Fried Brioschi, ti adoro già adesso con 40 gradi all’ombra… Se poi trovi il modo di concretizzare il mio pppperoggggetto… ti faccio un monumento (ma in autunno, che ora mi squaglierei sotto il cocente sole).

(in teoria dovrebbero rimanere modificabili entro 15 min dalla pubblicazione.. non mi pare sia una opzione gestibile da noi, ma provo a controllare)

(ma dare la possibilità di editare i commenti no?): il link per Kzero è questo: http://www.kzero.co.uk/

In realtà sì, Frieda, avevo pensato di partire dal sito e dal lavoro fatto (anche in termini di relazioni) in questi 4 anni per poi provare a offrire servizi di consulenza (tipo Kzero per intenderci) ed eventi online/offline. Ma… mentre conosco bene il settore editoriale (i suoi difetti e i suoi possibili punti di forza) e mentre non ho lì costi particolarmente elevati (non essendo un editore “tradizionale”), diverso è pensare (bene) ad un modello di business che conosco meno (offerta di consulenza ad aziende in ambiti estranei al mio di partenza, ossia a quello finanziario, e realizzazione eventi). Il tutto si può risolvere se trovo altri membri per rafforzare il team, of course. Ma come dice un amico mio “se sì cazz…” (ossia “se ce la fai…”). Ma è il problema di molte delle/tutte le startup, immagino

Ottimo Angelo, vedo di proporti qualcosa in questi giorni così da settembre in poi si può vedere se l’argomento interessa quanto meno a livello teorico (nel frattempo spero di trovare ulteriori spunti dopo una manifestazione che si terrà a Salerno a fine mese, nel caso ovviamente ti aggiorno). Grazie ancora, davvero.

Chiaro. E offrire dei servizi nell’ambito invece che rimanere nel settore editoriale, che al momento stenta a campare online? (non è una considerazione mia, se parti a leggere da qui http://giornalaio.wordpress.com/2013/07/31/modello-di-business/ e vai a ritroso seguendo i link trovi numeri interessanti.. e stiamo parlando di notizie “mainstream”)

Ciao Luca. Se riesci a mandarmi 4 righe di una possibile idea di tesi appena rientro metto nella bacheca studenti indicazioni in proposito. e vediamo che en esce.

Ovviamente se qualcuno ha numeri attendibili dell’audience italiana complessiva del fenomeno “mondi virtuali” (o anche dei parziali a oggi e non al 2007…) son ben felice di conoscere i dati e migliorare le mie stime

Ciao Frieda. Mondivirtuali non si può rivolgere alla sola micro-nicchia italiana di Second Life (che nei momenti migliori toccò i 25-30 mila player attivi), nè alla sola nicchia degli utenti italiani di mondi virtuali “strictu sensu” (piattaforme online immersive stile SL o IMVU per intenderci). Semplicemente perchè 1) non esistono numeri certi (posso stimare io che siano circa 100 mila gli interessati, aggregando gli utenti attivi dei principali “mondi virtuali”, ma la stima potrebbe essere del tutto sballata, sorry) 2) la platea di uno strumento così worlwide come una piattaforma immersiva online è per forza di cose mondiale 3) Mondivirtuali son sempre più convinto debba parlare di piattaforme tecnologiche sì, ma anche di mondi “virtuali” nel senso di possibili dell’arte e della letteratura (e cinematografia).

Il “cosa vuole” è una bella domanda: perchè gli ambienti “user generated content” come SL o IMVU danno agli utenti (come FB del resto) la possibilità di crearsi quel che vogliono all’interno del contenitore, i mondi “virtuali” in senso lato danno la possibilità a ciascuno di seguire/godere di ciò che maggiormente lo appassiona. Direi che il filo rosso sia la possibiiltà di realizzare bisogni di: socializzazione, realizzazione delle proprie capacità creative latenti o esplicite, esplorazione di ambiti (artistici, creativi, educativi) che non ci impegnano professionalmente (se non per una piccola parte di utenti che propongono attività/contenuti) in tali ambiti.