• Da buon siciliano quale sei chi meglio di te poteva proporre un gioco simile affrontando questa tematica così ricca di sfaccettature.. io credo che questo progetto riesca a coniugare il gioco e l’informazione risultando allo stesso tempo educativo e coinvolgente.. figure come Saviano e la Borsellino sarebbero poi il fiore all’occhiello per la riuscita finale del gioco, in termini di importanza e ritorno mediatico.. hai la mia approvazione e speriamo bene!!!

  • Caro Tito il tuo commento è davvero interessante – caspita è da quando sono qui su Kublai che nn sento neanche una banalità/idiozia/stronzata! – Il divertimento è il nostro asse portante – se nn rendo il gioco divertente, il gioco smette di essere tale. Non sarà facile pensare ad una meccanica di gioco simile ma, come giustamente sostieni tu, il nostro fine non è solo veicolare dei contenuti, ma creare un mondo in cui le azioni parlino da se, in cui sono gli stessi giocatori che scrivono la storia in base alle loro scelte, rispettando le regole del mondo ovvero le meccaniche del gioco che noi abbiamo ideato e su cui i modelli sociali interni al gioco si plasmeranno. Non è una cosa che si improvvisa:-) Un modello interessante di gioco/informazione/critica è il gioco di macdonald di molleindustria (http://www.mcvideogame.com/). Non lo apprezzo molto per la grafica e imho il gameplay poteva essere più strutturato in modo da essere più coinvolgente e rendere le partite meno “a precipizio” ma rimane cmq un gioiello di design digitale e comunicazione

  • Tito ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di Mafia connection - Social Game sulle MafieMafia connection – Social Game sulle Mafie il 23/10/2009

    Caro Salvatore, l’idea cattura non c’è dubbio, e se riuscissi a realizzare l’obiettivo che ti prefiggi, il progetto sarebbe di chiaro interesse pubblico. Lo dico da dipendente pubblico che, pur non occupandosi direttamente di queste cose, ha molto a cuore i valori che professi.
    E’ vero, il Gioco è potente nel modificare la realtà, per tanti motivi. Anche per questo l’anno scorso abbiamo attribuito il Kublai Award ad un idea in fondo non troppo distante dalla tua. Il vantaggio di critical city ripspetto alla tua idea, però, era che lì un po’ la dinamica di gioco la vedevamo.
    Il problema, come dicono gli altri, è nella tensione fra gioco e obiettivi seri.
    Io, rispetto agli altri, per l’importanza che sembri dare alle tue finalità etiche, sono un po’ preoccupato del contrario, che venga meno il divertimento da cui, se vogliamo, tutto l’effetto pedagogico dipende. I classici ragazzini da videogioco temo che rifuggirebbero da una cosa che sa di educativo. Quindi, come già si capiva da prima, la soluzione sta nei dettagli. Perchè dovrebeb essere divertente un gioco in cui non sparo neanche ai mafiosi? Per la componente tattica? O per la creatività con cui mi immagino di sconfiggere la mafia? Forse il modo in cui lo immagino io un gioco del genere è come una cosa ad esito non predeterminato, in cui la storia la scrivono i partecipanti senza sapere nessuno come si evolve, ma con nella aprte dell’”administrator” qualche esperto di psicololgia, di comunicazione, e di contrasto alle Mafie. Quindi, non solo nel comitato scientifico, ma, in effetti, come giocatori.

  • Sono davvero delle ottime idee Peppe! Grabbate nel project:-) Hai colto perfettamente lo spirito del gioco – conoscendoti non mi stupisce ovviamente…^__^

  • Carissimi

    Grazie per aver joinato il progetto e grazie per i vostri commenti. E’ vero, il progetto è molto molto delicato ed è sottile il crine che divide un progetto videoludico che vuole veicolare un contenuto importante, serio che va conosciuto sopratutto dalle nuove generazioni, da un giochino che fa giocare a “fare il mafioso”. Dobbiamo tenere conto che il gioco è cmq una simulazione: quindi una mimesi di elementi o processi centrali di un sistema, non di TUTTO il sistema, la semplificazione è inevitabile, ma la banalizzazione NO.

    Rispondo ad personam:-)

    Walter il tuo commento è come sempre acutissimo, il mio progetto farà tesoro di ciò che hai detto, il concetto “ecologico” di cui hai accennato mi piace moltissimo e tenterò di implementarlo nel design. Mi piacerebbe anche che tu continuassi a dirci la tua man mano che il progetto crescerà. La collaborazione con il progetto a-maze per noi è auspicabile ma il mio progetto deve ancora strutturarsi per poter coordinarci con il loro che è un progetto già avviato e approvato…Oltre a questo bisogna vedere se a loro questa collaborazione interessa!:-) Ma ora invito qualcuno di a-maze qui e ne parliamo, grazie x il suggerimento Walter!

    Alberto hai assolutamente ragione, il comitato scientifico va creato con grande attenzione e sollecitudine. Di esso farà parte la mia carissima Prof.ssa Di Natale con cui collaboro all’Università di Catania giornalista professionista che ha creato diverse inchieste sulla mafia, autrice anche di “Hotel Librino” un reportage recentemente premiato. Saviano, Borsellino, ecc…Sono miei miti e spero tanto che accetteranno di partecipare al progetto – morirei felice, credetemi:-)

    I due federico: io credo fortemente che il concetto di gioco sia sottovalutato. Giocare con qualcosa o tramite qualcosa vuol dire capirla,conoscerla, appropriarsene, impararla, maneggiarla. E’ quello che vorrei fare con la Mafia e le Mafie. In passato la forza della Mafia consisteva nel negarsi: “La mafia non esiste!” Falcone e Borsellino hanno impiegato le loro vite per dimostrare che così non era. Sembrano tempo passati ma non lo sono del tutto. L’ignoranza, voluta, cercata, imposta serpeggia ancora nelle nostre città. “Voto X perchè mi ha promesso che mi fa assumere da Y – tanto sono tutti gli stessi…” “Un progetto culturale non lo puoi fare se nn sei legata a qualche politico, si sa, lo sappiamo, inutile provarci…” “Non puoi cercare di valorizzare il turismo sul tuo territorio…E’ tutto un magna magna qui…Ma hai parlato con X? Quello conosce tutti e ti può aiutare!”. Ancora oggi queste affermazioni che si riferiscono ad un sistema culturale non vengono considerati MAFIA. Invece lo sono. Questo assunto assieme ad altri vorrei far capire ai quindicenni che affollano i social network e i ventenni e i venticinquenni, e i cinquantenni…La scelta del social Network è un rischio calcolato a mio parere: è vero che è facile banalizzare il gioco e renderlo una “cazzatina per passare il tempo” ma il social network è il luogo dove l’effetto virale è garantito, potremo raggiungere più persone in forma gratuita a prescindere dal sistema digitale che usa. Infine, si Ferderico, ovviamente non pensavo ad un character design “puccioso” o “mangoso”. Ma conturbante quanto il fenomeno stesso.

    Ditemi la vostra che in un giro sono arrivate idee critiche e segnali per me interessantissimi! Grazie!:-)

  • Secondo me un punto distintivo, che separa bene simulazione delle meccaniche mafiose e realtà, potrebbe essere quello di associare fatti, aneddoti ed episodi reali al gioco: faccio un esempio, sul gioco si simula il racket, associare una descrizione del fenomeno e dei dati statistici sul racket a Palermo (esempio) e quali danni crea, accanto la componente simulativa renderebbe la cosa subito più seria e meno in stile “Scarface”.
    Legare poi al giocosimulazione magari un forum o degli eventi organizzati dalle associazioni antimafia potrebbe essere un altro risvolto interessante.
    Educazione alla legalità veicolata tramite la simulazione delle meccaniche mafiose, per capire realmente quando un comportamento di qualcuno che ci sta vicino lo è, quando si fa omertà, e quali sono le conseguenze in scala grande e piccola.

  • L’idea progettuale è di per sè affascinante, perchè non c’è miglior modo di comprendere un fenomeno che simulare le sue logiche e provare a scardinarle. Il tutto sta comunque nel prendere posizione, come diceva Alexander nel film “Prima della Pioggia”.
    Il gioco potrebbe prevedere una strutturazione del tipo : scalata al successo mafiosa, partendo dalla strada, piano dei colletti bianchi, ravvedimento e distruzione di quelle logiche costruendo ed in questo il gioco dovrebbe poter proporre una terza via che non sia scegliere di giocare a guardie e ladri, ma anche di poter cooperare e costruire percorsi dal basso.

    Ad esempio: organizzare in un quartiere la raccolta differenziata dal basso per impedire il business di discariche abusive, tecniche di subversive engineering per costruire strumentazioni a costo competitivo impedendo lo sfruttamento in altre nazioni, stimolare il movimento e l’etica hacker nel realizzare software libero a differenza di comportamenti lobbystici, diffondere la conoscenza senza brevettarla, autocostruire pannelli solare, creare gruppi di acquisto solidale, banche del tempo vs sistema economico bancario e usura….ecc..

    Insomma in un sistema “Ecologico” preda-predatori, antimafia-mafia rientrerebbero in questo sistema ecologico, mentre una variante evolutiva del modello potrebbe essere rappresentata da una variante dinamica del gioco ovvero cooperazione dal basso, che introduce una forte perturbazione nell’ecosistema del gioco e la risulozione orginale e differente delle dinamiche classiche di cui sopra.

    In sintesi una variabile in più: l’elemento cooperativo …..
    Critical city nel suo gioco urbano a-maze che presenterà in anteprima a Matera il 30 Ottobre sta in fondo realizzando un operazione legata a cambiare le regole di un gioco diventato perverso e sinistro per colpa di un’intelligenza computer cattiva (metafora del potere occulto, tiranno), un gioco urbano, metafora del dover contrastare la corruzione dilagante, i poteri forti, provare a far emergere nuovi modelli sociali cooperativi è sicuramente di grande impatto e sicura efficacia, ma non esclude un gioco di ruolo totalmente basato su web e non si escludono nemmeno possibili contaminazioni tra questi due modelli.

  • Mr ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di Mafia connection - Social Game sulle MafieMafia connection – Social Game sulle Mafie il 23/10/2009

    Beh, se veramente riesci ad agganciare Saviano come partner molti problemi di credibilità si risolvono. In alternativa potreste chiedere a Rita Borsellino. In realtà qui secondo me vi salvate con un “comitato scientifico” di credibilità inattaccabile.

  • Ciao Salvatore
    Aderisco ma non sono convinto che, nonostante le evidenti buone intenzioni, associare un fenomeno come la mafia al concetto di “gioco” sia una idea che condivido.
    Sostanzialmente mi associo al 99% a quanto già detto dal mio omonimo qualche riga più sotto.

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