Primo Documento di Progetto

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      Marco
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      In allegato trovate la versione finale del documento progettuale.

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      Federico V.
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      Ciao Marco,
      Ho letto con attenzione il tuo documento nella sua ultima versione, la 0.7 e, prima di qualsiasi considerazione, devo farti i complimenti sia per l’idea progettuale sia per come questa è esposta nel documento stesso. La lettura è sempre piacevole ed anche molto chiara nella descrizione dei bisogni percepiti e degli obiettivi che l’iniziativa si prefigge di raggiungere.
      Ti pongo quindi in questa prima analisi del tuo documento alcune questioni che mi sembrano fondamentali prima di procedere ad una (eventuale, il tuo documento mi sembra già molto buono così) fase di analisi più dettagliata.
      Dunque, per quanto io possa comprendere che un progetto del genere, come molti altri, sia alimentato in primis dall’entusiasmo dei suoi proponenti, mi sembra, però, che in alcuni punti tendi a semplificare troppo questioni che potrebbero ostacolare la realizzazione del progetto stesso.
      Già nella pagina dell’elevator pitch trovo alcune importanti affermazioni non avvalorate da equivalenti modalità realizzative, come ad esempio quando scrivi che uno degli obiettivi del progetto è quello di stimolare Sindaci e Comuni all’adempimento delle attività previste dalla Legge: non è spiegato come pensi dovrebbe essere raggiunto questo obiettivo (prescindere dal pungolo derivante dal fatto che esiste un database), visto che non credo che i sindaci procedano alla redazione di un Piano di Protezione Civile per il solo fatto che esiste un database degli oggetti a rischio.
      Andando nel dettaglio vorrei che mi chiarissi i seguenti dubbi:
      1) Poco è meglio di niente, d’accordo. Ma quale percentuale di popolazione ti aspetti che proceda alla compilazione di questi moduli online? 20%? 35%? 70%? La differenza è sostanziale, perché un sistema informativo basato su dati incompleti o inattendibili potrebbe non essere in grado di compilare un piano di prevenzione efficace. Bisogna anche tenere conto della diffusione del collegamento internet, se i cittadini devono inserire i dati online.
      Qual è dunque il limite minimo di partecipazione dei cittadini per cui un sistema del genere possa avere una sua validità come base per la redazione di un piano di prevenzione?
      2) Che tipo di dati dovrebbe fornire il cittadino? Nulla di troppo complicato, immagino, ma neanche di troppo semplice, perché altrimenti non otterremmo benefici da un tipo di censimento troppo generico. È così?
      3) Che responsabilità legale ha il cittadino che inserisce dati non corretti sul sistema per errore o per dolo?
      4) Che controlli di congruità sono previsti in relazione agli inserimenti incrociati che possono fare cittadini diversi sui medesimi immobili o sulle inevitabili sovrapposizioni?
      5) Il sistema, nella tua idea, prevede interazioni con il Catasto o con altre amministrazioni magari di tipo fiscale? Questo potrebbe limitare l’apporto “spontaneo” dei cittadini.
      6) A parte l’evidente vantaggio di contribuire alla redazione di un piano di prevenzione e anche se non è attinente alla creazione del progetto vero e proprio, secondo te, come dovrebbe essere diffuso l’utilizzo del sistema e attraverso quali canali? Che vantaggi oltre a quello già sottolineato potrebbe avere il cittadino?
      7) È evidente, come tu stesso specifichi, il forte impatto sociale economico e politico che questo sistema potrebbe avere. Il lato politico mi sembra davvero preponderante, sotto certi versi. Al di là del tuo giusto desiderio di coinvolgere personaggi della protezione civile come Zamberletti e Bertolaso, hai già contattato politici locali per capire se un sistema del genere potrebbe essere facilmente digerito dai meccanismi della politica locale?
      Sono a tua disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento
      A presto
      Federico

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      Marco
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      Ciao Federico, innanzitutto ti ringrazio per la tua prima analisi, estremamente lucida e puntuale, che ha messo sul tappeto questioni davvero molto importanti che proverò a discutere nei prossimi post.

      Pensavo inoltre che, ai fini dell’analisi, potrebbe essere utile fornirti un account per l’accesso ad una vesione demo del sistema che propongo. Questa espone solo alcune funzionalità, assolutamente non testate, ma tuttavia fornisce una idea abbastanza precisa di come sarà il sistema. Che ne pensi? su quale indirizzo email posso inviarti un account?

      A dopo, Marco

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      Marco
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      Ciao Federico, provo, di seguito, a rispondere in modo ordinato alle tue domande.

      ———————————————————

      DOMANDA 1)
      Poco è meglio di niente, d’accordo. Ma quale percentuale di popolazione ti aspetti che proceda alla compilazione di questi moduli online? 20%? 35%? 70%? La differenza è sostanziale, perché un sistema informativo basato su dati incompleti o inattendibili potrebbe non essere in grado di compilare un piano di prevenzione efficace. Bisogna anche tenere conto della diffusione del collegamento internet, se i cittadini devono inserire i dati online.
      Qual è dunque il limite minimo di partecipazione dei cittadini per cui un sistema del genere possa avere una sua validità come base per la redazione di un piano di prevenzione?

      RISPOSTA 1)
      Non credo esista una soglia di partecipazione minima richiesto per dare efficacia al sistema. In realtà anche pochi utenti, ma motivati, potrebbero dare grande valore alla comunità. Ad esempio, il personale di un ente di ricerca o di una associazione di volontariato potrebbe fare, per vocazione, per spirito di cittadinanza attiva, per senso del dovere, un inserimento massivo di informazioni di grande valore. Mi aspetto che a Pro Civibus partecipino persone sensibili e responsabili (insegnanti/presidi, medici, rappresentanti di ordini professionali, ecc.).
      Credo che l’importante sia rendere la raccolta dati partecipata e non delegarla esclusivamente agli enti identificati dalla legge.

      ———————————————————

      DOMANDA 2)
      “Che tipo di dati dovrebbe fornire il cittadino? Nulla di troppo complicato, immagino, ma neanche di troppo semplice, perché altrimenti non otterremmo benefici da un tipo di censimento troppo generico. È così?”

      RISPOSTA 2)
      Si è così! Se avrai tempo per accedere alla versione demo potrai vedere da vicino quali siano gli attributi da inserire. Naturalmente solo pochissimi attributi informativi delle entità da inserire saranno obbligatori (es. Denominazione e indirizzo). Questi attributi sono stati precisamente definiti dal Dipartimento della Protezione Civile (in allegato un esempio).

      Vorrei comunque chiarire che “Pro Civibus” non intende esclusivamente censire “gli oggetti a rischio”, ma intende censire molte altre informazioni rilevanti ai fini della gestione di una emergenza.
      Per questo, pensavo di inserire al progetto (come intro ad un elevator pitch) la seguente premessa:

      “Quali sono i tratti critici del sistema viario da mettere in sicurezza?
      dove attrezzare un’area di attesa o di ammassamento per la popolazione?
      nell’area colpita da un sisma, dove sono le scuole, le case di riposo, le
      case di cura, gli edifici pubblici, gli edifici privati? dove sono e
      quante persone verosimilmente ci sono dentro? chi può intervenire a
      soccorrere i superstiti? dove sono i più vicini ospedali? gli ambulatori
      e i poliambulatori? i pronto soccorso? le farmacie? i depositi
      farmaceutici? le aziende di produzione e distribuzione alimentare ? le
      stazioni di carburante? quali alberghi possono ospitare gli evacuati?
      quanti posti letto hanno?… a queste domande ed a tante altre domande come queste
      Pro Civibus tenta di dare una risposta. La disponibilità di queste
      informazioni in tempo reale può salvare molte vite umane.”
      ———————————————————

      DOMANDA 3)
      Che responsabilità legale ha il cittadino che inserisce dati non corretti sul sistema per errore o per dolo?

      RISPOSTA 3)
      Le barriere legali legate alla implementazione delle tecnologie della Società dell’Informazione sono molte e talvolta possono diventare un fattore limitante alla diffusione di queste tecnologie (esiste addirittura un grosso progetto europeo che affronta questo problema, il progetto Legal-IST, http://www.ve-forum.org/apps/comm.asp?Q=381).
      Per questo, il team di Pro Civibus è al momento costituito da un tecnico e da un legale.
      Vengo al punto.
      Come è noto, le comunità virtuali si dividono in aperte e chiuse. Le comunità aperte danno la possibilità, a chiunque, di entrarvi. Quelle chiuse, invece, pongono dei limiti, delle barriere che si riferiscono a fattori diversi, titoli o competenze.

      Parlando di comunità “chiuse”, ad esempio, la comunità virtuale professionale degli ingengeri pugliesi (http://www.ingpuglia.it) è di tipo chiuso: solo gli ingegneri iscritti ad uno degli ordini pugliesi possono entrarvi a far parte. Gli ordini hanno distributo ai loro iscritti le credenziali (username/password) per la registrazione al sistema.

      Lo stesso è accaduto nel progetto di e-gov Apulie (http://www.apulie.it). I comuni hanno distribuito ai cittadini le credenziali per la registrazione al sistema e per la fruizione dei servizi esposti (es. Dichiarazione ICI/Tarsu/TOSAP/COSAP ecc.).

      Anche “Pro Civibus” in fondo è un progetto di e-gov.

      Per questo, la comunità di Pro Civibus è di tipo chiuso, nel senso che per accedere al sistema il cittadino dovrà utilizzare le credenziali che gli verranno fornite dall’ente che lo adotta.
      Pertanto, l’utente che accede al sistema sarà riconosciuto da questo con certezza. Il riconoscimento certo, ovviamente, scoraggerà un uso doloso del sistema. Inoltre, al primo accesso al sistema, l’utente prenderà visione ed accetterà (o meno) una “Accordo di Adesione” in cui si impegnerà a non utilizzare i servizi per compiere atti che arrechino danni o turbative alla rete o a terzi utenti o che violino le leggi ed i regolamenti vigenti, si impegnerà a non immettere in rete, attraverso i servizi offerti da Pro Civibus, materiale che violi diritti d’autore, o altri diritti
      di proprietà intellettuale o industriale o che costituisca concorrenza sleale, materiale pornografico, diffamatorio o che costituisca
      trattamento illecito di dati personali,a non procedere all’invio massivo di mail non richieste (spam), ecc. ecc.
      La violazione dell’Accordo di Adesione comporterà per colui che la ha posta in essere la perdita dello status di membro.
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      DOMANDA 4)
      Che controlli di congruità sono previsti in relazione agli inserimenti incrociati che possono fare cittadini diversi sui medesimi immobili o sulle inevitabili sovrapposizioni?

      RISPOSTA 4)
      Il problema che tu correttamente poni è quello della “BONIFICA DEL DATO”, tipico di tutti i sistemi informativi.
      Effettivamente, la tipologia delle entità inserite nel sistema è veramente molto ampia e ovviamente non tutte hanno una chiave univoca (es. un Codice Fiscale). Effettivamente si potrebbero avere dei duplicati. Ad esempio un utente potrebbe inserire il Liceo “Alessandro Manzoni”, mentre un altro utente potrebbe inserire il Liceo “A. Manzoni”.
      La Bonifica del dato dovrebbe avvenire su due livelli: livello utente e livello amministratore.
      L’utente, prima di inserire il Liceo “A. Manzoni” potrebbe verificare se è stata già inserita la scula semplicemente utilizzando il motore di ricerca integrato nel sistema (ad esempio ricercando nello schedario delle scuole quella la cui denominazione contiene la parola “manzoni”; il sistema attivando una ricerca di tipo LIKE, se la scuola fosse stata già inserita, la troverebbe e l’utente potrebbe semplicemente modificarne/integrarne gli attributi informativi).
      Un secondo intervento di bonifica dovrebbe attuarlo il personale dell’Ente/Struttura che adotta il sistema utilizzando un account di amministratore (magari con il supporto di una qualche semplice funzione di ricerca duplicati).

      Per quanto riguarda il problema della “VALIDAZIONE DEL DATO” anche questa dovrebbe avvenire su due livelli.
      Una prima validazione dei contenuti dovrebbe essere fatta dai cittadini/utenti (in stile wikipedia). Il sistema registra l’utente che ha effettuato il primo inserimento e quello che ha effettuato l’ultima modifica.
      Una seconda e definitiva validazione dovrebbe essere effettuata dal personale dell’Ente/Struttura che adotta il sistema, eventualmente anche attraverso un contatto telefonico.

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      DOMANDA 5) Il sistema, nella tua idea, prevede interazioni con il Catasto o con altre amministrazioni magari di tipo fiscale? Questo potrebbe limitare l’apporto “spontaneo” dei cittadini.

      RISPOSTA 5)
      Tutte le schede previste dal Dipartimento di Protezione Civile, prevedono l’inserimento del collegamento tra l’oggetto censito il database censuario (Nuovo Catasto Edilizio Urbano).
      In fase di progettazione ho subito rimosso questo riferimento, in quanto la penso esattamente come te: potrebbe essere un fattore limitante del progetto. Inoltre il collegamento con il Catasto non credo possa essere di particolare aiuto nelle fasi di pianificazione o di gestione di una emergenza.

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      DOMANDA 6)
      A parte l’evidente vantaggio di contribuire alla redazione di un piano di prevenzione e anche se non è attinente alla creazione del progetto vero e proprio, secondo te, come dovrebbe essere diffuso l’utilizzo del sistema e attraverso quali canali? Che vantaggi oltre a quello già sottolineato potrebbe avere il cittadino?

      RISPOSTA 6)
      Il sistema non è di tipo ludico o commerciale, ma di utilità sociale.
      In un sistema del valore rappresentato nello spazio KBS (Knowledge, Business, Social) i vantaggi dell’utente di Pro Civibus sono essenzialmente misurabili sull’asse Knowledge e sull’asse Social.
      Partecipando a Pro Civibus l’utente:
      - aumenta la conoscenza del territorio in cui vive e lavora, dei rischi a cui esposto il territorio e quindi anche la sua casa e la sua famiglia; aumenta la conoscenza delle strutture, organizzazioni, enti, procedure che possono essergli di aiuto al verificarsi di un evento disastroso
      - aumenta la sua conoscenza circa i soggetti che, come lui, sono interessati ai temi della previsione, prevenzione e gestione degli eventi disastrosi/calamitosi e con i quali può fare sinergia.

      Per quanto riguarda la diffusione dell’utilizzo del sistema questa dovrebbe essere promossa dall’ente che lo adotta mediante una campagna di comunicazione multicanale (manifesti, volantini, comunicazioni in posta ordinaria/elettronica,ecc.). Tipicamente i comuni già fanno questa attività anche per progetti con un target ristretto (es. progetti di formazione, informazione e sensibilizzazione in tema di affido e adozione, ecc.)

      ———————————————————
      CN1.zip (Scheda Scuole)

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      Marco
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      .. a brevissimo la risposta alla domanda n.ro 7 e le riflessioni sull’elevator pitch..marco

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      Marco
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      “DOMANDA” 0)
      Già nella pagina dell’elevator pitch trovo alcune importanti affermazioni non avvalorate da equivalenti modalità realizzative, come ad esempio quando scrivi che uno degli obiettivi del progetto è quello di stimolare Sindaci e Comuni all’adempimento delle attività previste dalla Legge: non è spiegato come pensi dovrebbe essere raggiunto questo obiettivo (prescindere dal pungolo derivante dal fatto che esiste un database), visto che non credo che i sindaci procedano alla redazione di un Piano di Protezione Civile per il solo fatto che esiste un database degli oggetti a rischio.

      “RISPOSTA” 0)
      Effettivamente,l’obiettivo di secondo livello dichiarato (“Stimolare Sindaci e Comuni all’adempimento delle attività previste dalla legge”) effettivamente potrebbe apparire una forzatura.

      In realtà io pensavo a questo:
      a) una partecipazione dei cittadini alla costruzione del database pubblico della Protezione Civile, potrebbe dare alle Amministrazioni maggiore consapevolezza di quanto grave sia la ricaduta della loro disattenzione politica verso certe problematiche sulle quali i cittadini sono estremamente sensibili (“fare” Protezione Civile è una questione di vita o di morte); in questo senso “Pro Civibus” potrebbe essere un bell’esempio di “Cittadinanza Attiva” in grado di motivare Sindaci e Comuni “a muoversi” innanzittutto per la redazione dei piani di emergenza.

      b) in caso di immobilismo delle Amministrazioni nei confronti della adozione di “Pro Civibus” questo potrebbe essere adottato da altre strutture del sistema della Protezione Civile (es. associazioni di volontariato singole o associate, dalla Croce Rossa Italiana, ecc.); in questo senso la pro-attività di soggetti non delegati dalla legge alla raccolta dati per la Protezione Civile potrebbe stimolare Sindaci e Comuni a farsi parte diligente.

      Comunque Federico, se ti sembra che l’obiettivo di secondo livello sia una forzatura potrei anche rimuoverlo dal progetto. Non credo che tale rimozione toglierebbe forza al progetto stesso.

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      Federico V.
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      Allora Marco
      ben volentieri accedo al sistema demo anche se essendo piuttosto incasinato con tutti i progetti da leggere non sono sicuro di riuscire a dare uno sguardo approfondito.
      Ma mi farebbe molto piacere tentare, e poi diciamocelo. Io sono curioso come una scimmia…
      Mandami le password a federicovenceslai@gmail.com, grazie.

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      Marco
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      DOMANDA 7)
      È evidente, come tu stesso specifichi, il forte impatto sociale economico e politico che questo sistema potrebbe avere. Il lato politico mi sembra davvero preponderante, sotto certi versi. Al di là del tuo giusto desiderio di coinvolgere personaggi della protezione civile come Zamberletti e Bertolaso, hai già contattato politici locali per capire se un sistema del genere potrebbe essere facilmente digerito dai meccanismi della politica locale?

      RISPOSTA 7)
      No. Non ho ancora contattato politici locali, anche perchè l’evoluzione “social” di “Pro Civibus” è recentissima.

      Tuttavia, vorrei fare alcune riflessioni su una questione che, ovviamente, ha un carattere chiave per il successo del progetto.

      Io, per il Dipartimento di Ingegneria dell’Università del Salento, ho realizzato il Sistema Informativo Territoriale della Protezione Civile della Provincia di Brindisi (lavoro che ho presentato come primo autore in conferenze di settore e pubblicato su riviste specializzate). Il Dipartimento era stato incaricato della redazione del Programma di Protezione Civile, godendo, per la sua storia e competenze, di totale fiducia da parte della Provincia.
      Dalla precedente constatazione, è evidente che per promuovere il progetto presso un ente è necessario godere della fiducia dell’Ente stesso.
      Non avendo il team di “Pro Civibus” una storia di prestazioni per la PA, il team deve innanzitutto guadagnare la fiducia degli enti. Per questo abbiamo deciso di fare ricorso al meccanismo della fiducia mediata, mediata da un cosiddetto “meta-introducer” (A ha la fiducia di B, B ha la fiducia di C, A ha la fiducia di C).

      Pertanto, in questo periodo, stiamo cercando i “meta-introducer”.

      Per questo scopo

      - pensiamo di contattare in ogni Comune almeno un tecnico (geometra, ingegnere, architetto,ecc.) che già da tempo lavora con la sua Amministrazione di riferimento(quindi gode di credibilità e fiducia) per confezionare una proposta integrata così composta: Redazione del Piano di Emergenza + Sistema Informativo (“Pro Civibus”). La proposta così articolata potrebbe garantire un ritorno significativo a tutti i soggetti interessati: ai cittadini, al Sindaco ed al Comune, al tecnico che fornisce la sua consulenza per la redazione del Piano di Emergenza, al Team di “Pro Civibus”. Attualmente sul mercato operano numerosi consulenti nel settore della redazione dei piani di protezione civile (es. http://www.pianiprotezionecivile.com, http://www.emergencyconsulting.com/, ecc.).

      - stiamo cercando una società specializzata in marketing territoriale e comunicazione che vorrà “co-finanziare” con i suoi servizi il progetto, avendone ovviamente un ritorno economico

      - stiamo cercando dei “business angels” che credano nel progetto

      - stiamo cercando strutture ed enti (diversi dai comuni) che abbiano interesse ad adottare il sistema per il loro territorio di riferimento. Pensiamo ad associazioni di volontariato, in forma singola o associata, alla Croce Rossa Italiana, ecc.

      Naturalmente, la vera speranza, è che Kublai ci dia la visibilità necessaria a trovare i “meta-introducer” che cerchiamo e validi il progetto conferendogli la necessaria credibilità.

      Se nei primi 6-9 mesi del 2010 non dovessimo trovare soggetti interessati ad adottare il sistema, abbiamo un “Piano B”. Nel “Piano B” è previsto che sarà lo stesso team di “Pro Civibus” (eventualmente allargato) ad adottare il sistema per alcune realtà del suo territorio di riferimento (il Salento).

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Federico. Ti ho inviato le credenziali per l’accesso. Naturalmente resto a tua disposizione. Marco

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Marco: non capisco tutto quello che leggo, ma mi piace il tuo modo molto serrato (in inglese si direbbe “tight”) di argomentare. Complimenti!

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      Marco
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      Grazie Alberto, spero che avremo modo di confrontarci ancora sul progetto.

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      Federico V.
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      Marco, le tue risposte mi sembrano sensate e mi convincono al 95%.
      Considerato che sono un vecchio scettico rompiscatole è un ottimo risultato.
      I dubbi mi rimangono sulla domanda e risposta 1 perchè un modello costruito su dati troppo parziali potrebbe non essere completamente affidabile.
      Riguardo all’obiettivo di secondo livello trovo plausibili le tue risposte ma sono anche molto scettico (l’ho già detto, vero?) sulle possibilità reali di coinvolgimento. Lo lascerei nel documento, sottolineando che è un’obiettivo molto ambizioso.
      Per tutte le altre risposte, ti invito caldamente ad integrarle nel documento di progetto in modo tale da non suscitare analoghe domande in chi legge il documento.
      Per tutte le domande hai delle risposte interessanti e sensate, non ti resta che inserirle a corredo dei relativi punti.
      Attendo dunque la prossima versione.
      A presto!
      Federico.

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Federico, solo per dirti che ho recepito nella ver. 1.0 del documento progettuale tutti i tuoi suggerimenti.
      Alcuni approndimenti li ho inseriti come note a piè di pagina per non appesantire la lettura del progetto.

      Sinteticamente:

      I nuovi paragrafi inseriti, rispetto alla ver. 0.7, sono i seguenti:
      - Premessa
      - Vantaggi per l’Ente
      - Vantaggi per il cittadino
      - Allegato B: Interfaccia del prototipo ad “alta fedeltà”

      Invece i paragrafi modificati rispetto alla ver. 0.7 sono
      - Obiettivi
      - Modello Operativo
      - Piano delle attività (in particolare “Comunicazione e promozione territoriale”)
      - Persone (in particolare “Gli alleati che vorremmo avere”)

      Ti sarei davvero molto grato se, quando hai tempo, potessi darci una occhiata.
      Ti ringrazio anticipatamente. A presto, marco

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Vorrei chiedere un parere, in particolare a Federico, Alberto e Francesco, che mi stanno seguendo più da vicino, ma in reltà a tutti i membri del gruppo (Walter, Nicola, Ciscia e Antonella).

      In questi giorni, io e Ludovica, stiamo riflettendo sulla scalabilità ed esportabilità all’estero di “Pro Civibus”.

      Anche se non abbiamo ancora fatto una analisi della normativa Europea e dei singoli paesi della Unione (cosa che ci ripromettiamo di fare nel prossimo futuro) riteniamo che il modello di una protezione civile partecipata (ovvero di una raccolta dati utili per la Protezione Civile fatta in crowdsourcing) resti valido in generale (quindi anche al di fuori del nostro paese).

      Cosa ne pensate voi?

      Mi suggerite di inserire un paragrafo a riguardo nel documento progettuale ?

      Vi ringrazio anticipatamente per il contributo. Marco

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
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      Sinceramente sono di una ignoranza profondissima in materia “europea”, ma comunque credo che la scalabilità sia possibile stante il fatto che oggetti a rischoi e cittadini esistono in Europa come da noi.
      Sicuramente in altri contesti il problema è affrontato in maniera molto diversa anche in relazione alle percentuali di rischio possibile. Penso all’Olanda, il cui rischio maggiore è quello di alluvione o maremoto rispetto alla nostra predisposizione ai terremoti.
      Io, un paragrafo nel quale si prospetta “la possibilità di”, lo metterei, magari senza esporsi troppo.
      Con l’occasione ti segnalo che il governo ha istituito “Protezione Civile Spa”, sarebbe il caso di informarsi su cosa dovrebbe fare,esattamente…
      A presto!
      FV

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Grazie Federico.
      Per quanto riguarda la “Protezione Civile SpA”, a giudicare da questo articolo
      http://www.terranews.it/news/2009/12/protezione-civile-spa-la-nuova
      non credo che impatti sul nostro progetto.

      Ti sottopongo due velocissime riflessioni (senza fretta, per quando hai tempo, so che sei incasinato):
      Vorrei mettere in luce nel documento progettuale, come vantaggi importanti per l’Ente i due seguenti:

      - l’Ente ed i suoi amministratori avrebbero un forte ritorno di immagine dall’adozione di un sistema partecipato di Protezione Civile (cioè credo che “Pro Civibus” sia “spendibile” politicamente”)

      - l’Ente che adotta “Pro Civibus” comunque capitalizza l’investimento in quanto acquisisce a costi bassissimi (complessivamente 5-6 K€) un applicativo che può essere utilizzato dagli stessi uffici comunali per popolare la banca dati della Protezione Civile (visto che sono delegati dalla legge a far questo)

      Che ne pensi? Integro :-)? Ciao, Marco

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Federico. Solo per segnalarti che, sempre nella ver. 1.0 del documento progettuale, ho inserito un breve riferimento al mercato potenziale estero (ho inserito una frase in proposito anche in elevator pitch). Inoltre ho fatto piccole integrazioni con riferimento ai vantaggi che l’Ente Locale avrebbe adottando “Pro Civibus”. Ciao e a presto, Marco

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    • Ciao Marco! Mi permetto, non sò quanto può esserTi utile, di segnalare quanto ritengo poco opportuno :
      1) al punto 3.2 Obiettivi del progetto. …. stimolare( è più, politicamente, corretto: consentire ) le Amministrazioni ;
      2) al punto 3.6 Pro Civibus è un progetto che nasce ..Salento, Salento, ecc…. ritengo essere opportuno ( politicamente corretto) far riferimento alla necessità dello strumento. Come già ebbi a dirTi, nel primo mio intervento, il progetto ha una valenza che sovrasta qualunque territorio e quindi far riferimento ad un territorio specifico non può far altro che danneggiarlo ( politicamente). Più volte mi ero proposto di segnalarTi la discrasia che avvertivo tra l’etichetta luogo: Salento (per ora) ove si riteneva calibrato il progetto e il progetto in sè;
      3) al punto 4.4 Sperimentazione. …. sensibilità ( non pensi che è più, politicamente, corretto: possibilità )di adottarlo;
      4) al punto 5.2 Gli alleati che vorremmo avere. …. Amministratori …. ritengo essere politicamente non corretto far riferimento ai nomi delle persone. Al nome e cognome del politico è quasi doveroso farlo, NON prima, almeno, di essersi dichiarato sensibile, concretamente, a voler attivare il progetto;
      5) sempre al punto 5.2. Gli alleati che vorremmo avere. …. Circa gli Opinion Leader …. Vespa perchè lo estrometti? Non è il mio ideale di giornalista ma certamente da solo, se si dovesse innamorare di Pro-Civibus, sarebbe in grado di imporlo alla classe politica dirigente ( Destra, Centro, Sinistra);
      6) sempre al punto 5.2. Gli alleati che vorremmo avere. …. Circa gli Esperti. Non è meglio ( sempre …) Far riferimento alla funzione es. Direttore pro-tempore ……. Sindaci ……. ( non Ti interesserebbe il Sindaco di ROMA, di FIRENZE, ecc. ecc.
      Basta così, per adesso !!!!!!!!!! Con affetto, spero di averTi segnalato qualcosa che può esserTi utile a far andare avanti il tuo progetto. Ciao,fc_

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      Marco
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      Ciao Francesco. Ti ringrazio molto per la tua revisione critica e puntuale del mio documento di progetto. Condivido molte delle osservazioni che hai fatto. Grazie ancora e a presto. Marco

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      Marco
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      Caro Francesco, ho integrato organicamente, sempra nella ver. 1.0 del progetto alcune delle interessanti osservazioni che avevi fatto ieri. In particolare:
      - ho tarato meglio l’obbiettivo secondario di progetto (in elevator pitch e al punto 3.2), sul quale, per la verità anche Federico mi aveva manifestato qualche perplessità;
      - ho raccolto il suggerimento sul punto 4.4 (sensibilità –> possibilità);
      - ho rivisto il punto 5.2, relativamente agli alleati che vorremmo avere, per la parte che riguarda gli Amministratori (ho eliminato nomi e fatto riferimento al ruolo).
      Per quanto riguarda il punto 3.6, sono assolutamente daccordo con te. Il progetto può essere attivato ovunque (anche fuori dal nostro Paese). Il Salento può rappresentare solo il luogo d’inizio.
      Ti ringrazio ancora per il contributo critico. Grazie e a presto. Marco

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      Alberto
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      Marco: ho letto il progetto (versione 1.0) e mi piace proprio, sai? In Emilia si direbbe che “sta dritto”. Complimenti, davvero.

      Ti faccio comunque un paio di rilievi non troppo importanti. Il più importante è il primo: secondo me avresti bisogno di rivedere la concezione di crowdsourcing che sta alla base del progetto, in modo da renderla più solida e coerente. Per esempio, a p. 8 scrivi: “La comunità degli utenti di “Pro Civibus” sarà ad “accesso privato.”” Perché? Se io passo di lì in vacanza e voglio contribuire, anche con una sola informazione, perché non lo devo potere fare? Più avanti citi Wikipedia come modello: ebbene, Wikipedia non si sogna nemmeno di essere ad accesso privato. Anzi, ci sono fior di studi che testimoniano come i cosiddetti “buoni samaritani”, gli utenti anonimi che contribuiscono ad una sola voce, siano più affidabili degli utenti abituali. Anche più oltre si capisce che tu hai in mente un modello gerarchico (gli studenti scrivono le voci, il preside le rivede e le integra e così via) che irrigidisce molto il sistema: immagino che tu abbia chiari i vantaggi di questa modalità, ma devi farmeli capire, o io ricaverò dalla lettura del documento un’impressione non troppo precisa.

      In secondo luogo una domanda: hai pensato di vendere PC come software as service? Questo ti consentirebbe di integrare servizi di community management nel tuo pacchetto di offerta, di risparmiare molto sugli aggiornamenti etc, e inoltre ti permetterebbe di avviare un dialogo con i venture capitalists italiani interessati al web 2.0, come Working Capital di Telecom ( che ha in piedi anche una collaborazione con Kublai).

      Infine, forse il tuo documento – pur ben fatto – meriterebbe una ripulitura stilistica. Ci sono alcune piccole cose che stridono, tipo la citazione di leggi nell’executive summary in una pagina (p. 4); l’aggettivazione delle volte un po’ troppo abbondante (per esempio, a p. 5, “PC ha l’obiettivo di…” è meglio di “Pro Civibus è un progetto di grande impatto politico, sociale, culturale il cui obiettivo principale è quello di”…); e l’”uso esagerato” di “virgolette”. Scrivi tra virgolette perfino Pro Civibus!

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      Marco
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      Ciao Alberto. Ti ringrazio davvero molto per tutte le tue considerazioni. Ci penso su qualche ora…a piu tardi. marco

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      Marco
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      Buongiorno Alberto.
      Di seguito provo ad argomentare, in modo ordinato,sulle tue riflessioni.

      RIPULITURA STILISTICA DEL DOCUMENTO PROGETTUALE
      ——————————
      Per quanto riguarda la “ripulitura stilistica”, condividiamo completamente le tue osservazioni, che sicuramente ci consentiranno di rendere il documento più leggibile e meno autoreferenziale (mai avrebbe voluto esserlo).

      SOFTWARE AS A SERVICE
      ——————————
      Anche sul SaaS condividiamo completamente le tue osservazioni (possibilità di integrazione dei servizi di community managament, gestione semplificata degli aggiornamenti, possibilità di avviare un dialogo con venture capitalists, ecc.).
      Provo a rappresentarti il ragionamento che abbiamo fatto in proposito.
      Negli ultimi anni ho osservato da vicino la vendita di un gestionale per le ASL. Durante questa esperienza mi sono reso conto del fatto che il cliente pubblico (ed il manager pubblico) ha come prima preoccupazione quella di capitalizzare l’investimento fatto dall’Ente. In altre parole: se l’Ente acquista qualcosa di tangibile (leggi “Licenza software perpetua”) è più tranquillo. Successivamente all’acquisto, l’Ente è ben contento di pagare una manutenzione poco onerosa per avere gli aggiornamenti ed altri servizi di accompagnamento. L’Ente, in genere, è anche favorevole a non avere in casa l’applicativo che può essere ospitato su server remoto del produttore del software o di un grosso provider di servizi e connettività (ASP, Application Service Provider).
      Pertanto, sulla base della esperienza che ho appena descritto, alle pagg. 16-17, abbiamo proposto questo modello di vendita del sistema: Licenza perpetua + manutenzione + servizio ASP.
      Naturalmente, questo modello non è scolpito nella roccia e può essere tranquillamente migrato verso un modello di SaaS puro.

      OPPORTUNITA’ PER ATTRARRE INVESTITORI
      ——————————
      Con riferimento alla possibilità di attrarre investitori sul progetto vorrei segnalarti che è di questi giorni la pubblicazione di un call europea in cui Pro Civibus potrebbe trovare spazio.
      La call è al seguente indirizzo:

      http://ec.europa.eu/environment/civil/prote/finance.htm

      Telecom, ad esempio, sarebbe il soggetto ideale per costituire un partenariato ampio in grado di partecipare alla call proponendo Pro Civibus. Personalmente credo che Pro Civibus rientri negli obiettivi dichiarati della call (http://ec.europa.eu/environment/civil/prote/cp03_2010_en.htm).
      I tempi per una iniziativa di questo tipo non sono larghissimi, ma ci sono. Spero che qualcuno manifesti un interesse in questo senso.

      GERARCHICITA’ DEL MODELLO
      ——————————
      No, non abbiamo mai avuto in mente un modello gerarchico di funzionamento del sistema.
      Concordiamo tuttavia con te sul fatto che l’esempio (*) inserito a pag.8 nel documento di progetto possa essere assolutamente fuorviante e lo rivedremo in giornata^^^.
      La tua osservazione è stata molto importante: effettivamente non ci eravamo resi conto che il documento potesse dar luogo a questa distorsione interpretativa.

      (*)”Ad esempio, un insegnante selezionerà lo schedario delle scuole ed inserirà i dati relativi alla scuola in cui insegna. Inserirà anche l’indirizzo della scuola che verrà automaticamente georeferenziata dal sistema e sarà quindi disponibile sulla mappa. Successivamente, ad esempio, il Preside della stessa scuola potrà, registrandosi ed accedendo al sistema, correggere e/o completarne la descrizione.”

      COMUNITA’ AD ACCESSO PRIVATO/PUBBLICO
      ————————————–
      Capisco le tue perplessità (sono anche le nostre) sulla costituzione di una comunità ad “Accesso Privato”.
      Pensavamo che una comunità ad accesso privato potesse contenere eventuali inserimenti dolosi di informazioni false o errate.
      E’ altresì evidente, come tu implicitamente osservi, che le comunità ad accesso pubblico raggiungono con maggiore facilità la cosiddetta “massa critica”. Certo in questo caso poi c’è da gestire la “criticità della massa”, ovvero una sorta di effetto boomerang prodotto dall’aumento fisiologico di “rumore” ovvero di informazioni false, errate, incoerenti.
      Un buon compromesso potrebbe essere quello di richiedere almeno una registrazione degli utenti e di irrobustire il processo di verifica delle informazioni inserite (a cura dell’Ente) prima di recepirle all’interno di strumenti di pianificazione ufficiali (es. Piano Comunale di Emergenza).

      ————————————-

      Che ne pensi, Alberto ? ci farebbe davvero piacere proseguire questo confronto con te e Federico.
      A presto, Marco

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      Alberto
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      Ciao Marco,

      avevo immaginato che il ragionamento sulla licenza fosse quello. Non è che sia sbagliato, ovviamente, anzi di queste cose capisci molto di più tu. La strada Sas a mio avviso va esplorata, per due motivi:

      1. Sas è a prova di stupido, e quindi è un buon modo per entrare nel mondo del 2.0 anche per chi non è culturalmente attrezzatissimo, come immagino sia di molti comuni. E infatti su Kublai usiamo solo Sas: Ning, Basecamp, Second Life, per concentrarci sulla nostra comunità e non sul software.

      2. il tuo modello è super-scalabile (come dici tu stesso, basta tradurlo in inglese e si può benissimo proporlo in tutto il mondo) e, se riesci ad attirare l’attenzione di un investitore early stage, ti proponi poi ai comuni in modo molto più autorevole. Su Kublai ci sono Salvo di Working Capital (che potrebbe essere anche al Kublai Camp con noi) e Gianluca di Dpixel, che peraltro è anche advisor per Working Capital.

      Quanto all’accesso privato, l’esperienza di Kublai è che il problema non è tanto quello di censurare: il problema vero è quello di convincere i primi 10.000 utenti a usare il sito, in modo da raggiungere la famosa massa critica. I miei collaboratori ed io abbiamo cercato di abbattere tutte le barriere che si frappongono tra i creativi italiani e l’uso di Kublai, e se potessi ne abbatterei ancora altre!

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      Marco
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      Alberto le tue considerazioni ci convincono molto.
      Ora siamo allineati con te sia sull’idea di costruire intorno a Pro Civibus una comunità aperta sia sull’idea di esplorare la soluzione Sas.
      Concordiamo con te anche sul fatto che un investitore early stage ci darebbe maggiore credibilità e capacità di penetrazione nel mercato della PA (oltre a darci le risorse necessarie per continuare lo sviluppo software). Naturalmente ci auguriamo che kublai possa aiutarci in questo senso.
      Pensiamo di produrre una versione aggiornata (e stilisticamente ripulita) del documento progettuale nelle prossime 24/48 ore.
      Inoltre, ti invio, in un messaggio privato, anche un account per accedere al prototipo ad alta fedeltà di PC. Magari se dovesse restarti un minuto ci farebbe piacere che tu gli dessi una occhiata.
      Ciao, marco.

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      Alberto
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      Ho visto, ma non è che mi cambi la vita, è più o meno come me lo aspettavo. Salvo una cosa: che le schede sono dettagliatissime ( dunque lunghe da compilare: è davvero importante conoscere la partita IVA di un’associazione di volontariato in caso di terremoto?) e terribilmente “ontologiche”, nel senso che tendono a incasellare le informazioni in categorie chiuse, come il menu a tendina dell’ambito di attività delle organizzazioni di volontariato. Io, per formazione mia, tendo a rifuggire dalle ontologie, ma forse tu stai seguendo un template preparato dall’ENPC e non puoi scapparne, non so.

      Infine: non ho capito perché mi mandi le credenziali della demo in un messaggio privato. Potresti renderle pubbliche, magari qualche kublaiano ti fa il favore di testare il sistema e darti un feedback.

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      Marco
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      In effetti le schede previste dal Dipartimento della Protezione Civile, che abbiamo preso a riferimento per la progettazione di Pro Civibus, sono estremamente dettagliate.
      Tuttavia i campi obbligatori, a regime, saranno esclusivamente la denominazione degli oggetti censiti ed il relativo indirizzo. Già queste informazioni sono importanti per fini di Protezione Civile.

      Ti abbiamo inviato un account in un messaggio privato perchè preferiamo pubblicare il sistema quando sarà in uno stadio di sviluppo più avanzato. Al momento, la presenza di numerosi bachi sulle funzioni realizzate, l’assenza di numerose schede importanti (attualmente in fase di sviluppo) e di un help on line ne compromettono l’usabilità. A questo stadio dello sviluppo è più utile che siamo noi a dimostrare il sistema. Per esperienza sappiamo che concedere in uso agli utenti un prototipo può essere controproducente, per questo abbiamo pensato di fornire, per ora, l’accesso solo a voi dello staff che state seguendo da vicino la scrittura del documento progettuale. Contiamo, coerentemente con quanto previsto nel piano delle attività (pag. 11), di completare lo sviluppo del sistema nel primo semestre del 2010, ed a quel punto ci farà veramente piacere sottoporre ai kublaiani la ver. 1.0 di Pro Civibus per il test.
      Ti ringraziamo ancora molto per i tuoi feedback.

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Alberto, abbiamo recepito nella ver. 1.5 del documento progettuale (disponibile on line) i tuoi suggerimenti: community aperta e modello SaaS. Ci siamo resi conto anche che l’adozione del paradigma SaaS ci consente di tenere conto, nel business model, della dimensione del Comune destinatario del sistema (Comuni di dimensioni diverse comporteranno per il servizio applicativo un carico di lavoro diverso, con ovvie ricadute di costo sull’infrastruttura tecnologica sottostante).
      Le modifiche sono state apportate ai seguenti paragrafi della ver 1.0
      - Executive Summary (paragrafo 2, ultimo capoverso)
      - Modello operativo (paragrafo 3.4)
      - Modello di business (paragrafo 6.2, sostenibilità a regime del progetto)

      Grazie ancora per i tuoi suggerimenti.
      Un sincero buon anno a te ed a tutti i kublaiani. A risentirci nel 2010.

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      ciao marco, complimenti per il progetto. Ho letto tutto il doc con attenzione e trovo l’idea calzante e stimolante.

      Ho trovato, però, la parte economica molto debole. Purtroppo o per fortuna, la bontà di un progetto si valuta dalle parole ma si misura con i numeri che nel tuo caso sono molto vaghi.

      Andiamo per ordine: i costi di start-up non prevedono la costituzione di una struttura societaria, per dirne una.
      La campagna di webmarketing con il tuo target ci azzecca poco.

      I costi di gestione? non ne hai citati, ma la sostenibilità del progetto dipende proprio da questi!!! Hai idea dello sforzo commerciale che avresti di fronte per vendere il prodotto ai comuni? E’ un mercato difficilissimo che conosco bene.
      C’è una concorrenza spietata di fornitori di servizi saas.
      Per portare a compimento un contratto con un solo comune ci vogliono tanti contatti telefonici e anche un paio di contatti fisici. Hai calcolato quanto è alto il costo commerciale? E di gestione del rapporto contrattuale con il comune?
      La struttura amministrativa che dovrebbe gestire tutti questi contratti, di quante persone è formata?

      Veniamo ai ricavi. I comuni hanno già a che fare con fornitori di servizi on line di tipo obbligatorio (per il bilancio, per la contrattualistica, per le gare, per servizi pubblici, ecc…) quindi la tua offerta va ad inserirsi in un contesto di tipo opzionale. Cioè ne posso anche fare a meno (come hanno fatto fino ad ora).
      Detto questo, il costo di ca 400euro mese, 5000 euro annui per un piccolo comune è una cifra enorme!
      i comuni hanno tutti bilanci in rosso con la gente fuori la porta che cerca soldi per i servizi essenziali, le strade, gli impianti, l’illuminazione delle strade, ecc…
      al massimo arrivano a 400 l’anno

      vedi tu, ma io credo che dovresti rivedere con attenzione i conti

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Nicola, ti ringraziamo davvero moltissimo per il tuo intervento e spero potremo continuare a confrontarci il più possibile sul tema del quadro economico che, attualmente, è un ancora un nervo scoperto del progetto.
      Infatti, fino ad oggi, ci siamo concentrati di più sulla descrizione dell’idea.
      Ora proveremo a raccogliere tutti i tuoi input ed a rivedere,nelle prossime 24/48 ore, l’analisi economico/Finanziaria.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Beh, chiaramente questa è una roba che deve avere costi quasi zero. Un business gestito da casa, con una persona-una persona e mezza e spazio server affittato. Resta il problema dei costi commerciali.

      A differenza di Nicola non conosco questo campo. Però Basecamp, che è il sas che usiamo noi, costa circa 12 euro al mese. Forse potresti montare una versione gratuita o molto economica per i piccoli comuni e una premium per quelli più grandi.

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    • Ciao Marco, penso che per tentare di lanciare Pro-Civibus è basilare dotarsi di una struttura giuridica ( si può vedere la forma migliore ) che possa presentare il progetto ai comuni interessati. Una Amministrazione/ Sindaco /Assessore può essere più facilmente abbordabile nel momento in cui insieme al progetto (nel tuo caso :Pro-Civibus ) prospetti il possibile canale di finanziamento ( Europeo, Nazionale, Regionale) di cui il comune può usufruire. L’analisi economico/finanziaria è importante, anzi importantissima, ma, quando hai fatto un’analisi e/f ineccepibile e interessato il politico di turno ( il vs. progetto non può essere attivato da un privato) come pensi di attuarlo? Sarà necessaria una struttura ( nel gergo si chiama soggetto attuatore ) che renderà fattibile il progetto in oggetto. Io suggerisco semplicemente che è basilare/indispensabile/vitale/… fondamentale ( nel vero senso etimologico ) dare una forma giuridica al soggetto promotore ed attuatore di Pro-Civibus. Così facendo si può accedere ai finanziamenti europei/nazionali/regionali e l’ente pubblico potrà più facilmente essere sensibilizzato ad attivarsi per attuare Pro-Civibus.

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Alberto, intanto grazie per il contributo.
      Raccogliamo il suggerimento e proviamo a montare un’offerta estremamente accessibile sia dai piccoli e piccolissimi Comuni (Melpignano di Lecce, Norcia, ecc.) sia dai grandi e grandissimi Comuni (es. Pisa, Firenze- in questi giorni nuovamente sotto allarme esondazione-, Roma, Milano, Venezia, ecc.).
      Ci stiamo lavorando …

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Francesco, grazie per come stai seguendo il progetto e per i tuoi suggerimenti.
      Sono daccordo con te. Dotarsi di una struttura giuridica è fondamentale anche per affiancare gli Enti nell’accesso a fondi pubblici (ho inserito in proposito un post nel blog dei kublaiani).
      Solitamente le imprese start-up nascono nella forma giuridica di società a responsabilità limitata e penso che anche noi faremo così.

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      Marco
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      Salve a tutti.
      Nella versione 1.8 del documento progettuale (attualmente on-line) abbiamo rivisto in modo significativo i seguenti capitoli:
      - Mercato di riferimento
      - Piano delle attività
      - Piano di marketing (new)
      - Piano organizzativo
      - Piano economico-finanziario.
      Naturalmente ci farebbe piacere confrontarci con voi sulla nuova versione del documento. A presto.

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      Marco
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      Ciao Nicola e Alberto.
      Nella versione 1.8 del documento progettuale (attualmente on-line) abbiamo rivisto in modo significativo i seguenti capitoli:
      - Mercato di riferimento
      - Piano delle attività
      - Piano di marketing (new)
      - Piano organizzativo
      - Piano economico-finanziario.

      Scusate se inseriamo nuovamente questo post, ma temo che quello già inserito una settimana fa sia passato inosservato e ci interessa molto continuare il confronto sui punti deboli del progetto segnalati da Nicola.

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