• Ilaria ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 21/4/2009

    Scusate il ritardo. ieri giornata infernale, come quella di qualche giorno, dell’iniziativa di Tidemann, sono dispiacuita di non aver partecipato (leggerò il testo).
    Alberto e Walter grazie per l’incoraggiamento, avete ragione, bisogna chiudere una fase.
    ho letto l’appello di Carta, oltre al possibbile gemellaggio fra mondi, a me mi è venuto subito in mente che Kublai con la sua varietà potrebbe fare qualcosa.
    la butto li, (ma magari è una cz.) però possiamo provare a promuovere un laboratorio sperimentale di qualche giorno nei paesi terremotati: gli”angeli” terremotati ricostruiscono memorie attive portando in giro persone, i “critical” fanno incursioni nello spazio veicolando immagini di cambiamento possibile e convolgendo gli abitanti, Cate con il suo gruppo attiva laboratori di desegno su oggetti utili (mi vengono in mente le panchine ..), spazi per i banbini, “bar” possibili, e poi eventi etc.
    che ne pensate?

  • Walter ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 20/4/2009

  • Mr ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 20/4/2009

    Michele, ma tu che idea avresti?

  • Michele ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 20/4/2009

    Invito tutti i partecipanti a leggere questo testo dell’Abruzzo Social Forum e a ragionare sulla costruzione di connessioni con quella esperienza: http://www.carta.org/campagne/beni+comuni/17134
    (scusate ma il sistema sembra non accettare l’url come collegamento ipertestuale)

  • Walter ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 19/4/2009

    Mi accodo all’incitazione anche io (quì su bacheca) dopo quelle fatte in privato, ad ogni modo credo che sia necessario un ponte-contatto ideale con focolai “teatrali territoriali” da Messina-Reggio all’Irpinia, alle Marche-Abruzzo, Molise, Friuli, ecc.non so ancora come possa propagandarsi questa scossa (le olimpiadi si propagano con una fiaccola, ma come propagare una scossa? per l’Italia? geomappare i volontari che si distribuiscono in un percorso ideale???) …da un punto all’altro ma penso che i presidi territoriali siano imprescindibili nel progetto La Scossa, indipendentemente poi dai caratterizzazioni locali.

  • Mr ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 19/4/2009

    Io farei uno sforzo e finirei il lavoro. Hai sviluppato un approccio chiaro e convincente, e dal punto di vista operativo puoi partire con molto poco (e i volontari), per poi mettere a valore il lavoro fatto e cercare, su questa base, un po’ di fondi per fare il passo successivo. Peccato tu non fossi all’incontro con Pete Tidemann in Second Life, ti sarebbe interessato (trovi comunque il testo del suo intervento qui). Coraggio, Ilaria, al lavoro e alla lotta!

  • Ilaria ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 19/4/2009

    Si, hai ragione, devo scrivere una versione “più tecnica” (ovvero “qualcosa che si mangia”), ci provo (tre cartelle al max).
    sulla mappa sai bene quanto siano difficili da costruire,già dove inizia e finisce l’irpinia è una questione di sguardo e di posizione…
    quello su cui per ora ci concentriamo, oltre a una mappa che descriva il mutamento e soprattutto luoghi dove attivarsi (gli incompiuti), è una mappa emozionale, che si muove come il mare sulla sponda, segue le vitalità latenti e si illumina come le luci di un albero di natale (credo di avere bisogno di un grafico!)
    ma il lavoro è lento, distratto, …

  • Antonio ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 19/4/2009

    La scelta strategica di “scemare una vasta popolazione” mettendo da parte il discorso sui soldi mi sembra decisamente efficace, mi hai convinto: tener lontano faccendieri & assistiti è fondamentale, anche per una questione simbolica, visto che le ricostruzioni generalmente li vedono in primo piano con i risultati che sappiamo! Come hai giustamente osservato anche Kublai funziona così: promette attenzione ed energia sociale, non soldi.

    Sul piano d’azione: in sostanza mi sembra di capire che ti stai muovendo in modo incrementale, sondando il terreno sia sul fronte dei “volontari” che su quello istituzionale per configurare man mano “una squadra ampia e articolata” fatta di persone che vogliano contribuire ad “un progetto che è tutto da costruire”. La mia proposta è quella di usare testi diversi sui vari fronti: se parli con il territorio (amministrazioni locali incluse), usi la narrazione che hai e non parli di vile pecunia; se, e quando, andrai a cercare sponsor (fondazioni, regioni, …) per coprire le spese che ad un certo punto La Scossa dovrà sostenere (animazione, eventi, comunicazione, … fino al tuo impegno professionale) puoi affiancare un allegato “più tecnico” che descriva i dettagli. Una sana via di mezzo… Che ne dici?

    ps: ce l’hai già una bozza di “mappa interpretativa” delle aree terremotate oggi? Da urbanista mi manca proprio nel tuo pdf, e ovviamente sono curioso…

  • Ilaria ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di La ScossaLa Scossa il 19/4/2009

    We we Antç, grazie per aver letto La Scossa, da costruttore di politiche (più che urbanista). Hai perfettamente ragione, sono ben consapevole dell’apparente fragilità del progetto, ma è fatto apposta. La scossa non è solo un progetto appassionante, ma – per me – è anche l’occasione di sperimentare alcune cose:
    1. L’obiettivo del progetto, oltre a quello descritto, è anche di sollecitare alla costruzione della narrazione. Ecco perché lo stile è così “suggestivo, letterario e progettuale”, come dici tu. Quando io descrivo o faccio leggere la scossa, i “terremotati” iniziano subito dei loro racconti, alcuni personali, alcuni disciplinari, etc. Anche su Kublai è apparsa qualche testimonianza. L’idea è di partire da questi per delineare immagini di cambiamento possibile… (cosa non semplice, ci vorrebbe una squadra ampia e articolata).
    2. Per questo “mangano i dettagli operativi”, bisogna costruire il progetto incrementalmente, i laboratori che vedi alla fine sono la sintesi di alcune idee progettuali emerse, mentre le iniziative che si stanno attuando (come Cairano x7) sono il frutto di alcuni primi incontri effettuati con quei “diffusori di connessioni multiple” (organizzazioni, associazioni etc.). In particolare all’iniziativa di Cairano (che è finanziata dalla Fondazione Dragone, quello del Cirque du soleil) io ho lavorato all’organizzazione mentre alcune persone, che condividono la scossa, ne diventano vettori attraverso laboratori progettuali.
    3. Manca anche il piano economico, del resto mancando i dettagli operativi…, ma anche qui, (come in Kublai) quando presento la scossa alla fine c’è sempre qualcuno che mi chiede se ho i fondi, quando rispondo che non ci sono un gran numero di persone si alza e se ne va (se non fisicamente, virtualmente). E questo serve a scemare una vasta popolazione, mentre con quella che resta bisogna fare un forte lavoro di empowerment (Mi sono occupata negli ultimi 4-5 anni di piani strategici nel sud Italia e sono convinta che qui i tavoli di discussione e di progettazione, per quanto uno possa sollecitare alla partecipazione, sono composti generalmente da un 60-65% di attori che cercano “assistenza” economica, quando dici che non ci sono soldi evaporano, fra il resto del 40-35% che rimane si scatena subito una conflittualità (in genere non si sopportano) che determina un ulteriore abbandono, alla fine resti con poche persone su cui devi agire con cura, pazienza e molto, molto tempo a disposizione…):
    4. La mancanza di dettagli, inoltre aiuta il progetto a viaggiare. L’obiettivo è: condividiamo la prospettiva e convogliamo attorno a questa operazioni multiple. Ti faccio un esempio, ho presentato la scossa a due assessori regionali, il primo che si occupa di cultura non mi ha risposto, il secondo che si occupa di formazione è entusiasta (è terremotato pure lui) e vuole finanziare un progetto che è tutto da costruire.

    Che ne pensi? :-)

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