• Davide ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 18/3/2010

    Nicola, io penso che il mito del lavoro (produttivo in senso stretto) protratto per dieci ore al giorno sia un retaggio della rivoluzione industriale ormai trapassata, sintomo di scarsa efficienza ed efficacia, tenuto in vita artificialmente. So che tante persone fanno un vanto delle ore lavorate e che profondono sinceramente il massimo impegno in quello che fanno. A volte, questa sincerità di impegno viene sfruttata di buon grado dalle aziende che trovano molto più comodo, facile ed economico continuare nel vecchio invece che ottimizzare i processi.
    Ma la vera innovazione sarebbe mandare tutti al mare a respirare un po’ di iodio.

  • Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 14/3/2010

    Benissimo Davide, sono contento che tu stia parlando di una attività impreditoriale.

    Sotto avevo letto in un tuo commento “Finito il lavoro, ciascuno tornerà alla propria vita” che mi aveva disorientato dato che tipicamente in una attività imprenditoriale finito il lavoro, dopo se ne fa’ un altro.

  • Davide ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 13/3/2010

    Nicola, non è chiaro NUM3RO o Unconventionall? NUM3RO è in progress, quindi è possibile. In ogni caso, voglio chiarire che quello che voglio fare non è un’associazione no-profit ma un’attività imprenditoriale.

  • Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 13/3/2010

    Ciao Davide, non ho capito bene, ma ho sentito parlare di Unconventionall, a Milano, che assomiglia un po’ alla tua idea…

    dov’è il progetto se non si da continuità al gruppo?

  • Davide ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 6/3/2010


    Il social network e la community saranno strumenti di interazione e di lavoro ma NUM3RO sarà soprattutto un luogo concreto, con un indirizzo geografico, un ambiente di lavoro reale. Il sito internet sarà uno strumento di comunicazione all’esterno della vitalità interna e anche uno strumento di gestione dei progetti, qualcosa a metà fra Google Wave e una community, con alcune comunicazioni pubbliche e altre private, traccia di un lavoro nel mercato quotidiano.
    Per realizzare questo, servono investitori che credano nella convenienza economica dell’impresa; perché chi lavora in NUM3RO, nella fase di start-up, dovrà essere pagato, anzi, forse è più esatto dire che dovrà guadagnare qualcosa per sé. All’inizio, questo qualcosa potrà essere equivalente a quel poco che un giovane architetto o designer o ricercatore prende in uno dei tanti studioli cittadini per poi crescere con le commesse. La differenza di senso è che quel denaro non sarà la remunerazione di ore alienate lavorate ma il pagamento per progetti realizzati.

    Per quanto riguarda la gestione concreta, ci sono aspetti specifici legati alla organizzazione degli studi di architettura, design e centri di ricerca e altri di tipo più generale. Relativamente a questi ultimi si potrebbe sommariamente immaginare che a ogni progetto venga assegnato un gruppo di 5/10/15 persone che lavoreranno con responsabilità diretta su risultati e guadagni; l’avanzamento dei lavori verrà sottoposto ciclicamente agli altri membri di NUM3RO.

    Ciò che sarà davvero importante non sarà tanto l’organizzazione pratica, che andrà comunque definita e ottimizzata, ma il cambio di prospettiva: non lavorare per la fondazione di tante piccole firme, piccoli egocentrismi, piccole star, piccole presunzioni ma perdersi e rafforzarsi nel num3ro per arrivare più lontano e competere realmente con entità produttive che hanno capito tutto, che sono gestite in modo da avere un peso vero nel mercato. Finito il lavoro, ciascuno tornerà alla propria vita, senza la necessità – che pare imprescindibile per i creativi – di rendere la propria personalità merce da esposizione, da evento del Fuorisalone, senza doversi fare (piccolo) personaggio per poter sopravvivere. Il peso invecchiato, moderno, post-moderno, pop della firma verrebbe addossato tutto su un marchio: NUM3RO, e farne parte sarebbe stare nel, semplice, lavorare per vivere.

  • Walter ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 5/3/2010

    Il concept è molto interessante e affascinante, però non riesco ancora a organizzare le idee potresti dare maggiori indicazioni Davide, su quale è la tua visione progettuale?

  • Federico ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 5/3/2010

    Chiaramente una community, un social network tematico potrebbe essere una prima soluzione per aggregare e far interagire i “proletari intellettuali”. Ma di comunità online ne sorgono decine al giorno, spesso in competizione per una stessa micro-nicchia e gli utenti si possono anche iscrivere ma spesso quello e il primo e ultimo atto. Bisogna caratterizzare in maniera forte un eventuale spazio di aggregazione online, dandosi, oltre alla “visione”, strategie chiare, obbiettivi concreti e fornendo strumenti realmente utili ai membri della comunità. In più cercare di prevedere da subito il coinvolgimento di “entità” (organizzazioni, aziende, PMI ecc.). Mi viene in mente, così tanto per iniziare, il NABA

  • Mr ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 4/3/2010

    Beh… il problema di coordinarsi è sempre il come. Quindi mi viene da chiederti: come pensi di superare il problema?

  • Davide ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di NUM3RONUM3RO il 4/3/2010

    Grazie per il benvenuto. Sì, il sito è criptico e traccia semplicemente i miei movimenti; per il momento.

    NUM3RO ha vari desideri:
    1) Superare l’autoreferenzialità del creativo. Spesso, menti brillanti svolgono in solitaria la propria ricerca che, di solito, è debole e arriva troppo vicino. Il sottotitolo di NUM3RO è “GRUPPO DI RICERCA LONTANA” perché ogni progetto di NUM3RO sarò una stratificazione di intelletti che si spingano a vicenda più lontano di quanto sarebbero arrivati singolarmente.
    2) NUM3RO vuole diventare un luogo di lavoro di tipo industriale, alimentato dal numero alto di addetti a un progetto, dall’ottimizzazione dei processi produttivi e – scandalo – creativi.

    Il punto 2 nasce dall’osservazione della realtà milanese: 38.000 iscritti al Politecnico di Milano, diverse migliaia di laureati all’anno; altrettanti sono gli iscritti e diplomati delle numerose scuole parauniversitarie. Non appena fuori dalla scuola, tutte le piccole individualità di vero proletariato intellettuale entrano immediatamente (e in modo un po’ ridicolo) in concorrenza, la risultante degli spin di queste migliaia di molecole è vicina a zero.
    In concreto accade che le piccole e preziose singolarità creative – impossibilitate a muoversi efficacemente – sono oggi disperse e consumate nelle realtà produttive già consolidate.

    Una risoluzione che ora mi pare banale è rivolgere in direzioni compatibili qualche centinaio di spinte che, sommate vettorialmente, daranno una forza apprezzabile e in competizione con i pesi granitici che governano e disegnano la città produttiva.

    L’essenza di NUM3RO renderà l’impresa conveniente perché situata sul piano della competizione col resto del mondo, non con il compagno di corso.

    Questi sono appunti, da discutere, integrare e migliorare. Avanti con i commenti!!!

  • Vedi altro