• Mr ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 6/11/2010

    Beh, voi avete la PIATTAFORMA compatibile con gli alfabeti non latini. Da lì ad avere le guide ci passa.. la traduzione, che costa molto e rischia di essere antieconomica, perché – per dire – la traduzione in arabo delle info georeferenziate sul passo delle Tre Croci serve solo ai turisti (1) di lingua araba (2) che non leggono l’inglese (3) che hanno iPhone o Android e (4) che percorrono il passo delle Tre Croci. Forse un paio all’anno? Meglio concentrarsi sull’inglese, credo. C’è un motivo per cui le traduzioni in queste lingue esistono per le guide di Venezia e Firenze ma non per le località turistiche minori. :-)

  • stefano ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 6/11/2010

    ciao alberto,
    la tua mi sembra un’ottima indicazione. vedremo di prendere contatti con roberta, al più presto!
    vorrei aggiungere un ulteriore elemento di competitività di j’eco che, mi pare, ad oggi non è stato evidenziato nella discussione. mi riferisco alla possibilità di sviluppare le guide in lingue (cinese, giapponese, arabo, paesi dell’est) sino ad oggi poco “battute” nel panorama degli strumenti di divulgazione turistica tradizionale. esiste, certo, molto materiale per le aree e le località più popolari. spesso, però, c’è poco o nulla per le zone non battute dal turismo di massa. j’eco potrebbe essere un’opportunità per colmare questa lacuna ed incentivare anche il turismo di ultima generazione a fruire di realtà diverse rispetto a quelle dei circuiti tradizionali. che ne pensate?

  • Mr ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 6/11/2010

    E provare a distinguere tra PA e PA? Mi viene in mente che c’è un po’ di movimento sull’applicazione al turismo del 2.0. L’APT dell’Emilia, per esempio, ha una strategia 2.0 di tutto rispetto, e gente giovane e brava che la applica (grande vantaggio: un’unica APT per tutta la regione).

    Di queste cose ne sa molto, qui su Kublai, Roberta Milano. Luca, perché non la cerchi e ti fai fare una panoramica?

  • Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 5/11/2010

    ciao luca, lavoro con la PA ormai da oltre 13 anni sempre in ambito web e ICT in generale.
    La rigidità all’investimento delle pa locali è un dato di fatto con cui fare i conti il prima possibile.
    Ho i visto i migliori servizi sulla carta schiantarsi contro i meccanismi perversi della pa e dei loro processi di acquisto.

    Se poi parliamo di incasso di royalties, andiamo nell’iperspazio figurativo dell’impossibile.

    insomma, quando si parla di pa, l’unico soggetto che si occupa di valorizzare il territorio, ti invito ad approfondire scrupolosamente i meccanismi transazionali altrimenti rischiate di fare un flop clamoroso.

    poi, il prezzo delle guide locali mi sembra un tantino alto. E’ vero che bisogna andare a vedere caso x caso la concorrenza sui contenuti, ma psicologicamente, a quel prezzo compro una guida lonely planet, che anche se fatta male come app, mi da delle garanzie informative non da poco (effetto premium price del brand affermato)

    cià

  • luca ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 5/11/2010

    Vendere su app store non costa molto, vendere alla Pa costa molto…
    Il reddito medio generato da applicativi IPhone venduti su scala mondiale si attesta intorno ai 3.500,00 € all’anno (Casaleggio, 2010): praticamente niente. La strategia è, dunque, di rendere l’applicativo scaricabile gratuitamente.

    Per gli utenti vorremmo che j’eco fosse 1) divertente/coinvolgente e 2) conveniente: agli users è data la possibilità di scaricare contenuto gratuito (wiki) e/o a pagamento (guide), discrezionalmente, ad un prezzo che varia tra i 3,00 ed i 5,00 euro (meno che una guida di carta!).

    Per la PA e per i soggetti privati impegnati nella valorizzazione del territorio vorremmo che j’eco si determinasse come occasione per 1) un rilancio: attraverso l’adesione all’epoca dell’interattività digitale; 2) un potenziamento: attraverso l’intercettazione di nuove fasce di fruitori/clienti, magari più orientati al fai da te e meno propensi ad una progettazione ragionata delle proprie escursioni; 3) un risparmio: sia le PA che i soggetti privati investono già oggi in promozione attraverso strumenti tradizionali. j’eco offre un costo di realizzazione delle guide per utente finale conveniente. 4) un doppio risparmio: j’eco offre una serie di servizi derivati (dallo screening delle utenze al monitoraggio volontario del territorio fino alla digitalizzazione condivisa dei dati) che sono già oggi rappresentano un costo; 5) un triplo risparmio: j’eco offre ai soggetti privati e alle PA cui sia possibile, di essere inteso come un investimento. Parte delle royalties derivanti dai download, infatti, verranno restituite al soggetto proponente, chiudendo così un circolo virtuoso – ci pare – di sviluppo economico (anche locale).

  • Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 2/11/2010

    Luca bello, ma noi siamo qui a romperti le scatole proprio perché vogliamo che il vostro progetto diventi grande e che Copertino faccia concorrenza a Cupertino :)

    mi hai convinto su diversi punti… poco convinto sui dindi…
    vendere su app store non costa molto, vendere alla Pa costa molto
    ne hai un’idea?

  • Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 2/11/2010

    In effetti, Copertino diventa Cupertino… anche questo segno del destino?

  • Walter ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 1/11/2010

    Ti rispondo anche qui Luca, dopo l’osservazione fatta su wikitude sull’altro forum “come nasce l’idea”.

    Nicola ha chiesto: Ma … siete capaci di farlo?
    Proprio per capire le capacità di prototipazione e il time to market. Inoltre la community di Kublai ha diverse risorse (persone, progetti) che possono essere un capitale cognitivo importante per un progetto del genere.

    Parafrasando la frase che citi, mi viene in mente
    Dietro ogni grande successo, c’è la capacità di apprezzare le critiche .
    Tanti progetti in Kublai sono pugliesi, puoi visionare dalla mappa, io stesso sono pugliese, e proprio a pochi km da Copertino c’è un progetto Procivibus, dell’ingegnere informatico Marco Palazzo che potrebbe essere uno dei possibili beneficiare del vostro servizio.
    Sono abbastanza sfrontato da pensare quando sento Copertino, che sia stato fondato da immigrati italiani originari di quel paese….

    Competitors:
    Per innovare non è necessario inventarsi la ruota, basta inventare dei buoni cerchi in lega…
    Per cui è l’innovazione del processo AR che è interessante in questo caso e capire appunto come potrà essere ottimizzata.

    Quante persone devi incrociare per popolare il tuo db?
    Questo è un punto poco chiaro del processo, ci sono in ogni caso diverse possibilità brillanti di risolvere, dal merge appunto di dati di altri db come credo vogliate fare…immagino pescando da Wikipedia o affini, ad ogni è un punto da approfondire perchè è uno dei fattori chiave del servizio.

    La piattaforma web 2.0 promuove lo sviluppo tecnologico attraverso pratiche di diffusione e condivisione dei saperi… e favorisce la penetrazione.
    Giusto, sfondi una porta aperta, ma la strategia con cui si realizza questo processo non è banale, e molti servizi 2.0 ci hanno lasciato le penne sulla via dei proclami, per cui, è necessaria una grandissima attenzione a questi dettagli.

    Perché una PA dovrebbe mettere dei soldi dentro la tua AR se con una spesa minore fa una app semplice, tutta sua, con solo il suo nome e cognome?
    Il nome ed il cognome non glielo toglie nessuno… Poi ci sono i servizi derivati… Poi c’è l’innovazione… Poi c’è la visibilità…

    Non è abbastanza convincente come spiegazione, ancora….

    Già perché le situazioni sono 3…:
    Anche in questo caso, il modello di business e/o la strategia non mi è chiara, i casi possono essere:
    1) sviluppare soluzioni solo Enterprise per Aziende e PA e non mi sembra il vostro caso.

    2) sviluppare applicazioni mobili per gli utenti (ed è questa parte della vostra strategia), ovvero immagino che gli utenti siano gli stakeholders, sempre che non vogliate concentrarvi a estrapolare dati di servizi di terze parti.

    3) soluzioni Enterprise offerte a Enti e PA, utilizzando il db popolato da interazioni del punto 2.

    Ancora però non è sufficiente chiaro la modalità di interazione di queste possibilità, se ne avete altre anche in mente, soprattutto il livello di penetrazione iniziale…ho letto Australia, quindi prevedete un’applicazione a distribuzione internazionale e soluzioni per PA e Enti parimenti Interazionali?

    Questo punto, è da chiarire.

    soldi per una community? Con finanziamenti pubblici?
    Meglio realizzare un prototipo e una piccola community di tester, e poi vedere come va.

    E’ imprortante avere un modello di business, ma parla per me, quando i processi sono complessi e a volte web based, concordo che sia difficile realizzarli, ma una stima aleatoria è comunque utile per capire di cosa stiamo parlando.

    Seconda citazione: Molti fanno grandi progetti e intanto la vita gli sfugge dalle mani

    Crudele ma vera questa affermazione, ad ogni modo le osservazioni che hai ricevuto fino ad ora sono tenerissime, se doveste presentare un progetto ad un Venture Capital, quelli non sono teneri! sono spietati, incalzanti, smontano e rivoltano come un calzino i business model, ma premiano le persone.

    Sicuramente nel vostro caso sarebbero ben impressionati dalla giusta determinazione e visione, ma vi rimanderebbero al prossimo brief sulla definizione del servizio/soluzione.

    Questa è la loro legge, a me non piace molto, ma è la loro legge e per chiudere con un’altra citazione,
    Sed lex dura lex ….

  • luca ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di j'ecoj'eco il 1/11/2010

    è saltata l’apertura del post precedente.
    segno del destino?
    ma io sono ostinato!

    Disprezza i grandi progetti chi si sente incapace di grandi successi. (L de Clapiers)

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