Che cosa ne dite dell’ idea di pubblicare il sondaggio?

Grazie Federico e Nicola, appena posso provo a riscrivere la descrizione del progetto in maniera più chiara e strutturata.
Intanto ho trovato qualche progetto affine da coinvolgere nella discussione.
A presto

Davide le tue risposte sono convincenti e dimostrano l’entusiasmo che stai mettendo in questo progetto.
Da parte mia – come peraltro ha già fatto Nicola – ti consiglio solo di cominciare a passare alla parte pratica e a scrivere il progetto. Solo così potrai renderti conto, man mano, delle barriere a cui potresti andare incontro e solo così potremo, noi e la community, aiutarti a superarle.

Davide, anche grazie ai suggerimenti di Angela, forse dovresti provare a scrivere in modo più strutturato la descrizione del progetto. Dopo sarà più facile discuterne in modo costruittivo.

Ho visto che stai cercando progetti su Kublai su temi affini. Ce ne sono tanti e potresti cercare il coinvolgimento dei vari progettisti nella tua discussione.

Per cercare i progetti, puoi usare anche google con la formula “kublai+educazione” “kublai+scuola” ecc…

Ciao Angela, grazie di essere intervenuta.
Da esperta nel settore puoi sicuramente darmi delle dritte importanti.
Mi sembra di capire dalla tua esperienza che l’ Emilia-Romagna sia all’avanguardia in Italia per quanto riguarda l’ orientamento. Mi piacerebbe molto se tu ci spiegassi qualcosa di più sui progetti che vengono condotti.
Per quanto riguarda la possibilità di iniziare questo percorso già alle scuole elementari, mi sembra che diciamo le stesse cose solo che forse io non ho saputo spiegarmi: secondo me ogni esperienza contribuisce a orientarsi quando sarà necessario. Concordo sul fatto che bisogna rispettare le varie fasi di sviluppo e per quanto possibile aprire l’ orizzonte ai ragazzi (è proprio questo che ricerco col mio progetto), ma ci sono delle attività ben precise, come tu stessa ammetti con l’esempio dei laboratori con artigiani, che possono divertire ed essere utili già alle elementari.
Ad esempio secondo me è molto utile che tutti i bambini abbiano la possibilità di provare ed imparare tutti gli sport (valutando sempre con attenzione l’ età minima per ogni sport).
Per ora ho individuato 3 grandi settori sui quali si dovrebbe basare il programma di orientamento:
-MESTIERI
-SPORT
-ARTE
Il programma non sarebbe una mera raccolta di dati ma, come tu dici, uno strumento utile soprattutto ad autovalutarsi.
Come dicevo anche a Federico non si vuole assolutamente “spingere” i soggetti ad intraprendere una certa strada; si vuole solo renderli edotti delle possibilità esistenti, delle loro attitudini ecc..
ma le scelte finali ovviamente competeranno esclusivamente al singolo.
Si tratta di un programma di “conoscenza”.

Caro Federico, innanzitutto grazie per il tuo intervento.
Mi fa molto piacere riscontrare la vostra partecipazione.
Come era lecito aspettarsi, complici le mie descrizioni forse ancora troppo sommarie, ci possono essere degli equivoci.
Il mio progetto non pretende assolutamente di inquadrare i ragazzi verso un determinato percorso già da piccoli. Non si vuole indirizzare con la forza ma mettere a disposizione uno strumento di conoscenza delle diverse realtà. E’ proprio cambiando idea decine di volte che tu hai potuto provare svariate attività e capire come funzionano. Ed è proprio questo il senso del mio progetto: permettere a tutti di provare tante attività. Ma si tratta di un percorso estremamente flessibile, che non prevede vincoli di nessun tipo. Darebbe l’ opportunità di conoscere e farsi conoscere!
Il programma personalizzato partirebbe solo nel caso di un particolare interesse o attitudine dimostrati in una determinata attività, in modo da approfondire la ricerca nello specifico.
Armonizzare l’ obbligo scolastico con le proprie propensioni non è un problema, nel senso che il percorso di studi fino alle scuole medie è comune a tutti.
E’ alla fine delle scuole medie che si compie la prima scelta importante sul percorso didattico da seguire: allora sarà proprio negli ultimi anni prima di questa scelta che il programma dovrà prevedere numerose iniziative utili a far conoscere concretamente la realtà ai ragazzi.
Io sono anche del parere che a 13/14 anni in terza media sia troppo presto per una scelta così importante, ma non penso che il mio pensiero possa cambiare il sistema.
Quindi vorrei ovviare a questo tentando in ogni modo di orientare al meglio i ragazzi.

Ehm… ehm… quando ho citato “Nicola” la seconda e terza volta intendevo “Federico”…. chiedo venia! Posso solo giustificarmi con il fatto che è un nome importante nella mia vita

Ciao a tutti! Mi fa molto piacere poter partecipare alla discussione su questo progetto. Intanto un commento su quanto dice Nicola sulla presenza o meno di attività di orientamento nelle scuole dell’obbligo: certamente è presente in molte regioni, anche se sicuramente la situazione in Italia non è coerente, bensì – come si dice – “a macchia di leopardo”. Ho la fortuna di vivere in una regione, l’Emila-Romagna, in cui la formazione professionale è forte e da moltissimi anni si conducono molteplici progetti di orientamento in collaborazione con associazioni di categoria, scuole (dalle medie in su) e formazione professionale. Quella dell’orientamento è sicuramente un’attività da iniziare precocemente, con forme diverse in rispetto delle varie fasi di sviluppo di un individuo, ma non concordo con la possibilità di inserirla già alle elementari. La necessità dei bambini è quella di fare esperienze e sviluppare abilità, capacità operative, cognitive e predisposizioni personali che vanno ben oltre ogni necessità di “orientamento”, anzi: l’orizzonte va aperto, ampliato ed essi vanno stimolati ad apprendere – di più – ad amare l’apprendere come patrimonio indispensabile per tutta la vita. Concordo con Nicola sulla mobilità delle idee e sulla loro impermanenza Diverso è il caso di laboratori con artigiani, laddove magari il bambino, attraverso attività manuali ed i racconti di chi conduce le attività, impara anche la bellezza e l’importanza dei mestieri. L’idea è comunque interessante, nel suo aspetto di raccolta di dati e possibilità per il soggetto di autovalutarsi e trarne indicazioni: come una sorta di portafoglio di risultati di esperienze ed attività di cui è possibile rimanga traccia. L’orientamento è soprattutto un’attività attraverso la quale le persone imparano ad autorientarsi (tra informazioni di ogni genere, ma in particolare nell’autovalutarsi): il programma prevedrebbe una cosa del genere oppure sarebbe una mera raccolta di dati e risultati? Per esempio, non tutto quello che si “vive” in termini di orientamento finisce sul curriculum. Se penso a me, vent’anni fa, come dice Nicola, mai avrei pensato di fare l’orientatrice, eppure è quello che è accaduto attraverso un processo di autorientamento e varie esperienze di lavoro (anche in negativo) che mi hanno portato a scoprire mie caratteristiche, “costruire” questo percorso e sceglierlo ad un certo punto. Credo che sia davvero fondamentale soffermarsi sugli obiettivi che ti dai, pensando sempre a tutte le “parti” coinvolte e definendoli con attenzione, poi verrà anche il “come” raggiungerli. Scusate la lunghezza del commento ma desideravo essere chiara sul mio pensiero…

Grazie a te Nicola per il commento.
Il mio progetto parte proprio dalla convinzione e dal riscontro che le politiche di orientamento del nostro sistema scolastico sono alquanto fallimentari.
Al fine di dimostrare questa tesi e la validità del progetto ebbi anche l’ idea di creare un sondaggio sull’ argomento, solo che il metodo scelto per la sua pubblicazione ne ha limitato i partecipanti. Magari potrei provare a riproporlo, anche qui su kublai, con un metodo di condivisione su scala più ampia, cosa ne dite?

Per quanto riguarda il discorso delle aziende, forse mi sono espresso male.
Inteso che il programma di raccolta dati accompagni il soggetto fino all’ età adulta, i datori di lavoro potranno selezionare candidati, ad esempio neolaureati, sulla base di un’ ampio database chiaro e trasparente sul loro trascorso formativo. Si verrebbe a creare in automatico un curriculum vitae standardizzato e dettagliato di ogni iscritto al programma.

Per quanto riguarda la forma organizzativa ci sto ancora pensando ma in linea di massima pensavo coinvolgere a livello collaborativo professionisti quali psicologi, docenti e figure di ogni settore lavorativo per delinare il programma base di orientamento. Infatti a mio parere è molto importante che questo nasca sano e aderisca quanto più possibile alle esigenze degli studenti da un lato e delle aziende dall’ altro. Per mettere in pratica questo programma sarà necessaria una sede che si occupi più che altro di organizzarne gli eventi e raccoglierne i dati. Credo possa instaurarsi anche una discreta collaborazione con le aziende che forniscono lavoro interinale.