• Ciao Paola, inserisco senz’altro la voce.
    ammetto che: se per i produttori di beni lo scambio è evidentemente quello economico (anche se potrebbe non esserlo esclusivamente), per i fornitori di servizi o consulenze la cosa è più complicata.
    E’ decisivo per me che i “partner” trovino un interesse nella collaborazione che non sia solo quello valoriale o volontaristico, che è a mio avviso troppo residuale. Credo che in cambio del “pacchetto” le persone possano dare un misto di soldi, tempo e competenze (a seconda anche di quello che chiedono) Il tuo tempo di consulenza potrebbe essere risarcito in tempo (da qui i riferimenti alla banca del tempo). si potrebbe contestare che allora c’è la banca del tempo. Ma ho già avuto la conferma da Bdt Modena, che la Bdt non funziona propriamente come banca, ma piuttosto come modo di fare volontariato, cioè le persone offronto il proprio tempo, ma in realtà ne prendono solo marginalmente. Inoltre i servizi non sono garantiti, ma appunto volontaristici, se ne hai bisogno, le persone potebbero poi non essere effettivamente disponibili e i contatti sono tutti a carico tuo. Nuovamente la proposta, che avrò probabilmente modo di presentare proprio ad una riunione di Bdt, è organizzazione professionale a carico del progetto e non delle persone, organicità dell’offerta, sede fisica. Inoltre nessuno di questi aspetti è neutro. confezione famiglia prederà forma e contenuti fortemente connotati da chi organizza, le persone che aderiscono, le partnership che si creano, la sede in cuui ha luogo.
    Una collaborazione con Altroconsumo dovrebbe rientrare nella stessa logica.
    E’ evidente che i consulenti devono avere il loro ritorno, ma non immagino che “Confezione famiglia” paghi o assuma consulenti secondo le consuetudini di mercato. Con ogni partner le modalità di collaborazione devono essere specifiche. Credo sia così per ogni impresa.
    Detto questo, chiarire questo aspetto è primario.
    Di nuovo grazie a tutti per (l’inattesa) vivacità, compentenza e zelo dei commenti.

  • Ciao Iari scusa non capisco quando parli del coinvolgimento di esperti di Altro consumo  e dici “si tratterà di capire cosa posso offrire in cambio delle loro prestazioni, a seconda delle loro esigenze. Se è denaro, non siamo simili, tantomeno competitor”.  Perchè non possono essere pagati anche loro in quota parte rispetto al loro contributo? Cosa cambia rispetto agli altri collaboratori? A tal proposito   ti consiglierei di inserire nello schema di Filippo  una voce su come e a quale titolo verrebbero coinvolti e compensati esperti/collaboratori

  • Grazie Mille e qualunque altra iniziativa o progetto o persona che ti viene in mente, non esitare a segnalarmelo.

  • Non direttamente. Leggo le loro riviste saltuariamente perché i miei suoceri sono dei fedelissimi.. chiederò in giro :-)

  • Ciao Frieda,
    la veste del sito già mi lasciava perplesso, poi cercando trovo (tante) robe come questa http://imbrogli.wordpress.com/?s=altroconsumo tu li conosci?

  • grazie , Frieda! Il tuo suggerimento mi fa venire in mente un esempio che potebbe aiutare a chiarirmi: in Altroconsumo ci sono esperti di contratti telefonici, io proporrei a quegli esperti una collaborazione perché nel pacchetto che ho in mente questa è una voce importante. si tratterà di capire cosa posso offrire in cambio delle loro prestazioni, a seconda delle loro esigenze. Se è denaro, non siamo simili, tantomeno competitor. Se è altro, ne parliamo. Sono io a contattare altroconsumo e se c’è un accordo, offrirò alla famiglia il pacchetto che comprende la tariffa migliore telefonica (l’esperto è altroconsumo), più tutte le altre cose (che tramite me coinvolgeranno altre associazioni, imprese, esperti) offerte in una botta unica, col minimo di tempo ed energie. io non voglio affatto essere l’esperto o costruire un’associazione di esperti, le associaizoni ci sono e fanno bene il loro mestiere, penso che manchi un anello per sfruttarne il potenziale, questo anello è il mio progetto.

  • Ti chiedevo dei competitor perché mi ricorda Altroconsumo. Più mirato al lato economico e locale, indubbiamente, però mi è rimasta questa idea in testa, ecco :-)
    (oltre allo schema di Filippo trovi suggerimenti sulla stesura del progetto anche qui: http://www.progettokublai.net/il-tuo-progetto/)

  • ooooocchei, Filippo, grazie. Mi ci metto. Due parole, prima di riscrivere il progetto secondo le tue indicazioni. Devo dire che le definizioni di “accordo di scopo” e “utilities manager” di comunità, mi suonano adeguati. Il mio businness è indispensabile per garantire l’organizzazione professionale. Come persona giuridica, per come la vedo io potrei anche essere dipendente di una cooperativa (forma giuridica della polisportiva). L’accordo di scopo viene stipulato sia con le famiglie che con imprese e partner pubblici. Alla fine può anche diventare un’associazione, ma mi pare un passo successivo.

  • Ciao Iari, ciao a tutti,
    nella tua idea vedo spazi interessanti, avrei ancora domande da farti. Mi sembra il tutto assomigli ad un progetto di servizio pubblico, ancor più che imprenditoriale, anche se chiaramente di “pubblica utilità”. In inghilterra i councils offrono servizi di advisor per i cittadini, ad esempio, sui consumi energetici, ed esistono anche progetti nei quali si opera per organizzare gruppi di cittadini per fare massa e così rinegoziare i contratti. Una sorta di “accordo di scopo” fra cittadini e un “utilities manager” di comunità. Però non è questo che ti interessa, il tuo businness è in quel 10 per cento che spunti su un risparmio, dico così per dire, del 20%. Non mi è chiara la persona giuridica di questo progetto. Una associazione? una associazione di imprese e partner pubblici?  una partita iva? e anche il tipo di servizio offerto o venduto non mi è dl tutto chiaro. 
    ti propongo di riscrivere ancora una volta il progetto, magari impostandolo come tale da subito. con una forma tipo:
    titolo, od oggetto
    obiettivi generali (suggerisco max due, le motivazioni del tuo progetto)
    obiettivi specifici (qui bullettati i 5/10, “sostenere le imprese locali che ..”, il più asciutto possibile)

    attività ( articola l’azione tipo indagine preliminare su., sito web su…, non importa vada tanto a fondo, o al largo, ma perchè noi si possa capire che tipo di risorse intendi mettere in campo, o che figure professoinali devi coinvolgere)

    prodotto (nel tuo caso un servizio, ma non lo visaulizzo chiaramente, forse ho capito che non è “a sportello”, o almeno non solo)

    soggetto proponente/attuatore: (terribilmente ministeriale come definizione. Vorrei sapere chi sei, anche come persona giuridica, e come intendi lavorare. Solo un piccolo gruppo?)

    fasi: (se hai un’idea anche generalissima, non è per ora una voce indispensabile)

    si potrebbero mettere anche altre voci, ma direi che può bastare. L’importante è che tu sia supersintetico, il più breve  e denso possibile, e che rileggendolo al rovescio, ossia partendo dal “fasi”, il tutto stia insieme, che il cerchio si chiuda, insomma sia un oggetto conformato sul quale noi censori possiamo esercitare i nostri strali.

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