• Non penso ce ne siano. Il “mercato” in cui si inserisce il progetto non è quello del profitto. una persona che frequenta già un gas con il quale non c’è stato modo di integrarsi e che vuole partecipare avrà un pachetto personalizzato sulle sue esigenze. L’inserimento di una dimensione imprenditoriale, sia pure di impresa, o prestazione d’opera individuale in un ambiente di volontariato, può incontrare dubbi e resistenze.
    Ambisco inoltre a raggiungere persone che non aderiscono per una condivisione valoriale, ma per la reale soddisfazione di bisogni.
     D’altronde se la comunità non riconosce l’utilità della proposta, il progetto non si realizzerà. Credo ci sia una consapevolezza comune nel considerare solo limitatamente soddisfatte le potenzialità di esperienze come gas e banca del tempo. Propongo di superare l’empasse attraverso:
    1) organizzazione professionale e non volontaria
    2) offerta organica di beni e serivzi, non solo gas, o solo banca del tempo o solo convenzioni o quant’altro, ma tutto quanto è possibile integrare attraverso un’onerosa, ma razionale e competente azione organizzativa.
    3) Sede fisica adeguata

  • Chi pensi siano i tuoi competitor?

  • Ciao Alfredo, grazie dei suggerimenti.
    1. La questione pagamento deve in effetti essere chiarita. Il fornitore vuole essere pagato a consegna della merce e tendenzialmente i clienti pagano quando ritirano. Il mandato all’acquisto, o i pagamento iniziale sono opzioni che come dici vanno accuratamente valutate. Non ho la soluzione. Deve essere chiaro che io non faccio compravendita. fai conto però che la merce è prenotata dato che rientra in un “pacchetto preventivamente. concordato”. conto che la soluzione verrà trovata insieme ai soggetti che decidono di partecipare. in generale penso sia difficile e di ostacolo avere troppe soluzioni previe, il processo può essere guidato, ma si autoregola.
     
    2. la differenza è che diversi servizi vengono messi insieme in un’offerta organica che è inoltre organizzata accuratamente e in modo professionale e non volontaristico. delle esperienze a livello locale che rispondono ai canoni di risparmio e miglior qualità conto di farne partner, il progetto non può che vivere di partnership che decidono di mettere in discussione la logica del “ognuno nel suo cortiletto” e capire il valore aggiunto di un’organizazzione organica e armonica. 
    i produttori che vendono direttamente possono amare la dimensione del mercato, possono anche viverla come un grosso onere necessario. partecipare al progetto con i loro prodotti potrebbe risultare interessante per alcuni di loro. non mi voglio sostitutire al mercato, voglio dare la possibilità a chi non ha il tempo o l’abitudine di andare al mercato di accedere a quei prodotti e a quei produttori di raggiungere quei consumatori. inoltre essendo personalizzato il pacchetto è personalizzata anche l’organizzazione. nulla vieta che aderenti al progetto possano andare a ritirare la frutta al banco partner nel mercato, godendo inoltre degli sconti come nel caso dell’associazione che citi. sulle tecnologie non so, ma l’offerta non copre necessariamente tutti i beni, solo quelli su cui ho contatti che sono in grado di fornire il servizio risparmio, qualità, organizzazione.
     
    3. penso che i bisogni si integrino. l’esempio che tu citi dell’associazione di quartiere è un chiaro esempio di risaprmio e socialità. sono convinto che anche consumo e individualità vadano di pari passo.
     
    4. non voglio affatto escludere il web (non sarei qui), ritengo solo primaria la sede fisica. il web è chiaramente indispensabile, dalle potenzialità illimitate, ma non esaustive.
     
    un saluto
     
    Iari

  • Ciao Iari, quando ho letto la tua idea ho pensato che tu volessi operare come una sorta di facilitatore di acquisti, il consulente che vorresti avere quando devi scegliere se comprare un TV X o Y. Un lavoro simile è quello che svolgono quelle persone che ti aiutano ad organizzare un evento, un matrimonio e simili… Quando sono arrivato al punto della polisportiva mi sono un pò perso. Passare dalla consulenza ad acquistare per conto altrui è molto rischioso e presuppone la disponibilità di liquidità che chiaramente potrebbe essere ovviata chiedendo di pagare prima. Per alcuni beni, ad esempio il settore delle tecnologie, è però necessario fornire dati sensibili per intestazioni di garanzie e simili. Per poter operare per conto di qualcuno dovresti avere un mandato all’acquisto. Questo potrebbe appesantire troppo i diversi passaggi e sminuire i vantaggi di ricorrere ai tuoi servizi.
    Un ulteriore riflessione che facevo riguardava le differenze della tua idea rispetto a quello che già c’è in giro. Tu stesso citavi i gruppi di acquisto, ma ci sono tantissime esperienze a livello locale che funzionano benissimo. Ad esempio io stesso acquisto frutta e verdura il sabato presso un mercatino che abbiamo organizzato come associazione di quartiere scontando dei prezzi che sono del 30/40% più bassi del supermercato. In che cosa pensi di differenziarti? O cosa pensi di prendere da queste esperienze?
    Il passaggio da “angelo” degli acquisti a  funzione sociale mi sembra una bella scommessa,  nel senso che gli obiettivi di queste due iniziative sono molto diversi. Tenerli insieme non ti sembra un po’ arduo?  I bisogni che intendi soddisfare non sono diversi?? Risparmio e socialità!!
    Non mi  è chiaro poi perché vuoi escludere il web che è un ottimo strumento per risparmiare tempo e denaro. Pensa alle assicurazioni, esiste un servizio che sulla base dei tuoi dati opera confronti e ti dice qual è quella più economica.
    Che ne pensi???
    A presto
    alfredo

  • Grazie Frieda per l’interesse, l’efficacia comiunicativa del progetto è importantissima. Provo con altre parole. BISOGNO DA SODDISFARE:Io ritengo che le difficoltà economiche (ma non solo) delle famiglie siano aggravate dalla difficoltà oggettiva di accedere ai beni e eervizi che meglio soddisferebbero le loro necessità. Trovare e usufruire tali beni e servizi richiede un oneroso lavoro organizzativo e logistico inconciliabile con le modalità di vita attuali (consentitemi di generalizzare, mi riferisco ad una famiglia in cui tutti e due i genitori lavorano, che hanno bisogno della macchina per spostarsi, usano il telefono, internet, luce, acqua e gas etc.) ne consegue che le loro spese e l’impiego del loro tempo non è efficiente e al limite dell’efficacia (arrivare a fine mese).
    LA PROPOSTA: io mi occupo di costruire una rete di relazioni, conoscenze e competenze con fornitori dei beni e servizi più comunemente e onerosamente utilizzati dalle famiglie, cercando una qualità migliore a minor prezzo e facendo in modo che le famiglie possano accedere a questi beni e servizi nel modo più agevole possibile. Non creo beni o servizi, né li vendo, ci sono già, ma metterli in fila e renderli realmente accessibili in un insieme tale da incidere signifativamente sul budget richiede lavoro e competenze. ESEMPI: – generi alimentari sia freschi che a lunga conservazione. Oggi le filere sono illogiche: il produttore guadagna poco, i prodotti sono scadenti (penso ad esempio alla frutta maturata nei frigoriferi) i prezzi per il consumatore sono altissimi. Si può far meglio. questi sono beni.
    - assicurazioni auto. esistono parametri di diritto per i premi assicurativi, la cui ignoranza rende gli assicurandi facile preda di assicurazioni che stabiiscono arbitrariamente il prezzo. Io ho contatti competenti in grado di ragguagliare le persone sui loro diritti (già provato da un Gruppo di acquisto responsabile) nuovamente tutto ciò c’è già, ma non rientra in un’offerta d’insieme effettivamente interessante e nessuno si accolla gli oneri di organizzarla perché non può essere fatto a livello di volontariato, deve essere fatto professionalmente. questo è un servizio.
    - si potrebbe continuare con le utenze di luce, acqua e gas, con i contratti telefonici etc. (la lista coincide con la rete di contatti, che peraltro si accresce con le famiglie che partecipano che non sono solo “clienti”, ma portatori di nuove competenze.
     
    il numero dei partecipanti consente inoltre di avere convenzioni e prezzi, migliori di quelli che il singolo potrebbe avere dagli stessi produttori o fornitori di servizi.
     
    l’offerta è tarata sui bisogni, precedentemente analizzati della singola famiglia e comparata al prezzo che la famiglia spende per soddisfarli. Sulla differenza di prezzo si ricava il costo della prestazione d’opera di organizzazione e logistica.
     
    C’è un luogo fisico grande abbastanza e adeguatamente attrezzato per soddisfare le esigenze del progetto. Si tratta di una polisportiva, disponibile a partecipare alla progettazione e alla realizzazione della proposta
    Mi farebbe piacere sapere anche le differente letture che avete dato del progetto, così come è presentato.

  • Però.. però più la rileggo la descrizione del progetto e più la trovo troppo vaga per dare qualche input mirato. Per esempio, sono certa che io e Alfredo, il nostro coach, che abitiamo agli estremi opposti della penisola e abbiamo esperienze professionali diverse, abbiamo intuito il tuo progetto in due modi diversi. Ce lo racconti un po’ più in dettaglio?

  • a Frieda: la mia ambizione è poterci ricavare di che vivere facendo qualcosa che mi piace e che sia economicamente, socialmente e culturalmente un aiuto alle persone senza che questo debba passare attraverso una speculazione. La sua realizazzione pratica potrebbe essere localissima e io stesso in grado di gestire un numero limitato di persone.
    MA le esigenze che hanno spinto me ad elaborare il progetto sono comuni a moltissime persone e a moltissimi territori. La forma organizzativa che prende a Modena potebbe essere diversa da quella che potrebbe prendere a Milano (altre persone, altro territorio, altri beni, altre esigenze organizzative). Penso e mi auspico che il progetto abbia grandi possibiiltà di trasferibilità, ma la trasferibilità non è una ricetta o una prescrizione, significa comprendere e condividere un’idea e trovare il proprio modo di realizzarla. L’eventuale diffondersi di varie realtà che sposino l’idea migliorerebbe notevolmente l’efficacia di tutti questi progetti, dietro cui ci sono tante persone.

  • a Paola: credo che il luogo fisico sia irrinunciabile, è il cuore del progetto. l’organizzazione alternativa che vorrei proporre implica la frequentazione di un luogo, dove reperire beni e informazioni e incontrare persone fisiche. Che ci sia un corrispettivo virtuale è evidente, necessario, ma, a mio modo di vedere, ancillare rispetto al luogo fisico. Il luogo fisico che ho in mente, ed ho già contatti disponibili a discuterne, sono le polisportive (giuridicamente cooperative) luoghi di socialità storica e patrimonio che non deve assolutamente essere disperso, ad oggi molto a rischio speculazione. Sì, l’idea è costruirlo a Modena. La spinta di base è che potrebbe essere il mio lavoro e, per ora, vivo a Modena e lì sto costruendo i contatti utili alla realizzazione del progetto, questi contatti, e io stesso, abbiamo poi contatti altrove (diversi produttori che poterbbero essere disponibili sono in giro per l’Italia.

  • La mia impressione è che sia un progetto molto territoriale: mi aspetto che il costo di beni e servizi vari molto a seconda di dove siamo (un caffè a Milano ha un costo diverso da un caffè a Cosenza e stiamo parlando di un prodotto molto standard il cui prezzo varia veramente poco). Pensi di rivolgerti ad una realtà molto piccola (una provincia) o partire da qualcosa di piccolo e poi espanderti? Te lo chiedo perché gli elementi ripetibili e trasportabili da una esperienza all’altra mi paiono forse pochi rispetto a quelli che mutano, e mi viene spontaneo metterli tra i costi di avviamento delle diverse sedi.

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