Kublai Step 2 – Istruzioni Operative per i Mesi a Venire
Pubblicato da Tito
08
09
2008
Tutte le cose belle hanno, ad un certo punto, problemi di scala. E' successo con la democrazia, che superata la polis ha dovuto inventarsi la forma rappresentativa. Sta succendo con i media, le relazioni e i processi sociali, che si stanno ridisegnando grazie ai network digitali che ci consentono di entrare in contatto con conoscenze, informazioni e persone in modo più facile e veloce. Nel piccolo, il problema di scala è il tipico problema di crescita di tutti i gruppi e i social network: ciò che funziona con una trentina di partecipanti motivati, funziona diversamente quando il numero cresce. E continua a crescere. Quando i componenti del gruppo sono (relativamente) pochi la gestione totalmente informale e interpersonale è la cosa che di solito funziona benissimo. Il dominio è quello della pratica ("come le cose vengono fatte"), che è condivisa da tutti. Quando il numero di componenti cresce la pratica e l'osservazione delle pratiche continuano ad essere un grande valore, ma si perdono dei pezzi e non si mettono in valore le idee, i talenti e le opportunità di tutti. Quindi, con l'aumento della scala, si aggiunge il dominio delle procedure ("come le cose devono essere fatte", nell'interesse del gruppo). Laddove la procedura non arriva, subentra la pratica. E le cose funzionano, perchè in questo senso le procedure diventano soprattutto il modo per rendere visibili e socializzare le buone pratiche. Kublai, oggi, conta 234 persone e oltre una ventina di progetti sul ning, circa 150 iscritti ai gruppi su Second Life (che non coincidono se non in parte con gli iscritti sul ning). Siamo tanti, troppi per poter ancora tenere tutto sotto controllo monitorando e indirizzando le attività e le idee dei singoli. Quindi, alla fine di luglio, in una riunione romana, abbiamo progettato lo step due delle attività. Che saranno più strutturate, nel modo che ora vi raccontiamo: I due "lavori" di Kublai (e del kublaiano). Fondamentalmente Kublai è un ambiente in cui creativi e persone con talento ed idee si incontrano, collaborano, costruiscono progetti e li sottopongono ad un processo di coaching che integra il loro lavoro con competenze diverse e li rende potenzialmente sostenibili come progetti di sviluppo locale. Perché l'ambiente Kublai sia efficace è necessario che svolga bene due compiti: a. Intercettare chi è kublaiano e non lo sa, perché se facciamo una rete il valore della rete con ogni nuovo nodo aumenta più della semplice somma algebrica. Banalmente, ogni nuova persona può essere portatrice dell'input, dell'idea, della competenza che ci serve. Questo lavoro lo fa il team (con azioni "di sistema"), ma soprattutto deve farlo ogni kublaiano. b. mettere in valore i kublaiani, perché se quello che succede all'interno dell'ambiente non è governabile i risultati positivi saranno solo casuali. Quindi quanto accade in kublai deve essere riconoscibile ed usabile da tutti, altrimenti abbiamo forti perdite di sistema. Per fare un esempio banale: se io ho un progetto e ho un problema (o non vedo un problema) magari incontrare la persona giusta per chiarirmi le idee può significare un salto di qualità enorme. Devo quindi poter vedere e leggere facilmente e rapidamente cosa fanno gli altri. Ma anche per il gruppo che segue il coaching è importantissimo avere una lettura agevole di quanto accade, per intervenire meglio e poter lavorare nel modo più utile. I diari di Progetto. Proprio per rendere usabile Kublai, a partire da ora tutti i progetti avranno a disposizione un blog su cui tenere il diario. In questo modo per tutti sarà più economico informarci sui progetti (per il gruppo coaching ma anche per tutte le altre intelligenze che abbiamo in giro). Attualmente il numero di progetti e la dispersione tra gli strumenti (commenti sui profili del ning, pagine di progetto, interazioni in Second Life ecc) rende impossibile seguire tutto. Quindi semplificheremo con i diari, che diventano un importantissmo strumento di progetto. Ovviamente i progetti che non cureranno un diario, è comprensibile, non saranno presi in considerazione per le evidenti ragioni di cui sopra. A giorni Antonella e Marta vi comunicheranno operativamente come fare. Tutti i capi progetto sono invitati a contattarle per farsi censire (e per ricevere le autorizzazioni e le eventuali password). Il riassunto della settimana. Un altro strumento di semplificazione sarà il diario settimanale, una sorta di riassunto di quanto è accaduto in tutto l'ambiente Kublai durante i sette giorni, in modo che tutti possiamo farci (anche qui con una buona economia di attenzione) un'idea complessiva e seguire il quadro generale. Il riassunto sarà a cura del team di Kublai. Il gioco dell'oca. Per mettere in valore i kublaiani, abbiamo pensato di strutturare un percorso in tre passi, che ci consenta di fornire expertise in tutti i passaggi "prima" di arrivare al coaching. Scherzosamente, a Roma, lo abbiamo chiamato "il gioco dell'oca". I passaggi sono questi: a. L'idea che hai, che non hai o che non sai di avere. In questo passaggio si ragionerà sull'idea di base del progetto, cercando di integrarla con punti di vista o competenze diversi. Spesso il valore di un'idea dipende e si genera a partire dal modo in cui è formulata. E aumenta con una visione allargata. Ma altrettanto spesso, anche solo una chiacchierata sui propri interessi, in assenza di un'idea, può generarla. b. La rete che ti aiuta. Superato il primo passo, si accede al secondo. Un help desk per mettere in contatto l'idea con le competenze che servono per svilupparla e realizzarla, tra i kublaiani. Abbiamo un sacco di belle intelligenze e connetterle tra loro è il nostro lavoro. Cominciamo a farlo in modo strutturato. c. Visto per il coaching. Il terzo passaggio è una breve verifica che, se superata, fa ottenere il visto per accedere al processo di coaching con un'idea già ben strutturata, in modo da ottenere il massimo supporto. Se è necessaria un'ulteriore revisione prima di accedere al coaching, si torna alle caselle precedenti (chiaro, ora, perchè lo chiamiamo gioco dell'oca?) Anche qui, nei prossimi giorni Marco vi darà tutte le istruzioni operative. La Banca delle Piccole Consulenze. L'ambiente Kublai è una rete e le reti funzionano se sono solidali e se collegano bene i nodi giusti nel momento esatto in cui serve la connessione. Così realizzeremo un database, accessibile via web, in cui potremo (noi del team ma anche tutti i kublaiani) offrire delle mezzorette di consulenza gratuita sui temi su cui siamo esperti. In questo modo chi sta lavorando alla crescita di un progetto può governare l'accesso alla rete Kublai in maniera più strutturata (attualmente questo processo funziona informalmente attraverso illeggibili e spesso irrintracciabili commenti nelle pagine del ning). La banca delle piccole consulenze sarà strutturata attraverso una ontologia (classificazione) delle competenze che sarà definita dal gruppo coaching. Ciascuno di noi potrà registrarsi, selezionare le competenze di cui dispone ed indicare tempi e modi in cui si dichiara pronto ad aiutare. La consultazione, come potete immaginare, partirà dalla competenza necessaria e terminerà con la scelta dell'interlocutore che ci sembra più adatto. Poi, ci saranno tante altre cose, Attività su Second Life eccetera eccetera. Ma di questi eccetera parleremo con calma :)

Commenti

  1. marcello
    8 settembre 2008 alle 17:51

    non male queste iniziative proposte.Attendo fiducioso buone nuove
    mpec01

  2. Pingback: Progetto Kublai » Parte una nuova stagione di progettazione: la Guida del Progettista e il Community Staff

  3. Antonella
    22 settembre 2008 alle 10:35

    Recupero un commento di David, erroneamente cancellato:
    “La banca delle piccole consulenze potrebbe strutturarsi in una sorta di http://www.schoolofeverything.com

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  6. Avatar di Alberto
    Alberto
    13 ottobre 2009 alle 13:59

    Questo:

    “ogni progetto coinvolto in RG potrebbe preparare un documento in cui, oltre a sintetizzare estremamente finalità e caratteristiche generali del progetto, mettesse in evidenza quali sono gli aspetti che possono essere utili agli altri membri del network e quali sono gli ostacoli che non permettono la sua piena realizzazione.”

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