parte sapete cosa fanno oggi i ragazzi delle medie….), la possibilità di contattare un esperto “online” per chiedere chiarimenti, e quella di confrontarsi magari anche con altri coetanei su diversi argomenti, ma supervisionati da professionisti che possano dare un parere più autorevole.

       

      Il nostro obiettivo, a mio avviso, deve esere quello di istaurare un dialogo con i ragazzi, favorendo un dialogo al loro interno su alcune tematiche. COn Davide abbiamo fatto delle applicazioni per iPhone sulla genitorialità che andassero proprio in questa direzione: attraverso una serie di domande che ponevamo ai genitori, cercavamo di far si che loro potessero pensarne e porne di nuove, perchè il problema a mio modo di vedere non sono le risposte che ci diamo, ma le domande che ci facciamo.

      Anche per questo motivo propoendo per l’impostazione più edu e meno “sparatutto” :-)

       

      Luca

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      Gianluca Mei
      Partecipante

      Ciao Laura, davvero complimenti per la capacità di coinvolgimento e il livello di riflessione con cui state portando avanti il progetto. Non sono riuscito ancora a leggere tutti i post delle discussioni, quindi perdona se il mio commento ripetesse cose già dette.

       

      L’idea di uno strumento più interattivo e coinvolgente di moodle mi sembra decisamente valida. Capisco che definire quale deve essere questo strumento richiede di fissare alcuni punti (che avete discusso):

      • il messaggio educativo è il fine o un effetto collaterale desiderato?
      • la motivazione per il bimbo a utilizzare lo strumento deve scaturire dal piacere nell’apprendimento, da sfida intellettuale o da aspetti piu ludici / competitivi?
      • qual’è il miglior veicolo del messaggio educativo: regole del gioco, la storia, o l’intero contenuto (es. il flash sulla brain surgery – stanotte non dormo, rivoltante!)
      • qual’è il livello di tecnologia migliore per coinvolgere senza distrarre
      • ecc…

      Al di la dalle mie possibili sensazioni personali, è rischioso fare delle assumptions forti su questi punti, ma dubito anche che esistano in circolazione dati risolutivi.

       

      Quand’anche ci fossero, resterebbe da verificare che funzionino bene per i singoli temi. Se i collaterals di SuperMario bros riescono a insegnare bene la meccanica, funzionano anche con l’educazione sessuale ? Se il rivoltante video sul cervello funziona per apprendisti chiurghi, va bene anche per il bullismo ? E se qualcosa funziona per il bullismo, va bene anche per l’educazione sessuale ?

       

      Il mio consiglio è, se possibile, di fare dei test. Ipotizzare alcuni scenari, creare una serie sistematica di prototipi rappresentativi e focalizzati, somministrarli e fare dei test di apprendimento e comprensione.

       

      Leggevo ad esempio che il successo dello show Sesame Street negli anni ’80 è nato da prove con dei bambini che hanno dato esiti totalmente diversi rispetto alle idee iniziali degli autori.

       

      Buon lavoro!

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    • Ciao Gianluca!

      Grazie mille per le tue riflessioni :)

      Sono perfettamente d’accordo con te. 

      In questi giorni di “relativa quiete pasquale” mi sono data alla navigazione folle su internet alla ricerca di tutto quello che mi potesse essere utile per chiarirmi le idee…

      Tra le varie, proprio in tema di bullismo, ho trovato questo http://www.avataratschool.eu/

      Realtà virtuale, secondlife simile, per spiegare come fare e far apprendere social skills.

      Ma, come dici giustamente tu, probabilmente non ha senso pensare a qualcosa che funzioni in assoluto per tutto. Ci possono essere modalità per far passare alcuni argomenti ed altre, per altri. Dunque bisogna riflettere e approfonditamente.

      L’idea di fare dei test, proposta anche da Nicola, la stiamo prendendo seriamente in considerazione. Bisogna valutare, nella pratica, il “come fare”. Quando ci suggerisci ad esempio di ipotizzare alcuni scenari, creare prototipi e somministrarli, cosa hai in mente di preciso? come la realizzeresti? :) 

      Onestamente non mi è mai capitato di fare questo genere di “focus group” e da psicologa, ammetto di avere qualche difficoltà nell’immaginare come strutturare la cosa “concretamente” :)

       

      p.s. mi dispiace per il tuo sonno… prometto che, appena troverò un serious games meno emotivamente coinvolgente, depennerò ufficialmente quello del chirurgo! Però devi ammettere che, sul learning by doing, è centratissimo :D

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      Gianluca Mei
      Partecipante

      Piccolo chiurgo: non sono arrivato alla fine, mi fa davvero senso. Spero che l’abbiano fatto per persone molto più motivate di me nel vederlo, e comunque sarei curioso di vedere le loro statistiche di visualizzazioni, in quali punti la gente abbandona.

       

      Per il test: vanno ragionati ovviamente, dovrebbero essere dei prototipi che implementino le caratteristiche da testare in maniera mutuamente esclusiva, in forma ridotta e semplificata. Ad esempio con dei disegni invece che animazioni 3d e colonne sonore. Le metriche per valutare l’apprendimento sono sicuramente nella sfera delle tue competenze psicologiche. Per l’accesso ai bambini a cui sottoporre i test probabilmente si possono fare degli accordi con le scuole o anche le ludoteche.

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    • Grazie mille per la risposta :)

      Conta che il videogioco del chirurgo è stato fatto x bambini!!!! La cosa mi ha alquanto turbato e mi sono chiesta soprattutto, ma che diavolo vuoi che gli possa interessare a un bambino della stimolazione cerebrale profonda di un paziente col parkinson?! ma… :))

       

      Per il test, se ho capito bene, proporresti di “simulare” l’operatività del gioco attraverso disegni, da sottoporre ai bambini giusto? Per valutare l’apprendimento ci sarebbero una serie di variabili di confondimento da tenere in considerazione, ma si potrebbe fare..

      Solo mi chiedo: per fare questo noi dovremmo avere già un’idea pressoché esatta di come vorremmo realizzare il videogioco in questione, giusto? Se no che disegni faccio vedere ai bimbi? :)

      E per predisporre più scenari, ritornando agli esempi già largamente citati, ci sarebbero ad esempio disegni di supermario con disegni di schermate educative e disegni invece propriamente educativi come quello del chirurgo. Ho capito bene? 

      Non ho bene idea di come rappresentare questo in modo realmente funzionale (che faccia cioè realmente capire come sarebbe nella realtà) così da ottenere risposte valide, sia sul piano della gradevolezza  che dell’apprendimento. Proverò a confrontarmi con davide e luca e vedremo di partorire rapidamente qualche buona idea :) Nel frattempo, ogni consiglio è e rimane assolutamente bene accetto!! :))

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      L’esempio dei disegni non era cosi letterale. Quello che intendevo è che una volta stabilita la variabile da testare tutto il resto per praticità ed economia può essere ridotto all’osso.

       

      Quindi ad esempio per testare se è meglio educare con le regole piuttosto che con l’esito o lo storyboard del gioco si potrebbe evitare di creare complesse e costose animazioni, e  magari utilizzare delle pseudo-animazioni fatte con qualcosa di semplice, tipo dei disegni (al computer). Probabilmente nel pilota non serve neanche di proporre l’intera storia o progetto educativo ma solo alcuni punti.

       

      Quali variabili testare è una scelta di impostazione di fondo, quindi vostra, mentre chi è del settore probabilmente non ha nessun problema a trovare la forma tecnica più semplice.

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    • Grazie mille Gianluca!
      Mi hai aiutato a chiarire un po’ le idee sul “come fare” :)
      La mia difficoltà ad immaginare il come fare era dettata dal fatto che so quali variabili considerare e testare, ma non essendo del settore non riuscivo ad ideare la forma tecnica più semplice per realizzare questa sperimentazione-pilota.
      Grazie ancora :))

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    • Ciao Laura, è da un po’ che ti seguo con la tua idea progettuale che mi piace  molto e che credo potrà avere uno sviluppo in seguito. Ci sono molti spunti interessanti provenienti dal network kublai , però ho il timore che ti stia allontanando un po’ dal progetto, tant’è che ad oggi  non so a che punto è il tuo elaborato. Se mi permetti ti inviterei a riconsiderare la bozza progettuale e provare ad integrarla con un piano delle attività più dettagliato inserendoci  le parti “nuove” come per esempio il gioco, così da presentare un documento più articolato  da sottoporre, se lo ritieni utile come consiglio,  in seguito al vaglio di coordinatori didattici  che sicuramente potranno orientarti meglio.

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    • Ciao Simona,

      intanto grazie mille per il consiglio!! :)

      Anche noi, ad oggi, sentiamo l’esigenza di ridefinire alcuni punti, al fine di fare chiarezza e mettere dei paletti all’interno del progetto, che fungano da base dalla quale partire per procedere concretamente.

       

      Con Luca e Davide abbiamo deciso di incontrarci in settimana per fare il punto su alcune questioni:

      1- bozza del progetto: anche noi avevamo pensato di provare a riscrivere il progetto, inserendo i punti “nuovi” emersi grazie allo scambio in kublai, per definire meglio gli attori implicati e lo svolgersi delle diverse attività per come ce le immaginiamo e provare a riproporre, prima che ai coordinatori didattici (che sono certo importantissimi), il progetto su kublai, in modo da perfezionarlo e metterlo a segno grazie all’apporto di tutti, prima di proporlo all’esterno. Spero riusciremo a fare tutto in settimana!!

      2- scegliere il nome: ci siamo infatti detti che, nonostante ELT sia stato un nome utile ad identificare il progetto fino a questo momento, è assolutamente giunta l’ora di trovare al progetto stesso un nome definitivo, nel quale identificarci, che sottenda tutto quanto espresso nella bozza di progetto. Ci stiamo lavorando e spero che anche questo verrà espletato entro fine settimana :)

      Appena l’avremo trovato, la mossa successiva sarà quella di acquistare il nome a dominio corrispondente, così da avere “una prima identità sul web”. 

      3- fase test: iniziare ad immaginare e realizzare una fase test-pilota, attraverso la quale definire meglio “come fare”, ovvero in che termini proporre i videogames, i corsi elearning e gli altri servizi, a fronte della letteratura già presente, dell’analisi dei competitor e di quello che emergerà dalla fase pilota stessa. Credo proprio ci lavoreremo fortemente nei prossimi giorni, a partire da domattina quando vedrò luca proprio per una riunione tecnica su questi argomenti. Le discussioni su kublai in questo ci hanno aiutato davvero molto e spero sapremo farne tesoro per arrivare presto al punto!! :)

      4- modello di business: a fronte di quanto emerso, anche relativamente all’aggiunta all’idea del social network, il modello di business della prima bozza di progetto può ritenersi superato ed essere rivisto e ampliato, al fine di trovare ulteriori fonti di entrate/sostegno per il progetto stesso. A questo scopo, pensavo di aprire una discussione ad hoc, anche al fine di confrontarci con la community e trovare magari spunti e idee per allargare il modello stesso.

      Tu cosa ne pensi? Credi sia meglio farlo dopo aver pubblicato la nuova bozza di progetto o si potrebbe immaginare già una discussione simile ora?

      5- Bandi, concorsi, finanziamenti e collaborazioni: nonostante il progetto sia ancora in fase di “aggiustamento dei dettagli”, le linee guida ci sembrano essere abbastanza delineate e ci stiamo attivando per trovare tutto quello che ci può essere utile per la fase di startup. L’ideale sarebbe riuscire a mettere online un servizio almeno in fase beta prima dell’inizio del nuovo anno scolastico (di questo ci occuperemo ampiamente nel prossimo mese), in modo da poter usare quell’anno per testare, implementare e migliorare i servizi. In questo spero che, come staff di kublai, ma anche come singoli progettisti magari più esperti, ci potrete dare una mano :))

       

      Questi sono i nostri punti di discussione a breve-medio termine. Vi terremo aggiornati, come sempre, sugli sviluppi! Stay tuned ;-)

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Ciao Laura

       

      tutto benissimo

       

      sul punto 4 si potrebbe iniziare una discussione ma quanto meno dovresti pubblicare una descrizione riordinata del progetto, magari sulla pagina principale, altrimenti potrebbe essere difficile contribuire correttamente per via della dispersione delle informazioni tra tutte le discussioni aperte.

    • Autore
      Articolo
    • Ciao nicola,

      grazie!!

      Hai perfettamente ragione ed era proprio il mio dubbio…

      Ho appena finito una lunghissima riunione con Luca e abbiamo definito alcuni punti del progetto.

      Nei prossimi giorni cercheremo di mettere a punto la nuova bozza di progetto in modo da riproporla al più presto alla community e sapere cosa ne pensate!

      Nel frattempo però, visto che abbiamo già iniziato ad ipotizzare un modello di business da scrivere nella bozza, sarebbe utile fare come ci hai suggerito, per apportare direttamente eventuali modifiche/aggiunte nella bozza stessa!

      Ora mi attivo e vedo cosa riesco a fare :)

      Grazie mille!

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